A cura di Vera Shcherbakova per l’Agenzia di Stampa Tass
Il presidente russo Vladimir Putin, annunciando la sospensione della partecipazione della Russia al Trattato di riduzione delle armi strategiche (START), invia un segnale forte agli Stati Uniti, indicando che il conflitto con l’Ucraina sul Donbass e altre aree, che Washington sta intraprendendo a distanza, è secondario rispetto allo sfondo di uno scontro con l’Occidente per un nuovo ordine mondiale senza dominio americano. Questa opinione è stata espressa lo scorso mercoledì dal Vicedirettore della rivista italiana “Eurasia” e responsabile delle relazioni esterne del “Centro Studi Eurasia-Mediterraneo” Stefano Vernole.
“La Russia non si ritira dal trattato, ma sospende la sua partecipazione, questo è già un segnale abbastanza forte per gli Stati Uniti, ciò indica che Putin ritiene la Casa Bianca responsabile della distruzione della Russia attraverso un conflitto che si sta svolgendo a distanza in Ucraina. Questo annuncio indica anche che la Russia considera certo prioritario il conflitto sul Donbass e sugli altri territori contesi, ma la priorità è la sfida lanciata dall’Occidente. In sostanza, a Washington è dato di capire che l’Operazione Militare Speciale mira non solo a combattere i nazisti in Ucraina, ma anche a porre fine all’egemonia statunitense nel mondo”, ha affermato l’analista.
“Il Presidente della Federazione Russa ha chiaramente indicato che la Russia non sarà mai la prima a ricorrere alle armi nucleari, e vale la pena ricordare che finora nella storia solo gli Stati Uniti l’hanno fatto – i ben noti episodi di Hiroshima e Nagasaki, ma c’è un’opinione secondo cui le armi nucleari tattiche sono state usate anche in Iraq dopo l’invasione del 2003”, ha detto la fonte.
Martedì della scorsa settimana Putin, in un messaggio all’Assemblea federale, ha affermato che la Russia sospenderà la sua partecipazione al Trattato NEW START, ma non si ritirerà. Il capo dello Stato ha sottolineato che prima di tornare a discutere la questione della prosecuzione dei lavori nell’ambito del trattato, la parte russa deve capire da sola come lo START terrà conto degli arsenali non solo degli Stati Uniti, ma anche di altri Paesi della NATO potenze nucleari – Gran Bretagna e Francia.
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