Ambasciata della Federazione Russa in Italia e San Marino
Il Ministero della Difesa della Federazione Russa continua ad analizzare le attività biologiche militari degli Stati Uniti e dei loro alleati in Ucraina e in altre parti del mondo, alla luce delle nuove informazioni ottenute nei territori liberati.
Prosegue l’esame dei campioni biologici prelevati ai militari ucraini che hanno volontariamente deposto le armi. Come abbiamo già sottolineato, nel loro sangue sono state trovate alte concentrazioni di antibiotici, oltre a marcatori immunologici indicativi di un contatto con gli agenti patogeni della febbre da sindrome nefrosica e del Nilo occidentale, studiati dal Pentagono nell’ambito dei progetti ucraini U-PI-4 e U-PI-8.
Particolare attenzione dovrebbe essere prestata al ritrovamento, nelle postazioni abbandonate dal personale militare ucraino, di sostanze stupefacenti, tra cui oppioidi come il metadone, la codepsina, il codeterp, nonché sostanze del genere efedrina: t-fedrina e tri-fedrina.
La droga sintetica metadone viene utilizzata come terapia sostitutiva nel trattamento della tossicodipendenza.
Ricordiamo che nella Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale, soprattutto tra il 1943 e il 1945, per ridurre lo stress psico-emotivo, ai soldati, in particolare alle SS venivano somministrate compresse di Pervitin, un derivato dell’anfetamina.
Questo farmaco è stato utilizzato in massa anche dai soldati statunitensi durante le guerre di Corea e del Vietnam.
Tali droghe, che provocano dipendenza, hanno come effetto collaterale l’eccessiva aggressività, e questo spiega l’estrema brutalità mostrata da alcuni soldati ucraini contro i civili e il bombardamento delle città nel Donbass.
Alla luce delle informazioni disponibili sull’uso di potenti stimolanti da parte dei militari delle Forze Armate Ucraine, stiamo esaminando i campioni in arrivo per individuare questa classe di prodotti, le cui tracce persistono a lungo negli organi e nei tessuti umani, ad esempio nei capelli durano fino a sei mesi.
I risultati delle analisi saranno consegnati al Comitato investigativo e utilizzati come prove nelle indagini sui crimini di guerra commessi dal regime di Kiev.
Qualche settimana fa, nell’ambito dell’operazione militare speciale è stata liberata la città di Rubezhnoe, nella Repubblica Popolare di Lugansk. Nel laboratorio del centro medico “Pharmbiotest”, situato in via Pochaevskaja 9, sono stati trovati documenti che confermano che per diversi anni in Ucraina sono state condotte ricerche nell’interesse delle cosiddette “Big Pharma”. Sperimentazioni cliniche di farmaci non registrati con effetti collaterali potenzialmente gravi sono state condotte sulla popolazione residente.
Abbiamo esaminato i locali del suddetto centro, responsabile delle sperimentazioni cliniche di medicinali su volontari. Abbiamo trovato prove del fatto che committenti occidentali visitavano regolarmente “Pharmbiotest” e potevano accedere a tutte le fasi del processo di ricerca. Per comodità di lavoro, l’etichettatura delle attrezzature, i nomi delle stanze e la documentazione di lavoro erano in doppia lingua, anche in inglese.
Per evitare rischi reputazionali e costi legali in caso di insuccesso della sperimentazione di nuovi farmaci, le aziende statunitensi ed europee hanno condotto test clinici su cittadini ucraini. I volontari venivano pagati pochissimo e i casi mortali potevano essere facilmente nascosti. Inoltre, le autorità locali non svolgevano né ispezioni né controlli seri.
Questo è in linea con l’impostazione dell’Occidente che prevede di allontanare dal territorio nazionale le ricerche più controverse dal punto di vista del diritto internazionale. A questo scopo in Ucraina sono stati utilizzati militari, cittadini a basso reddito e una delle categorie più vulnerabili di cittadini: i pazienti degli ospedali psichiatrici.
Stiamo continuando ad analizzare il materiale documentale trovato nel laboratorio del centro abitato di Rubezhnoe.
Abbiamo già informato che più di 16.000 campioni biologici, tra cui campioni di sangue e di siero, sono stati trasferiti dall’Ucraina agli Stati Uniti e ai Paesi europei.
Alla luce delle assicurazioni dell’amministrazione statunitense sull’utilizzo “...esclusivamente per scopi pacifici…” delle informazioni genetiche ottenute dai cittadini ucraini, vorrei citare una dichiarazione di Jason Crow della Commissione per l’Intelligence della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti alla Conferenza sulla Sicurezza del Nord America di luglio.
Crow ha messo in guardia gli americani sui pericoli di dare il proprio DNA a società private per i test, citando: “… c’è la possibilità che i risultati dei test vengano venduti a terzi… e le informazioni ottenute potrebbero essere usate per sviluppare armi biologiche destinate a gruppi specifici… o a singoli individui“.
Dato l’interesse dell’amministrazione statunitense per lo studio di agenti biologici “a bersaglio ristretto”, tali dichiarazioni di nuovo costringono a rivedere le cause della pandemia di coronavirus e il ruolo dei biologi militari statunitensi nella comparsa e diffusione dell’agente patogeno COVID-19.
Nel maggio 2022, Jeffrey Sachs – uno dei maggiori esperti della prestigiosa rivista medica “The Lancet” e professore alla Columbia University, la principale istituzione accademica per la biosicurezza globale, ha affermato in una conferenza in Spagna che: “… il coronavirus è stato creato artificialmente e con alta probabilità utilizzando i progressi americani nelle biotecnologie…“. (citazione)
Secondo i nostri esperti, ciò è evidenziato dalla insolita variabilità delle varianti genomiche che causano il picco di incidenza della maggior parte dei coronavirus, dalle differenze significative in termini di letalità e contagiosità, dalla diffusione geografica irregolare e dalla natura imprevedibile del processo epidemico nel suo complesso. Nonostante gli sforzi per contenere e isolare i casi, la pandemia sembra essere alimentata artificialmente dall’introduzione di nuove varianti del virus in una regione o in un’altra.
Stiamo valutando la possibilità che l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) sia coinvolta nella comparsa di un nuovo coronavirus. Dal 2009, l’Agenzia ha finanziato il programma “Predict”, che studia nuove specie di coronavirus e cattura i pipistrelli portatori di questi virus. Uno dei partner del progetto era “Metabiota”, una società nota per le sue attività biologiche militari in Ucraina.
Peculiare il fatto che nel 2019 – prima della comparsa dei primi casi di COVID-19 – presso l’Hopkins Institution negli Stati Uniti si sia tenuta un’esercitazione denominata “Event 201” al fine di addestrarsi a gestire un coronavirus precedentemente sconosciuto che, secondo la leggenda dell’esercitazione, si trasmetteva dai pipistrelli all’uomo attraverso un ospite intermedio, i maiali. È così che il “virus dell’influenza spagnola” si diffuse in modo pandemico, mietendo decine di milioni di vittime.
L’attuazione dello scenario COVID-19 e la chiusura d’emergenza del programma “Predict” da parte di USAID nel 2019 suggeriscono la natura deliberata della pandemia e il coinvolgimento degli Stati Uniti nella sua insorgenza.
Durante l’operazione militare speciale, sono stati sequestrati documenti che dimostrano che l’USAID e il suo principale appaltatore, “Labyrinth Ukraine”, dal 2019 partecipano al programma biologico militare statunitense.
Si noti la lettera del capo del Dipartimento sanitario ed epidemiologico delle Forze Armate Ucraine al direttore di “Labyrinth Ukraine”, Karen Saylors, in cui il comando delle Forze armate ucraine si dichiara pronto a collaborare con l’USAID nella somministrazione di vaccini al personale militare e nella raccolta, elaborazione e trasmissione di informazioni di interesse per la parte statunitense.
La scelta dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale di coordinare il lavoro potrebbe essere stata dettata dalla crescente preoccupazione russa per le attività dei laboratori biologici ucraini, un tentativo di “spostare il mirino” dall’agenzia di difesa statunitense ed evitare accuse di sviluppo di armi biologiche.
È stato accertato che “Labyrinth Ukraine” è una divisione della società statunitense “Labyrinth Global Health” e che i suoi fondatori sono ex dipendenti di “Metabiota”, partner chiave del Pentagono nel settore biologico militare.
“Labyrinth Ukraine” è stata coinvolta nei progetti U-PI-9 e -10, che hanno studiato la diffusione della peste suina africana in Ucraina e nell’Europa orientale.
Vorrei segnalare che, nell’ambito del programma di riduzione della minaccia biologica del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, una delle aree di ricerca intraprese da “Labyrinth Global Health” era lo studio dei coronavirus e del virus del vaiolo delle scimmie.
Ricordo che il 23 luglio l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’epidemia di vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria internazionale e ad oggi la malattia è stata segnalata in 76 Paesi, con oltre 26.000 casi.
Vediamo quindi una chiara tendenza: gli agenti infettivi che rientrano nella zona di interesse del Pentagono diventano successivamente pandemici, producendo benefici economici alle aziende farmaceutiche statunitensi e ai loro protettori, i leader del Partito Democratico degli Stati Uniti.
Abbiamo già documentato l’uso di armi biologiche a Cuba da parte degli Stati Uniti. Si trattava della diffusione deliberata della febbre Dengue, della peste suina africana e delle malattie di colture economicamente importanti per l’isola. Vorrei fare un altro esempio tratto dal dossier biologico militare statunitense.
Nel 1997, il governo cubano ha portato all’attenzione della comunità internazionale il fatto che gli Stati Uniti avevano violato la Convenzione sulle armi biologiche e tossiche. L’accusa si basava sulla testimonianza di un pilota cubano che aveva registrato l’irrorazione da parte di un aereo statunitense di un agente biologico quarantenario, il tripide della palma, in grado di danneggiare una delle industrie agricole chiave di Cuba.
Nonostante sia stato possibile avviare una riunione straordinaria degli Stati parte della BWC su questo tema, l’incidente non è stato indagato a causa della mancanza di un meccanismo di verifica della Convenzione, che la Federazione Russa insiste a voler istituire.
Tale impunità ha consentito a Washington di continuare a utilizzare tecnologie biologiche militari in America Latina, anche per eliminare politici indesiderati.
Il 18 luglio 2022, il Presidente della Repubblica del Venezuela, Nicolas Maduro, ha denunciato pubblicamente il coinvolgimento degli Stati Uniti nell’assassinio dell’ex capo di Stato Hugo Chávez.
Secondo le informazioni di cui dispone il Venezuela, dal 2002 i servizi segreti statunitensi stanno lavorando su possibili modi per eliminare il leader venezuelano, che persegue un’attiva politica antiamericana. Sono stati individuati e sventati numerosi tentativi di assassinio in cui erano coinvolti funzionari dell’ambasciata statunitense a Caracas.
In violazione del diritto internazionale, gli Stati Uniti hanno svolto attività di sviluppo di farmaci che, se somministrati a breve termine, causano malattie croniche e provocano l’insorgere di varie forme di cancro. Secondo la parte venezuelana, Claudia Diaz, membro dell’entourage presidenziale, avrebbe usato tale farmaco per avvelenare Chávez. La donna è fuggita dal Venezuela con l’aiuto dei servizi segreti statunitensi e successivamente è stata portata negli Stati Uniti per evitare che venissero resi noti i dettagli della sua collaborazione con i servizi segreti americani.
Il nesso causale tra la morte del leader venezuelano e lo sviluppo di armi biologiche è confermato dalle prove forensi e dalle testimonianze dei medici cubani che hanno curato Chavez sul decorso atipico e la farmacoresistenza della malattia.
Grazie all’operazione militare speciale, le minacce rappresentate dalle strutture biologiche statunitensi sono state portate all’attenzione di molte organizzazioni internazionali e governative.
In diversi Paesi del mondo hanno avuto luogo manifestazioni di massa contro i biolaboratori finanziati dal Pentagono. Organizzazioni della società civile dell’Unione economica eurasiatica hanno adottato una risoluzione per la chiusura di questi biolaboratori.
In tale contesto, stiamo già assistendo a un cambiamento nell’approccio dell’esercito statunitense al lavoro in campo biologico in altri Paesi. Ad esempio, agli Stati nei quali gli americani svolgono ricerche a duplice uso, è stato chiesto di firmare un appello collettivo alla cooperazione con gli Stati Uniti unicamente al fine di: “... migliorare la sicurezza sanitaria globale e ridurre l’impatto delle malattie infettive sulle popolazioni...”. Attirano l’attenzione la parola “globale” e, più avanti nel testo, la formula: “con la guida degli Stati Uniti“.
Inoltre per Paesi fedeli all’iniziativa statunitense saranno disponibili ulteriori finanziamenti attraverso il Programma di riduzione del rischio biologico.
Il Ministero della Difesa russo continuerà ad analizzare le prove documentali dell’attuazione del programma statunitense biologico militare in Ucraina e vi terrà informati sui risultati.
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