Putin ha dichiarato ufficialmente che la Russia ha finalmente ripristinato il suo status di potenza mondiale

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di Andrew Korybko

ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO IN LINGUA INGLESE

Riflettendo su tutto ciò che è stato condiviso in questa analisi, non c’è dubbio che la Russia abbia davvero ripristinato il suo status che la vede come una delle forze più influenti sullo scacchiere delle relazioni internazionali in pieno allineamento con il ruolo storico che ha svolto nel corso dei secoli.

Il discorso trasmesso in video del presidente Vladimir Putin ai suoi compatrioti nella Giornata nazionale della Bandiera lo ha visto dichiarare ufficialmente che la Russia ha finalmente ripristinato il suo status di potenza mondiale.

Così ha detto il Presidente:

“La bandiera nazionale simboleggia la nostra fede nei nostri valori tradizionali a cui non rinunceremo mai: verità e giustizia, solidarietà e misericordia, rispetto per la storia ininterrotta secolare della Russia, le conquiste e le vittorie dei nostri antenati che ci ispirano a prenderci cura e difendere la nostra Patria e non permettere mai alcuna egemonia o diktat straniero. Il desiderio di vivere secondo la nostra propria volontà, di scegliere la nostra propria strada e di seguirla, è diventato parte del codice genetico del nostro popolo. La Russia è una potenza mondiale forte e indipendente. Sulla scena internazionale, ci impegniamo a perseguire solo politiche che soddisfino gli interessi vitali della nostra Patria”.

Questo annuncio si allinea con il ruolo storico che, a seguito della transizione sistemica globale recentemente accelerata verso il multipolarismo, la Russia, stato-civiltà, guidata da Vladimir Putin sta ancora una volta giocando nelle relazioni internazionali.

Nel corso della sua esistenza millenaria, la Russia è sempre stata tra i paesi più influenti della comunità internazionale. Le uniche eccezioni a questa “regola” geostrategica sono state causate dall’ingerenza straniera nei suoi affari interni, ma senza mai riuscire a sottomettere il Paese per troppo tempo. Il tempo dei guai, delle invasioni occidentali e giapponesi durante la guerra civile, eventi provocati dall’esterno e la dissoluzione sovietica hanno inferto potenti colpi alla posizione internazionale della Russia; eppure di volta in volta, questo stato-civiltà si è alzato dalle ginocchia per tornare a ricoprire il suo ruolo storico.

Il presidente Putin e i membri patriottici delle burocrazie militari, di intelligence e diplomatiche del suo paese (il cosiddetto “stato profondo”) sono i più direttamente responsabili della sua ultima rinascita avvenuta dal 2000 in poi.

La sua decisione di iniziare l’operazione militare speciale in corso in Ucraina è stata un punto di svolta sotto tutti gli aspetti poiché ha dimostrato al mondo che la Russia era disposta a respingere con la forza i delegati della NATO in quell’ex Repubblica sovietica, al fine di difendere l’integrità delle proprie linee rosse di sicurezza nazionale nel punto in cui questo blocco ostile le aveva attraversate. Ciò, a sua volta, ha evitato in modo decisivo lo scenario di questa grande potenza eurasiatica che diventa suscettibile al ricatto nucleare dell’egemone unipolare americano in declino, ed ha, così, contribuito a preservare l’equilibrio di potere in Eurasia.

Il Centro Studi Eurasia e Mediterraneo propone ai suoi lettori la traduzione degli articoli più interessanti scritti da Andrew Korybko, stimato analista geopolitico.

Non solo, ma le sanzioni senza precedenti dell’Occidente guidato dagli Stati Uniti in risposta a questo intervento diretto in Ucraina si sono rivelate vantaggiose per la Russia e controproducenti per chi le ha imposte.

Il Cremlino ha rapidamente chiesto che i paesi ostili appena designati paghino il gas in rubli e, poi, successivamente ha preso l’iniziativa nella promozione del processo di de-dollarizzazione in tutto il Sud del mondo.

La tendenza indiscutibile è che la base finanziaria dell’egemonia americana ha subito danni irreparabili dalla sequenza di eventi messi in moto nientemeno che dagli stessi Stati Uniti; questo sta creando innumerevoli altre opportunità per accelerare ulteriormente la transizione sistemica globale verso il multipolarismo. Parallelamente, l’India ha mostrato in modo impressionante la sua autonomia strategica rifiutandosi con orgoglio di soddisfare le richieste degli Stati Uniti di condannare e sanzionare la Russia, raddoppiando, invece, la dimensione eurasiatica della sua grande strategia a doppia tripolarità e ponendo così le basi per il nuovo Movimento dei Non Allineati (“Neo-NAM“) che immaginano di guidare congiuntamente al loro partner strategico iraniano.

In altre parti del mondo, la Russia si è impegnata ad aiutare i paesi africani a completare pienamente i loro processi di decolonizzazione, con, ad esempio, l’intervento di “sicurezza democratica” in Mali che conferma la sincerità delle sue intenzioni.

Il presidente Putin ha sinteticamente incapsulato la grande visione strategica della sua Grande Potenza multipolare in questo nuovo contesto internazionale alla fine del mese scorso, quando ha svelato il suo manifesto rivoluzionario globale, che servirà a ispirare il resto del mondo nella volontà di continuare a riunirsi per smantellare collettivamente l’egemonia unipolare in declino degli Stati Uniti.

Riflettendo su questo e su tutto ciò che è stato condiviso in questa analisi, non c’è dubbio che la Russia abbia davvero ripristinato il suo status che la vede come una delle forze più influenti nel contesto delle relazioni internazionali, in pieno allineamento con il ruolo storico che ha svolto nel corso dei secoli. La dichiarazione ufficiale del suo leader in tal senso significa che nessun osservatore obiettivo può più ignorare questa realtà.

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