di Giulio Chinappi
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Le elezioni del 20 novembre in Kazakistan hanno confermato Qasym-Jomart Toqaev alla presidenza, ma hanno anche segnato l’inizio di un nuovo corso politico per l’ex repubblica sovietica.
Il 20 novembre, i cittadini del Kazakistan sono stati chiamati alle urne per eleggere il presidente. Come prevedibile, l’81,3% dei votanti ha optato per confermare Qasym-Jomart Toqaev, in carica dal marzo del 2019, alla guida del Paese. Ma queste elezioni hanno anche segnato la fine di un corso politico durato vent’anni, e l’adozione di un nuovo sistema per venire incontro alle richieste della popolazione dopo i tumulti dello scorso gennaio.
L’inizio della nuova presidenza segnerà anche l’entrata in vigore del sistema previsto dalla nuova Costituzione, che limita i poteri del capo di Stato. “Attueremo la riforma costituzionale in modo coerente e chiaro. Stiamo passando a una nuova forma del sistema politico del Paese“, ha detto lo stesso presidente Toqaev. Il presidente ha successivamente annunciato nuove riforme economiche che permetteranno di migliorare gli standard di vita delle persone.
Toqaev ha anche parlato del posizionamento geopolitico dell’ex repubblica sovietica, affermando di voler perseguire una politica estera multivettoriale. “Credo che data la nostra situazione geopolitica, dato che abbiamo oltre 500 miliardi di dollari coinvolti nella nostra economia, dato che ci sono aziende globali che operano nel nostro mercato, dobbiamo semplicemente perseguire una politica estera multivettoriale, come si dice ora“, ha affermato il presidente kazako.
Secondo Toqaev, la politica estera del Kazakistan dovrebbe essere volta alla protezione degli interessi nazionali, al rafforzamento della cooperazione reciprocamente vantaggiosa con tutti gli Stati interessati, alla pace e alla sicurezza internazionale. Il presidente ha affermato che il Kazakistan dovrebbe incrementare gli scambi commerciali con la Russia, la Cina e gli altri Paesi dell’Asia centrale, al fine di sviluppare ulteriormente le relazioni alleate con la Russia, un partenariato strategico eterno con la Cina e una cooperazione globale con gli Stati fraterni dell’Asia centrale.
Nonostante alcuni momenti di tensione dovuti soprattutto alla crisi ucraina, i rapporti tra Russia e Kazakistan restano ancora molto importanti, ed il presidente russo Vladimir Putin è stato come sempre tra i primi a chiamare il suo omologo kazako per congratularsi. Il leader russo ha sottolineato che “il partenariato strategico e le relazioni alleate tra i nostri Paesi, basate sulle buone tradizioni di amicizia, buon vicinato e rispetto reciproco, si stanno sviluppando in modo abbastanza positivo“. “Continueremo a lavorare insieme per potenziarli“, ha promesso Putin.
Anche il presidente cinese Xi Jinping ha espresso le proprie congratulazioni nei confronti di Toqaev. Xi ha affermato di attribuire grande importanza allo sviluppo delle relazioni tra Cina e Kazakistan, che proprio quest’anno hanno celebrato i trent’anni dall’istituzione delle relazioni diplomatiche bilaterali. Il presidente cinese ha visitato l’ex repubblica sovietica nello scorso mese di settembre, ed in quell’occasione Xi e Toqaev hanno annunciato che Cina e Kazakistan lavoreranno per l’obiettivo e la visione di costruire una comunità con un futuro condiviso definito da un’amicizia duratura e da un alto grado di fiducia reciproca.
Tornando alla giornata elettorale del 20 novembre, alcuni osservatori temevano che l’evento avrebbe potuto portare al riemergere dei focolai di protesta violenta dello scorso gennaio. Al contrario, il ministero dell’Interno ha comunicato che “la situazione sociale nel Paese è rimasta stabile” durante lo svolgimento delle operazioni di voto. Il rapporto del ministero dell’Interno trova conferma anche nei commenti degli osservatori della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), la cui missione era guidata da Sergej Lebedev: “L’elezione è stata ben organizzata, corretta, senza violazioni della legislazione elettorale della Repubblica del Kazakistan“, ha sottolineato Lebedev,
Per la cronaca, alle spalle del rieletto Toqaev, sostenuto dalla Coalizione Popolare (Халықтық коалиция, Halyqtyq koalitsia), gli altri candidati hanno ottenuto percentuali risibili. Al secondo posto troviamo infatti Jiguli Dairabaev, leader del Partito Patriottico Nazional-Democratico «Auyl», che ha ottenuto il 3,42% delle preferenze, mentre al terzo posto ha chiuso Qaraqat Äbden, che ha ricevuto il 2,6% dei consensi in rappresentanza dell’Alleanza Nazionale dei Lavoratori Sociali Professionisti. In tutto erano sei gli aspiranti alla presidenza kazaka.
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