Gennadij Zjuganov: “La Russia in guerra contro il nuovo Reich anglosassone”

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di Giulio Chinappi

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Il segretario generale del Partito Comunista della Federazione Russa ha rilasciato un’intervista alla testata Svobodnaja Pressa, nel quale traccia il bilancio politico del 2022 e prevede un futuro al di fuori del sistema capitalista globale e un ruolo di baluardo contro il nuovo Reich anglosassone per la Russia.

Il 2022 non è stato certo un anno facile per la Federazione Russa, che oramai da quasi dieci mesi e impegnata nell’operazione militare speciale in Ucraina. La crisi ucraina ha portato perdite umane ed economiche alla Russia, sottoposta alle sanzioni internazionali che, seppur con un effetto molto minore rispetto al previsto, porteranno il PIL russo in negativo per il 2022 e il 2023. Secondo le recenti proiezioni del Fondo Monetario Internazionale, infatti, il PIL della Russia diminuirà del 3,4% nel 2022 e del 2,3% nel 2023.

Allo stesso tempo, la Russia si avvia a celebrare i 100 anni dalla fondazione dell’Unione Sovietica, proclamata il 30 dicembre 1922 da Vladimir Lenin, cinque anni dopo la vittoria della Rivoluzione d’Ottobre: “Il 30 dicembre segna il 100° anniversario della formazione dello Stato più unico e straordinario del pianeta: l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. L’anniversario ci obbliga a dare uno sguardo realistico al presente, a valutare onestamente e adeguatamente l’esperienza”, ha detto Gennadij Zjuganov, intervistato dalla testata Svobodnaja Pressa.

Il segretario generale del Partito Comunista della Federazione Russa (Коммунистическая партия Российской Федерации, КПРФ; Kommunističeskaja partija Rossijskoj Federacii, KPRF) ha ricordato che l’Unione Sovietica ha dimostrato al mondo “come si può vincere la guerra, uscire dalla crisi peggiore, fornire a tutti istruzione e cure mediche gratuite, prendersi cura dei bambini, delle donne e degli anziani”.

Pur facendo parte dell’opposizione, il KPRF ha sostenuto sin dall’inizio l’operazione militare speciale in Ucraina, che anzi i comunisti russi avevano sollecitato da tempo, criticando Vladimir Putin per non aver preso sin da subito le difese dei russi del Donbass. Da questo punto di vista, Zjuganov ha affermato che la Russia sta subendo “una nuova guerra che gli anglosassoni hanno scatenato contro di noi”, che quanto meno ha avuto il merito di cancellare le illusioni dei decenni precedenti.

Dopo la fine dell’Unione Sovietica, infatti, sono state seminate numerose illusioni circa il futuro della Russia e del mondo, in particolare quella della possibile integrazione della Russia nel sistema capitalista globale. L’ingresso della Russia in organizzazioni come il G8 è stata inizialmente salutata positivamente sia a Mosca che in Occidente, ma ben presto sono emerse contraddizioni inconciliabili. Dalla possibile integrazione della Russia nel sistema capitalista globale a guida statunitense siamo passati oggi all’ostracismo totale nei confronti di Mosca, esclusa dal G8, sanzionata dal mondo occidentale e addirittura sbattuta fuori da gran parte degli eventi sportivi mondiali.

La guerra ibrida contro la Federazione Russa, infatti, si è trasformata in una vasta campagna militare. E in una campagna del genere, solo una delle due cose è possibile: vittoria o sconfitta. La vittoria può essere assicurata solo dalla mobilitazione di tutte le forze spirituali e delle risorse materiali, dalla coesione della società e da personale competente e professionalmente preparato”, ha spiegato Zjuganov. Il leader dei comunisti russi ha commentato in maniera molto pesante le politiche antirusse del blocco occidentale, affermando che la Russia si trova in guerra “contro il capitale globale, contro il nuovo Reich anglosassone”.

Zjuganov non ha risparmiato critiche neppure al governo in carica del partito Russia Unita (Единая Россия; Edinaja Rossija), la formazione del presidente Vladimir Putin. Secondo il segretario generale del KPRF, il partito al potere continua a seguire il binario tracciato da Boris El’cin nel corso degli anni ‘90, mentre invece dovrebbe recuperare i successi dell’esperienza sovietica al fine di garantire una solida economia al Paese: “Permettetemi di ricordarvi che la modernizzazione leninista-stalinista è stata accompagnata dai più alti tassi di sviluppo non solo nella storia nazionale ma anche mondiale: quasi il 14% del PIL all’anno per 30 anni”, ha detto Zjuganov. “Dobbiamo trarre conclusioni dall’esperienza unica della civiltà sovietica, e dall’incredibile ritmo di crescita della Cina, raggiunto sotto la guida del Partito Comunista”.

Zjuganov ha successivamente ricordato anche come la politica conciliatoria della Russia nei confronti dell’Occidente sia risultata fallimentare, come dimostrato dai fatti odierni. Gli Stati Uniti hanno infatti approfittato di una Russia indebolita nel corso degli anni ‘90 per imporre i propri diktat, allargare la NATO a est e danneggiare gli interessi nazionali di Mosca. Questa situazione ha portato a conseguenza a lungo termine che oggi si riflettono nella crisi ucraina.

La questione dell’operazione militare è la questione del futuro del nostro Paese”, ha detto il leader comunista. “Dobbiamo mobilitare tutte le nostre forze per rispondere adeguatamente alla sfida che la NATO e l’insolenza anglosassone ci hanno lanciato, e per sconfiggere il nazismo, il fascismo e il banderismo”.

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