di Ivelina Dimitrova
Il 21 settembre il presidente russo si è rivolto alla nazione, per seconda volta dopo l’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina, annunciando una parziale mobilitazione nazionale a partire dallo stesso giorno.
In realtà, i discorsi alla nazione dell’uomo forte del Cremlino segnano sempre eventi e notizie importanti da comunicare. Come il discorso di febbraio che ha segnato l’inizio dell’operazione militare in Ucraina. La notizia di oggi non è una sorpresa, ma un evento aspettato per una serie di motivi. Nell’ultimo mese le forze ucraine hanno iniziato una controffensiva e sono riuscite a riprendere il controllo di territori importanti nella regione di Kharkiv, la loro controffensiva nella regione strategica di Kherson non ha ottenuto i risultati sperati ma a Kharkov le forze russe sono state costrette a ritirarsi. Questa sequenza di eventi ha causato un notevole malcontento in Russia, sia nella società che nell’élite al potere. Dei leader come il presidente ceceno Ramzan Kadyrov hanno chiesto una risposta più dura agli eventi in corso. Allo stesso tempo, la notizia di una parziale mobilitazione militare arriva subito dopo l’annuncio che in quattro regioni – Donetsk, Luhansk, Zaporozhye e Kherson avrà luogo un referendum dal 23 al 27 di settembre per l’annessione alla Federazione Russa. Kiev ha promesso una risposta dura e, al fine di mantenere le proprie posizioni ed i territori conquistati, Mosca ha dovuto cercare maggiori riserve interne.
Un fatto interessante da notare è che le regioni in cui avrà luogo il referendum sono quelle in cui Mosca si è impegnata maggiormente ed è riuscita a resistere a tutte le controffensive di Kiev. Questi territori sono di importanza strategica in quanto collegano la terraferma russa alla Crimea e tagliano l’accesso di Kiev al mar d’Azov, limitando al contempo notevolmente anche il suo accesso alle coste del Mar Nero, come si evince dalla mappa sottostante.
Ecco i punti principali del discorso di mezz’ora di Putin alla nazione che meritano attenzione in quanto esso segna una nuova fase delle attività militari:
- Il discorso di Putin era rivolto a tutte le nazionalità che convivono all’interno della “grande Russia storica”. Si fa nuovamente riferimento ai confini storici dell’Impero russo, che Putin vuole ripristinare, visto che nel discorso con cui ha annunciato l’inizio dell’operazione militare lui è stato piuttosto critico nei confronti dell’URSS e di alcuni suoi leader, come Lenin, accusandoli della situazione attuale.
- La mobilitazione militare è stata definita come necessaria per proteggere l’integrità territoriale e la sovranità dello Stato che sono state definite “a rischio”.
- L’Ucraina non è stata nominata direttamente come nemico, anzi, si è fatto riferimento solo al regime di Kiev. Per la situazione attuale è stata accusata “l’élite occidentale” che, secondo Putin, “a tutti i costi e con tutti i mezzi cerca di mantenere la sua posizione di supremazia, bloccando lo sviluppo dei centri indipendenti”.
- Nel discorso l’Occidente collettivo è stato anche accusato di aver continuamente cercato di “indebolire e distruggere la Russia stessa”. Sono state anche avanzate accuse relative al fatto che l’Occidente ha sostenuto gruppi terroristici nel Caucaso, ha costruito infrastrutture militari vicino ai confini con la Russia e ha appoggiato la violenza contro la popolazione di etnia russa in Ucraina dopo il 2014.
- L’attuale regime al potere a Kiev è stato accusato di aver rifiutato i negoziati di pace e di aver cercato di ottenere armi nucleari con cui attaccare la Russia stessa. In effetti, questo è stato uno dei motivi principali sottolineati nel primo discorso di Putin per l’inizio dell’operazione militare: il fatto che l’Ucraina fosse molto vicina a ottenere le proprie armi nucleari.
- Accuse contro l’Occidente anche per il fallimento dei negoziati di pace tra Mosca e Kiev, poiché secondo il presindente russo i negoziatori ucraini avevano inizialmente accettato una soluzione pacifica alla crisi, ma successivamente si sono tirati indietro sotto la pressione di determinate forze esterne.
- Putin ha definito le quattro regioni in cui si terranno i referendum come “terre storiche della Novorussia”.
- La linea degli scontri militari di oggi è di oltre 1000 km ed è secondo Putin “contro le forze di tutto l’Occidente collettivo”.
- Per i motivi di sopra si ritiene necessaria una mobilitazione militare parziale e gli uomini mobilitati avranno gli stessi diritti e lo stesso status sociale del resto dei militari russi.
- Putin ha anche sottolineato il ricatto nucleare nei confronti del suo Paese, poiché secondo lui l’Occidente minaccia di usare le armi nucleari nei confronti della Russia, citando come esempio gli attacchi militari e i bombardamenti sulla più grande centrale nucleare d’Europa, Zaporozhye, attualmente controllata dai russi.
- È stata promessa una risposta sottolineando che la Russia è in possesso di tecnologie nucleari e militari all’avanguardia, alcune delle quali secondo lui più avanzate di quelle della NATO.
Dai punti sopra citati del discorso alla nazione, le conclusioni che si possono trarre sono che inizia una seconda fase del conflitto militare. Essa amplia la sua portata ed i suoi obiettivi. In questa nuova fase, come nemico principale viene indicata l’élite occidentale, mentre le formazioni militari ucraine sono solo il mezzo attraverso il quale viene attaccata la Russia. La Russia accetta questa guerra come una guerra di vita o di morte. Come alcuni analisti russi definiscono la situazione attuale: “ci sono guerre che si possono perdere e altre che si possono vincere. Non possiamo permetterci di perdere questa guerra perché questo significa la morte della Russia stessa, la nostra estinzione come popolo”.
Detto questo, il ritorno alla situazione internazionale precedente sembra ormai sempre più lontano e le analisi sottolineano che l’atto di mobilitazione punta direttamente contro “l’opposizione interna in Russia”, che non dovrebbe avere più ponti rimasti per rivolgersi all’Occidente nè per ripristinare la situazione politica precedente. Inoltre, proprio l’opposizione interna, composta sostanzialmente da liberali, viene incolpata internamente per il fallimento dell’operazione militare a Kharkov.
Mentre l’operazione militare inizia una nuova fase e la Russia dà una nuova definizione di “nemico” accusando l’Occidente, rimane poco chiaro come l’Unione Europea agirà, come gestirà la guerra economica (e non solo economica) e come spiegherà ai suoi cittadini cosa sta accadendo, nel momento in cui il conflitto militare è già ufficialmente denominato non tra Russia e Ucraina ma tra Russia e l’Occidente.
Nello stesso giorno del discorso alla nazione, gli Stati Uniti hanno annunciato il loro nuovo ambasciatore in Russia, Lynne Tracy, un’esperta diplomatica, attualmente ambasciatrice in Armenia e con una notevole esperienza diplomatica in Asia centrale. Ciò significa che a questo punto Washington non ha chiuso i suoi canali diplomatici con la Russia, né quelli economici. Come si svilupperanno questi rapporti diventerà più chiaro nella seconda fase dell’operazione militare.
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