Dove vuole andare l’Uzbekistan con il referendum del 30 aprile?

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di Stefano Vernole

I legislatori uzbeki hanno recentemente concordato di tenere un referendum su una nuova costituzione che consentirebbe in particolare al presidente Shavkat Mirziyoyev di candidarsi per un terzo mandato.

La camera bassa del parlamento uzbeko, lo scorso 10 marzo ha fissato il 30 aprile 2023 come data per il referendum, con 132 voti a favore; due parlamentari si sono astenuti e tre non hanno partecipato alla votazione.

Stando ai sondaggi, gli emendamenti hanno molte possibilità di essere approvati nel referendum dalla maggioranza degli elettori che approvano evidentemente il nuovo corso del Paese.

Il progetto estende anche la durata di un mandato presidenziale da cinque a sette anni (quello attuale di Mirziyoyev termina nel 2026). Secondo i legislatori, gli emendamenti cambieranno poco meno di due terzi della Costituzione, con il numero di articoli nel documento che salirà da 128 a 155.

La bozza dichiara inoltre che l’Uzbekistan sarà “uno Stato sociale”, quasi triplicando gli obblighi dello Stato verso i cittadini (dall’istruzione alla sanità) e garantendo maggiormente gli investitori stranieri. Negli anni scorsi, la presidenza Mirziyoyev si è già distinta per una serie di incentivi all’acquisto di alloggi popolarti a basso costo.

L’Università del Turismo di Samarcanda

L’Uzbekistan è il cuore dell’Asia centrale e della Nuova Via della Seta, da questo Paese dipendono la stabilità e la prosperità dell’intera regione. Con quasi 35 milioni di abitanti e una crescita demografica di circa 1 milione di persone all’anno, dotato di un esercito moderno e combattivo, il suo processo riformistico dovrebbe rappresentare una garanzia di sicurezza per l’intera Eurasia1.

Il 13 aprile 2023 i Ministri degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese, della Federazione Russa, della Repubblica Islamica del Pakistan e della Repubblica Islamica dell’Iran hanno tenuto a Samarcanda, nella Repubblica dell’Uzbekistan, il secondo incontro informale sull’Afghanistan. I Ministri hanno ribadito il rispetto per la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Afghanistan e il sostegno al principio “a guida afgana e di proprietà afgana” per determinare il futuro politico e il percorso di sviluppo del Paese2.

Sul fronte economico, le modifiche costituzionali mirano a sostenere la concorrenza leale, la protezione della proprietà privata e lo sviluppo di un clima favorevole agli investimenti e agli affari. Pechino, in particolare, ha chiesto che inizi la costruzione di un progetto ferroviario Cina-Kirghizistan-Uzbekistan il prima possibile, in quanto offrirebbe un percorso terrestre alternativo alle merci cinesi per raggiungere il Medio Oriente e l’Europa. Le riforme costituzionali sulla proprietà della terra dovrebbero quindi aumentare la domanda di investimenti nei trasporti e nelle infrastrutture.

Gli emendamenti proposti eliminano la descrizione del Karakalpakstan come “sovrano” ed aboliscono il suo diritto alla secessione dall’Uzbekistan tramite referendum se si determina che non è “conforme alla Costituzione e alle leggi della Repubblica dell’Uzbekistan, alla Costituzione e alle leggi della Repubblica del Karakalpakstan”, aggiungendo che una persona che è membro dell’Oliy Majlis (Parlamento dell’Uzbekistan) non può essere contemporaneamente membro del Consiglio Supremo del Karakalpakstan3.

Guarda il fotoreportage della missione del Centro Studi Eurasia e Mediterraneo in Uzbekistan

Il referendum del 30 aprile sarà il terzo referendum nella storia dell’Uzbekistan indipendente e scendendo nei dettagli possiamo notare che la modifica costituzionale si propone di tutelare i diritti umani ed individuali di tutte le componenti della società, anche attraverso la separazione dei poteri dello Stato.

Una maggiore partecipazione dei cittadini viene prevista dalla possibilità di presentare una petizione al parlamento per le modifiche legislative.

Una parte significativa dei cambiamenti riguarda la necessità di proteggere l’ambiente, compreso il vulnerabile lago d’Aral e le risorse naturali del Paese, alla luce della centralità che il turismo e la cultura occupano nell’economia generale della nazione uzbeka composta da 12 regioni diverse.

Caratteristica della sua politica estera continuerà ad essere il multivettorialismo (per utilizzare un concetto caro ai vicini kazaki), cioè buoni rapporti con tutti (da Russia e Cina fino all’Occidente), sovranità e indipendenza dell’Uzbekistan dalle ingerenze esterne.

Un fattore che non va trascurato è l’influenza culturale ed economica della Turchia che attraversa diversi settori, dal cinema, al turismo fino alla costruzione di infrastrutture.

Tuttavia, l’Uzbekistan tiene molto alla propria identità nazionale, per questa ragione mentre vengono finanziati corsi di lingue straniere per i giovani e si invitano i propri studenti a fare esperienze all’estero, il Governo di Tashkent ha varato diverse misure per favorire il loro ritorno in patria una volta completato il ciclo universitario.

Trattandosi di un Paese privo di sbocco al mare, con scarse risorse naturali, un territorio sfruttato soltanto al 10% (il resto è desertico) e un contesto regionale a volte turbolento (si pensi al vicino Afghanistan dove al nord vive una consistente minoranza uzbeka), è naturale che si vogliano attrarre investimenti esteri (presentando un business plan si può ricevere almeno un visto annuale), specie nel settore turistico e insegnanti di lingue straniere.

Il processo di modernizzazione dell’Uzbekistan coinvolge per ora soprattutto le ferrovie (https://railway.uz/en/). I treni ad alta velocità collegano Tashkent, Samarcanda e Bukhara, mentre per città significative come Khiva o regioni suggestive come il Karakalpakstan ci sono ancora i vecchi convogli sovietici; esiste comunque un programma statale per incrementare i mezzi di trasporto ferroviari acquistando treni spagnoli.

Più lento il processo di costruzione di nuove strade e collegamenti aerei; solo da poco si è iniziato a cercare accordi con compagnie low costs, mentre si sta lavorando per creare alternative al turismo culturale nei pressi delle città turistiche così da soddisfare le esigenze più diverse4. In attesa di costruire le autostrade, è in cantiere il progetto di finanziamento per nuove infrastrutture lungo i percorsi che collegano le varie città, dagli alberghi ai benzinai.

In ogni caso, data la sua strategicità geopolitica e il desiderio di crescita della stessa popolazione, sentiremo spesso parlare dell’Uzbekistan nei prossimi anni.

NOTE AL TESTO

1 La Struttura Antiterroristica Regionale (Rats) dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai ha sede proprio a Tashkent, capitale dell’Uzbekistan.

2 I partecipanti hanno sottolineato che tutti i membri della comunità internazionale hanno interessi in un Afghanistan stabile e pacifico, un Paese che dovrebbe essere un luogo di cooperazione internazionale piuttosto che un palcoscenico di rivalità geopolitiche. I ministri hanno sottolineato le loro profonde preoccupazioni per la situazione della sicurezza legata al terrorismo in Afghanistan, hanno sottolineato che tutti i gruppi terroristici, vale a dire la sezione locale dello Stato islamico Khorasan (ISIS-KP), Al-Qaeda, il Movimento islamico del Turkestan orientale (ETIM), il Tehreek -e-Taliban Pakistan (TTP), Balochistan Liberation Army (BLA), Jaish al-Adl ecc. con sede in Afghanistan continuano a rappresentare una seria minaccia per la sicurezza regionale e globale.

I ministri hanno preso atto degli sforzi del governo ad interim afghano per contrastare l’ISIS-KP e lo hanno esortato ad adottare misure più visibili e verificabili per mantenere gli impegni dichiarati in materia di lotta al terrorismo, smantellare ed eliminare ogni tipo di gruppo terroristico, al fine di prevenire il suolo dell’Afghanistan dall’essere utilizzato da qualsiasi gruppo terroristico.

I ministri hanno sottolineato che l’autorità afghana dovrebbe adottare misure efficaci per proteggere la sicurezza e i diritti legittimi delle istituzioni e dei cittadini stranieri. Qualsiasi persona responsabile di qualsiasi attacco e minaccia di attaccare istituzioni e cittadini stranieri dovrebbe essere ritenuta responsabile.

I ministri hanno sottolineato che i Paesi della NATO dovrebbero assumersi la responsabilità primaria per la difficile situazione in Afghanistan, dovrebbero creare opportunità di sviluppo economico e prosperità in Afghanistan, dovrebbero revocare immediatamente le sanzioni unilaterali contro l’Afghanistan e restituire i suoi beni all’estero, a beneficio del popolo afghano.

I ministri hanno sottolineato che il dialogo e la consultazione sono l’unica via d’uscita per la soluzione politica della questione afghana. Si è fermamente opposti al ripristino di basi militari all’interno e nei dintorni dell’Afghanistan da parte di questi Paesi responsabili dell’attuale situazione, che non favorisce la pace e la stabilità nella regione.

I ministri hanno invitato l’autorità afghana a promuovere una governance inclusiva con la partecipazione pratica di tutti i gruppi etnici e le entità politiche, e ad annullare tutte le misure restrittive sulle donne e le minoranze etniche. Ha incoraggiato l’Afghanistan a mantenere una politica estera amichevole e cooperativa, rispettare le leggi internazionali e coesistere in armonia con i Paesi vicini e con tutti i Paesi del mondo.

I ministri hanno sottolineato che un confine pacifico, stabile e sicuro tra l’Afghanistan e i suoi vicini è vitale e nell’interesse di tutte le parti. Le attività transfrontaliere illegali dovrebbero essere monitorate e prevenute. Le questioni transfrontaliere, compresa la questione dell’acqua con i vicini, dovrebbero essere gestite adeguatamente attraverso il dialogo e la consultazione.

I ministri hanno sostenuto tutti gli sforzi diplomatici atti a facilitare la soluzione politica delle questioni afghane e hanno sostenuto la comunità internazionale, in particolare le Nazioni Unite, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e l’Incontro dei Ministri degli Esteri tra i Paesi Confinanti dell’Afghanistan, Consultazioni sul Formato di Mosca, nello svolgere un ruolo positivo in questo senso.

I ministri hanno espresso tutta la loro disponibilità a continuare a sostenere la pace e la ricostruzione in Afghanistan, e ad aiutare l’Afghanistan a condurre scambi economici e commerciali, nonché la cooperazione in materia di investimenti con i Paesi della regione e la comunità internazionale. Ha invitato la comunità internazionale a continuare a fornire assistenza umanitaria all’Afghanistan e ad aiutare il Paese a rafforzare la capacità di uno sviluppo autonomo e sostenibile.

I ministri hanno espresso apprezzamento per l’ospitalità a milioni di afgani provenienti da Pakistan e Iran, invitando la comunità internazionale a fornire a quei Paesi il necessario sostegno e assistenza.

I ministri hanno deciso di rafforzare il coordinamento sull’Afghanistan a diversi livelli.

3 Cfr. sullo status della regione autonoma quanto riportato dal Ministero degli Esteri dell’Uzbekistan il 6 luglio 2022: “Alcuni mass media e organizzazioni per i diritti umani, con riferimento a fonti anonime, esagerano vari tipi di ipotesi e diffondono rapporti inattendibili sugli eventi nella città di Nukus della Repubblica del Karakalpakstan. Vengono rilasciate dichiarazioni infondate sul presunto uso illegale della forza per “disperdere una manifestazione pacifica, mettere a tacere le voci indipendenti e bloccare le informazioni”, anche dichiarando lo stato di emergenza. A questo proposito, il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica dell’Uzbekistan desidera chiarire gli eventi in Karakalpakstan e fornire informazioni più dettagliate e obiettive su questo caso. L’1-2 luglio 2022 a Nukus è stato fatto un tentativo di minare l’ordine costituzionale, l’integrità territoriale e l’unità della Repubblica dell’Uzbekistan. Con il pretesto di protestare contro le proposte di modifica costituzionale presentate alla discussione pubblica, un gruppo di malfattori ha organizzato azioni violente, scontri e tentativi di sequestro con la forza di edifici delle autorità statali. Queste azioni illegali portavano segni evidenti di un sabotaggio pre-programmato volto a fomentare il separatismo, destabilizzare e dividere un Paese pacifico, unito e democratico. Nascondendosi dietro slogan populisti, diffondendo notizie false attraverso le comunicazioni mobili e Internet, le forze ostili hanno cercato di ammassare i cittadini in attività incostituzionali. Ciò ha costretto l’adozione di misure per limitare temporaneamente la comunicazione su Internet.

Durante i pogrom di massa e gli oltraggi, sono stati fatti ripetuti tentativi di prendere d’assalto gli edifici del Jokargy Kenes (parlamento), del dipartimento di polizia della città di Nukus e del dipartimento della guardia nazionale; sono state sequestrate armi da fuoco e ostaggi tra le forze dell’ordine; incendio doloso, danni e distruzione di proprietà statali, pubbliche e personali sono stati effettuati ovunque, sono stati arrecati danni significativi alle infrastrutture della città. Inoltre, 107 agenti delle Forze dell’Ordine sono rimasti gravemente feriti durante gli attacchi, 23 dei quali sono in gravi condizioni. Un totale di 270 dipendenti di enti statali ha subito lesioni di varia gravità. La brutalità delle azioni dei rivoltosi è stata il risultato delle azioni provocatorie di un gruppo di persone che hanno manipolato le menti delle persone e non possono essere qualificate come manifestazioni pacifiche di cittadini. Come risultato di queste azioni illegali, 18 persone sono state uccise, come affermato in precedenza. Va notato che tra i partecipanti attivi agli attacchi, la stragrande maggioranza erano persone che erano in uno stato di intossicazione da droghe e alcol. Il Governo dell’Uzbekistan condanna fermamente qualsiasi azione illegale finalizzata alla presa del potere con la forza, la propaganda di idee separatiste, l’incitamento all’odio, gli inviti a rivolte di massa e le violenze. Grazie alle misure adottate e alle adeguate azioni delle Forze dell’Ordine, le azioni illegali sono state represse. Sono attualmente in corso le misure investigative sugli eventi in Karakalpakstan. In quanto parte contraente dei trattati internazionali sui diritti umani, l’Uzbekistan si impegna a rispettare pienamente i principi di un’indagine trasparente, indipendente e imparziale, nonché a garantire garanzie di giusto processo ed equo processo. I risultati dell’indagine saranno portati all’attenzione delle organizzazioni internazionali competenti. Tutte le azioni intraprese dal Governo dell’Uzbekistan per stabilizzare la situazione in Karakalpakstan sono attuate nel quadro giuridico e mirano principalmente a prevenire le minacce alla vita e alla salute umana. Attualmente, le comunicazioni mobili sono pienamente operative sul territorio del Karakalpakstan, i negozi di alimentari, i mercati, i panifici, le banche, gli ospedali e altre strutture sociali funzionano. Elettricità, gas e acqua sono forniti in modalità normale. Gli organi statali competenti dell’Uzbekistan informano quotidianamente il pubblico sulla situazione attuale in Karakalpakstan. Al riguardo, le affermazioni sul mancato accesso alle informazioni sono prive di fondamento. Dichiariamo che nessuna forza può impedire alla Repubblica dell’Uzbekistan di continuare costantemente il corso delle riforme democratiche e di muoversi con fiducia verso la costruzione e il rafforzamento di uno Stato umano, legale e sociale che abbia a cuore l’onore e la dignità, il benessere e gli interessi di ogni cittadino. Il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica dell’Uzbekistan invita tutti i mass media e le organizzazioni per i diritti umani ad affrontare gli eventi in Karakalpakstan in modo obiettivo, evitando conclusioni affrettate e dichiarazioni unilaterali basate su varie fonti inattendibili. La Repubblica dell’Uzbekistan resta impegnata ad aprire il dialogo e l’interazione con la comunità internazionale, anche in materia di tutela dei legittimi interessi, diritti e libertà umani”, www.cese-m.eu, 8 luglio 2022.

4 Esistono attualmente 121 agenzie turistiche solo nella regione di Bukhara. L’esenzione del visto al di sotto di un mese di permanenza nel Paese decisa dall’attuale presidente, ha indubbiamente favorito il turismo in Uzbekistan. Mentre i turisti russi o kazaki preferiscono gli hotel a 4 o 5 stelle, i viaggiatori europei vorrebbero strutture di accoglienza più diversificate, questo significa che esistono ampie opportunità d’investimento in questo settore per gli stranieri.

Una spinta per la cooperazione culturale ed economica potrebbe giungere dalle Regioni o dalle Università italiane; nel 2022 ci sono stati in Uzbekistan 27.000 turisti italiani. Una cooperazione già attiva è quella tra la regione uzbeka di Bukhara e quella francese di Rouen.

Stefano Vernole è Vicepresidente del Centro Studi Eurasia Mediterraneo, ha partecipato ad un press tour organizzato dal Ministero del Turismo uzbeko con la collaborazione di Italia Unica Events dal 13 al 20 aprile 2023.

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