A cura della redazione di Polis Etica
Il 27 luglio 2022, POLIS ETICA, la neo Scuola Indipendente di Educazione Civica e Politica per Cittadini, ha realizzato un ennesimo convegno strategico, su di un tema tanto delicato che non ne parla quasi nessuno: chi sta causando la crisi politica, economica e identitaria dei paesi europei e dell’Europa nel suo insieme? E perché? La nostra sopravvivenza dipende dal riconoscere, su base OGGETTIVA, chi ci sta manipolando e inguaiando e chi potrebbe esserci d’aiuto. Ma, principalmente abbiamo bisogno di credere in noi stessi e nelle nostre identità e capacità e metterle insieme nell’interesse di tutti, senza perdere la nostra sovranità, nel rispetto reciproco.
Al convegno “Ma quali sono gli interessi dei popoli europei e chi li tutela?” hanno partecipato politici, personaggi pubblici e rappresentanti della comunità scientifica, italiani e francesi.
Tra i relatori c’erano il professor Alexandre Del Valle (noto politico e politologo, dalla Francia), il senatore Luigi Marino (politico, politologo e studioso del sistema russo ed ex sovietico, Italia), il Dr. Stefano Vernole (Direttore del CeSEM, Centro Studi Eurasiatici-Mediterranei, Eurasia, Italia), il Dr. Marco Ghisetti (analista di geopolitica per la rivista Eurasia, Italia) . Moderatore dell’evento è stato Guido De Simone (fondatore di Polis Etica).
Durante l’incontro, i partecipanti hanno convenuto che dal 1945 l’Europa non è libera e, per ottenere una vera libertà ed un vero ruolo internazionale, l’UE deve liberarsi con intelligenza da qualsivoglia controllo “esterno” e in tutti i campi (monetario, militare, economico, politico), pur mantenendo buoni rapporti con tutti.
Nei loro discorsi, i relatori hanno richiamato l’attenzione sulle conseguenze negative causate dal fatto che l’Europa segue senza obiezioni la politica ideologica e distruttiva statunitense contro la Russia (Russia che è proprio la gamba mancante ad un Occidente zoppo) e sostanzialmente obbedendo, senza obiezioni, salvo l’Ungheria di Orban, alla strategia egocentrica e sempre più autolesionista di Washington.
Durante l’incontro si è parlato anche delle conseguenze negative della fornitura di armamenti all’Ucraina da parte dei paesi dell’UE, con costi diretti e conseguenze economiche e sociali che hanno solo danneggiato il tenore di vita dei cittadini europei e non la Russia.
I partecipanti all’incontro hanno affrontato la crisi ucraina e le sue conseguenze dai vari punti di vista, incluso ciò che preoccupa moltissimo gli abitanti del continente europeo: il coinvolgimento in una guerra continentale solo distruttiva, se non definitiva (atomica).
Hanno anche espresso la loro opinione negativa sulla concessione all’Ucraina dello status di paese candidato all’adesione all’Unione europea. È una mossa ideologica e pericolosa, ma anche un insulto a tutti i princìpi in base ai quali tutti gli altri aspiranti sono ancora oggi valutati e secondo i quali gli aderenti in passato sono stati accettati. E l’Ucraina di oggi NON è affatto compatibile con i princìpi dell’Unione Europea su tutti i piani.
SINTESI DEGLI INTERVENTI, LE TESI PIÙ SIGNIFICATIVE
Alexandre Del Valle
Il professor ALEXANDER DEL VALLE ha offerto un’analisi critica del sistema europeo, rilevando che è stato concepito non in Europa, ma in America e quindi è un progetto puramente americano.
«Poi è stato motivato dall’opposizione al blocco comunista sovietico e finanziato dal Piano Marshall. Allora come possiamo aspettarci che sia nell’interesse degli europei?»
Del Valle fa una domanda ragionevole.
Riguardo alla crisi ucraina, il relatore ha osservato che il piano per costringere Ucraina e Georgia ad aderire alla NATO è stata una vera provocazione ed è stato denunciato perfino dai maggiori strateghi americani come Henry Kissinger e John Mearsheimer: «Abbiamo provocato i russi. E sappiamo perché è successo. Perché il gas russo è un enorme rischio per i globalisti americani».
Secondo lui, le risorse russe renderebbero la Germania molto indipendente e questo creerebbe le condizioni per creare una strategia per un’Europa autonoma. Ma questo passaggio rappresenterebbe un grande pericolo dal punto di vista americano.
Pertanto, secondo lui, gli americani e la NATO hanno fatto tutto il possibile per indurre i russi ad agire in Ucraina e provocare una crisi ucraina. E questa è stata una grande opportunità per loro di privare l’Europa di questa piccola opportunità di diventare autonomi a spese del gas russo.
Il politologo italo-francese ha anche spiegato le ragioni dell’origine del “nemico russo”, che è nato dal nulla.
Per quanto riguarda la questione europea, Del Valle ha concluso che l’Europa non esiste. Ci sono solo gli interessi degli Atlantisti.
E cita un concetto espresso da George Friedman, fondatore di Stratfor, il think tank del Pentagono, come esempio: «Abbiamo provocato i russi in guerre in Europa per impedire la formazione di un’unione euro-russa».
Stefano Vernole
Un punto di vista simile è stato espresso da STEFANO VERNOLE, direttore del CESEM (Centro Studi Eurasiatici-Mediterranei), ricordando che «Zbigniew Brzezinski ha sostenuto che “l’Europa è un naturale trampolino di lancio americano per impedire l’unificazione del continente eurasiatico,” e ogni espansione dell’Europa, così concepita e per la quale i potentati americani hanno lavorato, corrisponde all’espansione dell’influenza della NATO e degli Stati Uniti» .
In sostanza: «È chiaro che questa Unione Europea è un progetto americano e gli Stati Uniti hanno sempre fatto di tutto perché non sfuggisse al controllo».
Poi, Vernole ha citato come esempio lo stratega americano Samuel P. Huntington, il quale ha affermato che «un’Ucraina sovrana indipendente dalla Russia è una componente di importanza critica, poiché rappresenta un pilastro per quegli Stati che sono per noi (n.d.r.: americani) strategicamente determinanti, come l’Azerbaigian e l’Uzbekistan, su cui gli Stati Uniti hanno giocato per distruggere l’unità del continente asiatico».
Ed ha aggiunto che: «l’identità europea è debole perché vogliono renderla debole».
La conclusione del Direttore del CeSEM è che: «L’Europa è i suoi Stati hanno bisogno di sovranità militare, monetaria, industriale, economica e politica, che oggi non ha perché è controllata da Washington».
Guido De Simone
Il moderatore dell’incontro, GUIDO DE SIMONE, fondatore di POLIS ETICA, ha richiamato l’attenzione sulla scarsa capacità dell’attuale leadership europea di fare altrimenti, adeguandosi piuttosto alla situazione.
Anche Macron, che per molti rappresenta l’ultima speranza, ha molto deluso.
In merito, il Prof, Alexandre Del Valle ha sostenuto che Macron è al servizio del “progetto americano di Europa” e della strategia di Washington, come dimostra, tra le altre cose, il suo piano di accettare 400.000 rifugiati all’anno in Francia per contribuire ad appiattire l’identità francese in un cosmopolitismo impersonale.
In effetti, ciò è dovuto ad un impegno con la governance globale che è anti-identità, «trasformando l’Europa in un laboratorio per testare la strategia di un governo mondiale che, secondo loro, avrebbe tutte le “virtù”».
«Pertanto», conclude Del Valle, «la sovranità europea è solo un pretesto per rinunciare alle sovranità nazionali».
Luigi Marino
Il Senatore LUIGI MARINO, riferendosi al suo recente articolo pubblicato su Planet360.info, spiega perché dovremmo ascoltare Henry Kissinger: «Questo grande esperto di giochi geopolitici sostiene da decenni che l’Ucraina non dovrebbe far parte della NATO (e dell’UE)!»
Marino afferma che: «Da oltre 500 anni la Russia fa parte del sistema europeo. La Russia è l’Europa!»
E poi sottolinea che: «L’Europa non ha alcun interesse a spingere la Russia nelle braccia della Cina, ma gli Usa lo fanno proprio separandola dall’Europa, commettendo un gravissimo errore e facendo un regalo alla Cina».
Il senatore è d’accordo con Kissinger, che afferma che «la linea strategica di Washington è pericolosamente fuorviata e destinata al fallimento, considerando la Russia un “nemico”». Ma l’Europa insiste, «partecipando con 10 miliardi di armi inviate agli ucraini per volere di Washington».
Secondo Marino, «i russi sono profondamente delusi dalla scelta europea, e soprattutto dalla posizione dell’Italia», che in passato ha sempre mediato per far considerare agli alleati il punto di vista russo.
MARCO GHISETTI
Il dott. MARCO GHISETTI, analista geopolitico per la rivista Eurasia, ha confermato che non c’è mai stata concorrenza tra russi e italiani, anche a livello commerciale (diverse sono le loro opportunità sia nella produzione che nelle risorse naturali).
«La delusione dei russi causata dagli italiani», secondo Ghisetti, «è sorta dall’inaspettato invio di armi usate contro i russi in Ucraina».
Come è stato evidenziato dal dialogo finale tra Marco Ghisetti e Guido De Simone, nel tempo è emersa la realtà che sono le istituzioni italiane che si sono appiattite sulle posizioni della NATO, e che invece lo strato intellettuale e gli esponenti della Società Civile italiana per primi, così come chiunque nel Popolo Italiano riesce a trovare informazione sulla realtà dei fatti (i media mainstream non la danno), hanno tutti denunciato ciò come una inaccettabile ipocrisia e protestato contro l’invio di armi in Ucraina.
Tutto nasce dalla denuncia dei lavoratori all’aeroporto di Pisa e nel porto di Genova. «Come ricordiamo, si sono rifiutati di portare a termine la spedizione di finti aiuti umanitari che contenevano armi micidiali, dando luogo a manifestazioni dei cittadini in piazza contro l’invio di armi, e dichiarazioni di forte opposizione di noti intellettuali.
«Tutto ciò mette in evidenza la sostanziale differenza tra il punto di vista dei popoli e quello dei loro governi o parlamenti», hanno osservato nel loro scambio Ghisetti e De Simone.
In Italia, a loro avviso, chi non è al potere spera che i russi siano consapevoli della situazione e facciano distinzione tra popoli e governi.
Riferendosi alla decisione europea di concedere all’Ucraina lo status di candidato all’UE, Ghisetti ha osservato che l’Ucraina non ha le condizioni necessarie per questo.
«Nel 2014, l’Ucraina era a un bivio e alla fine ha scelto l’Unione Economica Eurasiatica, perché c’era un alto grado di interoperabilità economica e industriale e poiché la Russia aveva investito molti soldi per aiutarla, mentre la proposta del FMI era un suicidio».
Inoltre, «l’Ucraina era una “figlia” del sistema sovietico e i suoi prodotti erano compatibili con quel sistema e con i paesi che ne derivavano», afferma il politologo.
«Dopo il colpo di stato di Maidan (2014), il nuovo governo ha strappato il trattato di adesione euroasiatico e ha firmato un trattato con l’Unione europea. E, di conseguenza ,sono arrivate anche le misure discriminatorie nei confronti della popolazione di lingua russa, ma anche un calo della produzione nelle industrie calibrate al sistema sovietico, perché incompatibili e non competitive con gli standard dell’Europa occidentale».
Un disastro.
«Pertanto, da quel momento in poi, l’Ucraina ha dovuto far affidamento sull’aiuto dei capitali dei paesi occidentali, sui prestiti, che hanno determinato la sottomissione finale dell’Ucraina», sottolinea Ghisetti.
Marco Ghisetti ha concluso affermando che: «I russi si resero conto che gli europei occidentali erano inaffidabili, perché ormai, evidentemente troppo influenzati dalla “scuola” e dall’esempio delle autorità americane, non rispettavano i patti».
In sintesi: «l’Unione europea esisterà finché farà comodo alla Germania o agli Stati Uniti».
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… Salvo che i POPOLI non decidano altrimenti. Perché le élite hanno la brutta e arrogante abitudine di credere che i popoli non contano nulla e che, dopotutto, non faranno nulla e si adegueranno. Sarà così anche stavolta? La Storia insegna che i più grandi passi avanti l’umanità li ha fatti quando era una questione di sopravvivenza.
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