il Cancelliere sta tradendo l’Imperatore americano? La nuova connessione Germania – Cina

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di Peter Koenig

ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO IN LINGUA INGLESE SU GLOBALRESEARCH

Prima che Olaf Scholz, cancelliere tedesco e il Presidente non eletto della Commissione europea (CE), Ursula von der Leyen, due tedeschi, fossero scelti per distruggere economicamente l’Europa, a cominciare dalla Germania, sono stati effettivamente controllati per mesi dagli egemoni neoliberisti a Washington e al Pentagono/NATO.

Quando alla fine si sono “qualificati”, hanno potenziato la macchina della menzogna dei media, tradendo e mentendo alla gente in Europa sulla scarsità di energia, scarsità di cibo, inflazione astronomica – e, inoltre, seminando paura sulle molteplici conseguenze disastrose di queste calamità.

Hanno imposto un severo programma di risparmio energetico sotto la minaccia di severe punizioni, comprese multe e reclusione. Questo, nonostante i serbatoi di gas tedeschi siano pieni per circa il 94%, il massimo che sia mai stato negli ultimi 5 anni. La situazione energetica in altri paesi dell’UE è simile – sembrerebbe, per niente disastrosa.

Tuttavia, il pubblico europeo sbalordito è andato dietro a questa paura e ansia.

Ma gli industriali tedeschi no.

Non erano e non sono ancora d’accordo con la distruzione dell’industria tedesca e, per associazione, europea, processo chiamato anche “politica di deindustrializzazione”.

In passato avevano già esercitato forti pressioni su Madame Merkel, stringendo accordi semi-segreti con la Russia.

Gli industriali tedeschi sanno che la politica del divide et impera è stata imposta da Washington – per raggiungere come obiettivo ultimo un mondo unipolare, possibile solo con un’Europa fratturata, non con una “Europa unita”.

Si stima che il PIL degli Stati Uniti raggiungerà nel 2022 circa 20 trilioni di dollari USA, rispetto a un PIL europeo in rapida ripresa di circa 17 trilioni di dollari USA (stima 2022).

I dirigenti d’azienda tedeschi non erano d’accordo con la politica economica tedesca ufficiale. La distruzione economica del loro paese si è spinta troppo avanti. Sapendo che l’Europa nel lungo periodo avrà bisogno della Russia e con una visione ancora più lunga anche della Cina, gli industriali tedeschi hanno stretto patti semi-clandestini con Mosca.

La visita di un giorno del cancelliere tedesco Scholz a Pechino, dove si è incontrato con il presidente Xi Jinping, consisteva in una grande delegazione composta da diverse dozzine di rappresentanti delle principali imprese e industrie tedesche. Per la gioia di Washington, Scholz ha detto al mondo: “Il mondo ha bisogno della Cina“.

Ora sono i leader economici europei a dettare legge; Olaf Scholz ha poca scelta. Il WEF, Washington e Bruxelles sembrano essere stati messi da parte.

La Germania, il popolo tedesco, è molto interessata a entrare a far parte dell’Iniziativa Xi, la Belt and Road. La concessione del 25% nel porto di Amburgo alla compagnia cinese Cosco è stato un primo passo, segno che la Germania era pronta ad aderire alla Nuova Via della Seta, come già anni prima avevano fatto Italia e Grecia con il porto del Pireo.

La proposta originale era una partecipazione cinese di circa il 35% al 40%. La pressione politica arrivata da Bruxelles e dall’interno della Germania ha ridotto la quota cinese al 25%. La riduzione non è importante. Ciò che conta è “l’ingresso” della Germania nella BRI.

A Washington, Bruxelles e alla NATO potrebbe non piacere. Ma cosa possono fare, se il paese capofila dell’UE, la Germania, decide di resistere al collasso programmato?

L’Europa firma un accordo commerciale da 17 miliardi di dollari con la Cina


In accordo con la Francia e altri paesi dell’UE, Olaf Scholz ha stipulato un accordo commerciale con la Cina per l’equivalente di circa 17 miliardi di dollari USA.

Infine, sollecitata dagli industriali tedeschi, l’Europa potrebbe vedere gli Stati Uniti per quello che sono. I funzionari dell’amministrazione Biden stanno tentando di sollevare questioni sul commercio sino-tedesco, sostenendo che la Cina vuole separare l’Europa dagli Stati Uniti. Stanno già emergendo discorsi sulle “sanzioni”. Ma sanzionare l’Europa e la Cina – dove lascerebbe gli Stati Uniti? Soli e isolati.

Pertanto, Washington ci sta pensando due volte prima di applicare la sua solita arma di distruzione di massa, sanzionando i partner “cattivi”.

Il cancelliere Scholz avrebbe chiarito che la visita in Cina è stata la decisione giusta da prendere. Washington, NATO e Bruxelles non riusciranno a separare la Germania dalla Cina. In nessun modo gli Stati Uniti dovrebbero essere in grado di intervenire e interferire.

Allo stesso tempo, prima della visita di Scholz a Pechino, in un recente sondaggio i tedeschi hanno rivelato timori per la sopravvivenza finanziaria (RT, 7 novembre 2022).

Secondo la rivista BILD di domenica scorsa (6 novembre), la metà degli intervistati ha paura di non avere abbastanza soldi per sopravvivere finanziariamente al prossimo inverno.

La maggior parte delle persone crede che le misure di soccorso del governo per alleviare le ricadute industriali della crisi energetica in corso non siano sufficienti.

Secondo l’agenzia di sondaggi INSA (Institute for New Social Answers), solo un terzo degli intervistati ritiene che le misure del governo li aiuteranno a cavarsela. Un altro terzo ha ammesso che non sarà in grado di permettersi regali di Natale per i propri cari in questa stagione. Credono anche che Scholz non sia all’altezza del compito che dovrà affrontare nei prossimi anni.

L’indice di gradimento del cancelliere Scholz è – con il 25% – il più basso di qualsiasi altro cancelliere tedesco negli ultimi 50 anni. Il suo viaggio in Cina potrebbe migliorare la sua popolarità.

Questa reazione negativa è stata innescata dal timore che la Germania possa non essere in grado di gestire l’annunciata “crisi energetica”. Questa è chiaramente una reazione di paura da parte di persone ignare della bufala dietro la crisi; non sapendo che le riserve energetiche della Germania, come della maggior parte dei paesi europei, sono al massimo da anni e prima del viaggio del cancelliere Scholz a Pechino.

La loro paura è stata anche guidata dall’inflazione e dal costo sempre crescente dell’energia, insieme alle preoccupazioni per un potenziale “inverno gelido” in tutta Europa.

La rivelazione della nuova connessione Germania-Cina alleggerirà la tensione?

Il tempo lo dirà. Di particolare importanza sarà anche la risposta di altri paesi dell’UE. Torneranno ad essere stati nazionali sovrani, allontanandosi dal concetto globalista imposto loro?

Peter Koenig è un analista geopolitico ed ex economista senior presso la Banca mondiale e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), dove ha lavorato per oltre 30 anni in tutto il mondo. Insegna presso università negli Stati Uniti, in Europa e in Sud America. Scrive regolarmente per riviste online ed è autore di Implosion – An Economic Thriller about War, Environmental Destruction and Corporate Greed; e coautore del libro di Cynthia McKinney “When China Sneezes: From the Coronavirus Lockdown to the Global Politico-Economic Crisis” (Clarity Press – 1 novembre 2020). Peter è ricercatore associato del Center for Research on Globalization (CRG). È anche Senior Fellow non residente del Chongyang Institute della Renmin University, Pechino.

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