LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA ED ISTITUZIONALE DEL PCC E DEI SUOI ALLEATI

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di Marco Costa

L’assetto organizzativo del Partito Comunista Cinese

Conoscere la Cina significa necessariamente conoscere il ruolo del suo partito guida, il PCC. Questo partito ha una struttura complessa, stratificata e ramificata, che abbraccia tutti i livelli, le categorie e i settori della società dalla base degli iscritti fino al Segretario Generale. Risulta essere, in buona sostanza, il nervo politico della Repubblica Popolare, la sua avanguardia e il motore propulsivo di tutta l’impalcatura amministrativa cinese. Per capire meglio il funzionamento di questa enorme organizzazione, occorre sviscerarne l’architettura piramidale nei suoi diversi livelli.

Alla base del Partito – che lo scorso anno ha festeggiato il centenario della sua fondazione – c’è la massa degli iscritti, che attualmente risultano essere poco più di 95 milioni (escluse ovviamente le altre organizzazioni affini e giovanili, come la Lega della Gioventù Comunista e i Pionieri). La vita politica delle sezioni territoriali, a partire dal livello provinciale sino a quello distrettuale, risponde ad una gerarchia ben definita, laddove le unità di livello inferiore rispondono a quelle di livello superiore. Ad esempio, a livello provinciale si hanno il Segretario di partito provinciale, il Comitato di partito provinciale, il Congresso di partito provinciale e così via. In questo contesto, a livello locale sono i quadri territoriali che operano per garantire la corretta applicazione delle direttive provenienti dagli organi apicali. In tutti i suoi livelli di funzionamento, il PCC deve applicare un metodo di lavoro fondato su 4 principi fondamentali.

Il primo principio è quello della leadership collettiva, ovvero l’idea secondo la quale le decisioni sono prese collegialmente e attraverso il consenso; a livello della direzione centrale del partito ciò significa che, ad esempio, tutti i membri del Comitato Permanente del Politburo hanno la stessa rilevanza, che si traduce nel fatto che ogni membro ha un solo voto.

Il secondo principio organizzativo del PCC è il centralismo democratico; questo è stato il principio organizzativo guida del partito sin dal V Congresso Nazionale, tenutosi nel 1927 ed è un concetto di matrice leninista; infatti lo Statuto recita: «Il Partito è un organismo integrale organizzato secondo il suo programma e costituzione e sulla base del centralismo democratico». Mao Zedong definì questo metodo come «allo stesso tempo democratico e centralizzato, con i due apparenti opposti di democrazia e centralizzazione uniti in una forma definita» e che la superiorità del centralismo democratico risiede nelle sue contraddizioni interne, tra democrazia e centralismo, e libertà e disciplina. Attualmente, il PCC sostiene che «la democrazia è l’ancora di salvezza del Partito, l’ancora di salvezza del socialismo», ma affinché la democrazia sia attuata e funzioni correttamente, è necessaria al contempo la centralizzazione.

Altro principio a cui devono attenersi i membri del PCC a tutti i livelli è quello della disciplina.

Per disciplina si intende quell’insieme di comportamenti politici e morali a cui deve attenersi un buon iscritto al partito, su cui vigila – in caso di problemi – la Commissione Centrale per l’ispezione Disciplinare (CCDI), che è la più alta istituzione di controllo interno del Partito Comunista Cinese con il compito di far rispettare le regole, i regolamenti e di combattere possibili violazioni quali conflitti di interessi, la corruzione e gli illeciti all’interno del partito. Questo organismo è stato recentemente riformato, anche in funzione della dura e coerente campagna di lotta alla corruzione su cui ha posto attenzione il Presidente Xi Jinping dall’inizio del suo mandato.

Infine un quarto concetto, che approfondiremo in seguito nel paragrafo riguardante il Fronte Unito; il Sistema di cooperazione multipartitica. Questo sistema prevede una costante cooperazione e consultazione politica, laddove il PCC esercita un ruolo guida rispetto agli altri otto partiti che compongono il Fronte Unito e le altre organizzazioni di massa presenti nella nazione. Queste consultazioni contribuiscono, su più livelli, alla formazione della politica di base del Paese nel campo degli affari politici, economici, culturali e sociali. Questo processo è istituzionalizzato nella Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese (CCPPC).

L’articolo fa parte del Focus del Cesem “Il Grande Rinascimento della Nazione Cinese”

Analizzando la struttura gerarchica del PCC dal basso verso l’alto, possiamo affermare che il Congresso Nazionale è l’organo supremo del partito. In base all’articolo 19 dello stesso, si riunisce normalmente ogni 5 anni ed ha il compito di riunire i delegati eletti dalla base degli iscritti locali. I criteri della loro elezione sono stabiliti dal Comitato Centrale in scadenza; nell’ultimo Congresso – il 19esimo, tenutosi nell’ottobre del 2017 – il CC aveva stabilito in 2300 il numero dei delegati (quindi in media un delegato ogni 40 mila iscritti), eletti in 40 diverse unità elettorali. Di queste 40 unità 34 erano territoriali, ovvero le provincie, le regioni e le municipalità autonome incluse Hong Kong, Macao e i rappresentanti della Federazione Generale dei compatrioti di Taiwan, laddove ciascuna di esse esprimeva per il Congresso un numero di delegati differente, in funzione del numero di abitanti e iscritti (ad esempio la città di Shanghai esprimeva ben 76 delegati). Le restanti 6 unità elettorali esprimevano quei delegati espressione di particolari e fondamentali settori, quali l’Esercito (253 delegati), le Agenzie Centrali del Governo (186), il Dipartimento del CC (109), le Forze di Polizia (50) e il settore finanziario (44). Inutile dirlo, ciascun delegato doveva rispondere a rigorosi requisiti ideologici, politici e morali, essendo in qualche modo esempio di moralità e competenza nella comunità che lo eleggeva.1

Primo piano di terreno secco e spaccato.

Qual è il problema?

Gli alberi sono oggi più importanti che mai. Secondo quanto riferito, più di 10.000 prodotti sono realizzati dagli alberi. Attraverso la chimica, l’umile catasta di legna produce sostanze chimiche, plastica e tessuti che erano oltre ogni comprensione quando un’ascia abbatté per la prima volta un albero del Texas.

Il primo passaggio per la nomina di un iscritto alla candidatura, è la designazione operata dalla base degli iscritti nelle loro oltre 4 milioni e mezzo di cellule di base. Su questa prima lista di candidati i comitati di livello superiore si pronunciano, anche in base ad un controllo che viene effettuato sia nelle strutture di partito che a livello di polizia e magistratura. Definita la lista dei candidati, si apre in ogni provincia un Congresso locale, laddove gli iscritti eleggono a scrutinio segreto i loro rappresentanti.2 Alle elezioni dei delegati dell’ultimo Congresso ha partecipato il 99,2% degli iscritti, un numero straordinariamente superiore a quello dei precedenti congressi. Sulla composizione della platea dei delegati, circa un terzo sono lavoratori del settore industriale e agricolo, mentre un 20% è costituito da pensionati e circa il 16% da dipendenti pubblici. La componente femminile è attualmente presente al Congresso per quasi un quarto dei delegati, mentre l’11% esprime i rappresentanti delle minoranze etniche.

La Costituzione definisce all’articolo 20 i compiti del Congresso: esaminare la relazione del CC, esaminare la relazione della Commissione Centrale di Ispezione Disciplinare (CCDI); discutere la linea politica del Partito per il prossimo quinquennio; eleggere il nuovo CC e la nuova CCDI.

La fase congressuale è davvero in Cina la tappa fondamentale della vita politica della nazione, infatti i compiti affidati al Congresso dalla Costituzione sono i seguenti: fissare i principali punti dell’agenda politica dei vari settori di governo e dell’amministrazione pubblica; rivedere eventualmente la Carta fondamentale della RPC (è l’unico organo deputato a farlo); scegliere le nuove generazioni di leader politici alla guida del Paese. Le tre funzioni sono tra di esse strettamente connesse e sia i successi che eventuali frizioni nel partito dipendono soprattutto dalle decisioni prese all’interno del Congresso. È in buona sostanza il momento apicale della vita politica della RPC. Tra un Congresso nazionale e l’altro, di norma questo continua a riunirsi nel quinquennio secondo la formula di sessioni plenarie o plenum, che negli ultimi decenni sono state quasi sempre sette. Se il primo plenum si riunisce il giorno successivo al Congresso sotto la guida del nuovo CC, il secondo si riunisce solitamente nella primavera dell’anno successivo, prima della doppia sessione in cui si riuniscono contestualmente l’Assemblea Nazionale e la Conferenza Politica Consultiva, potendo così proporre all’Assemblea le candidature per le cariche amministrative e di governo.

Il Congresso elegge il Comitato Centrale, che rimarrà in carica fino al Congresso successivo; attualmente è composto da 205 membri effettivi e da 171 supplenti; solitamente, a questo livello sono eletti membri prestigiosi del partito, quali segretari provinciali, ministri, capi dei distretti militari, i vertici delle organizzazioni di massa. Il CC rimane in carica – secondo l’articolo 22 – fino al Congresso successivo, portando avanti l’attività del partito sia a livello organizzativo sia nel perseguimento degli obiettivi politici prefissati. Il CC ha sua volta ha il compito di eleggere l’Ufficio Politico, il Comitato Permanente dell’Ufficio Politico, la Commissione Militare Centrale e il Segretario Generale. Qui si vota con un sistema di tipo confermativo, ovvero si vota solo su liste di candidati proposti. Inoltre spettano sempre al CC altri ruoli importanti, quali l’organizzazione del partito all’interno dell’Esercito di Liberazione, il controllo della CCDI (eletta dal Congresso), la direzione dell’organo ufficiale del partito (il Quotidiano del Popolo).

L’organo superiore al CC è l’Ufficio Politico o Politburo. Questo organismo, composto da 25 membri, opera come direzione del CC quando esso non è in sessione; la sua elezione avviene solitamente nel corso del primo plenum e si riunisce solitamente una volta al mese secondo un ordine del giorno redatto dal Segretario Generale. Le decisioni sono di norma assunte all’unanimità e solitamente, in caso non vi sia il consenso unanime su un dato punto, si preferisce rinviare la decisione all’incontro successivo.

Sempre in senso gerarchico, ad un livello superiore si trova l’ancora più ristretto Comitato Permanente dell’Ufficio Politico, composto attualmente da 7 membri.3 Anche qui più che di elezione si può pensare ad una cooptazione, laddove i suoi membri devono avere un percorso politico di massima eccellenza e di unanime consenso. La sua elezione avviene nel corso della prima sessione del nuovo Congresso ed il limite di età per farne parte è stato fissato a 68 anni.4 Ovviamente deve farne parte il Segretario Generale ed attualmente tra gli altri componenti troviamo il Presidente ed il suo vice del Consiglio di Stato, il Presidente del Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale, il Presidente dell’Assemblea Politico Consultiva del Popolo Cinese e il Segretario della Commissione Centrale per l’Ispezione Disciplinare. Esso si riunisce settimanalmente ed esercita funzioni pressoché quotidiane sulla direzione generale del partito, essendo questo il livello decisionale più alto nella vita politica del Paese, in grado di orientare con decisioni di indirizzo sia il partito che le istituzioni nazionali.

Infine il Segretario Generale, figura apicale di tutta l’impalcatura politica del Partito e dello Stato cinese. Il Segretario Generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese è indubitabilmente il principale responsabile del PCC, il partito al governo della RPC, nonché l’attuale massimo leader del partito del governo e dell’esercito. Dopo il 19esimo Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese nel 2017, tutti i membri dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale devono riferire costantemente del loro lavoro al Segretario Generale. Secondo la Costituzione del PCC, il Segretario Generale ha il compito di convocare le riunioni dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale e del Comitato Permanente dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale e di presiedere i lavori del Segretariato del Comitato Centrale. La stessa Costituzione, prevede inoltre che il Segretario Generale del Comitato Centrale debba essere eletto dal Comitato Permanente dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale. La durata del mandato del Segretario Generale è la stessa di quella del Comitato, ovvero di cinque anni, e il numero dei mandati consecutivi non è limitato. Secondo l’attuale Costituzione del PCC, il Segretario Generale del partito è anche la figura più alta responsabile del Congresso Nazionale, del Comitato Centrale e del Comitato Permanente dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale.

La carica di segretario generale del Comitato Centrale fu stabilita al IV Congresso Nazionale nel 1925, quando Chen Duxiu, uno dei fondatori del Partito Comunista Cinese, fu eletto primo Segretario Generale. Nel 1945, con il Settimo Congresso Nazionale fu sostituito dal Presidente del Comitato Centrale e Mao Zedong ricoprì questa carica per il resto della sua vita, mentre la carica di Segretario Generale istituita in questo intervallo di tempo deteneva il solo compito di presiedere i lavori della Segreteria del Comitato Centrale. Nel 1982, è stato ristabilito al Dodicesimo Congresso Nazionale del PCC l’originale ruolo di Segretario, che ha sostituito il Presidente del partito come la più alta posizione di leadership politica, e Hu Yaobang ne è stato il primo Segretario Generale secondo la costituzione. L’attuale Segretario Generale del Comitato Centrale del PCC è Xi Jinping, eletto per la prima volta alla Prima Sessione Plenaria del Diciottesimo Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese tenutasi il 15 novembre 2012, ed è stato rieletto alla Prima Sessione del 19° Congresso tenutosi il 25 ottobre 2017. Nel 2017, l’autorità del Segretariato del Comitato Centrale del PCC e del Segretario Generale del Comitato Centrale del PCC ha raggiunto un consenso di base all’interno del Politburo e il partito ha raggiunto un consenso finale sui membri del Comitato Centrale e sulla figura del Segretario Generale.

Dall’ultimo Congresso del 2017 e in funzione dell’avvicinamento al 20°, che si terrà nella seconda metà di quest’anno, occorre soffermarsi almeno brevemente sugli esiti del sesto plenum del CC, svoltosi nel novembre del 2021. In questa sede si è attuata una vera e propria innovazione ideologica della linea politica del partito, in cui si arrivati alla conclusione secondo cui «L’Ufficio Politico ha tenuto alta la grande bandiera del socialismo con caratteristiche cinesi; ha seguito la guida del marxismo-leninismo, del pensiero di Mao Zedong, della teoria di Deng Xiaoping, della teoria delle tre rappresentanze, della prospettiva scientifica sullo sviluppo, e il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era».5 In sostanza il pensiero dell’attuale Segretario Xi Jinping viene promosso ad indirizzo politico di importanza pari ai suoi due maggiori storici predecessori nella tradizione socialista cinese, ovvero Mao Zedong e Deng Xiaoping. Tale ammissione, è considerata quale tappa più recente nel processo di innovazione nella tradizione del partito, visto che la risoluzione finale recita: «Durante la sessione è stato evidenziato che il Partito ha compiuto un viaggio glorioso negli ultimi cento anni. Sin dalla sua fondazione nel 1921, il Partito ha fatto della ricerca della felicità per il popolo cinese e del ringiovanimento per la nazione cinese la sua missione. Rimanendo fedele agli ideali comunisti e alle convinzioni socialiste, ha unito e guidato il popolo cinese a lavorare instancabilmente per raggiungere l’indipendenza nazionale e la liberazione del popolo e quindi per rendere il nostro Paese prospero e forte e portare felicità alla gente. Gli sforzi del Partito e del popolo nel secolo scorso rappresentano il capitolo più magnifico della storia millenaria della nazione cinese. […] Durante la sessione è stato sottolineato che i comunisti cinesi, con il compagno Xi Jinping come loro principale rappresentante, hanno stabilito il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era sulla base dell’adattamento dei principi di base del marxismo alle realtà specifiche della Cina e alle sua grande cultura tradizionale, sostenendo il pensiero di Mao Zedong, la teoria di Deng Xiaoping, la teoria delle tre rappresentanze e la prospettiva scientifica sullo sviluppo, rivedendo e applicando pienamente l’esperienza storica acquisita dalla fondazione del Partito e procedendo da nuove realtà.».6

In sostanza il sesto plenum ha svolto un ruolo epocale nella storia dei comunisti cinesi, avendo determinato a tutti gli effetti una “svolta nella continuità” rispetto alle nuove sfide che la moderna Cina, avendo ormai avendo raggiunto successi inimmaginabili sul piano economico e politico, si pone per i prossimi decenni. Il prossimo autunno svolgerà in questo senso un passaggio decisivo, e i delegati eletti al 20° Congresso avranno un ruolo tanto delicato quanto epocale: quello di emanare indirizzi politici capaci di coniugare per la Cina della Nuova Era stabilità politica e crescita economica in un contesto globale sempre più articolato e sempre più soggetto a crisi internazionali quali guerre regionali, crisi alimentare e ambientale, uscita dall’emergenza pandemica. Vedremo quali saranno i nuovi soggetti incaricati all’interno del Partito a dovere affrontare queste sfide in prima linea; certamente il modello cinese non subirà grandi scossoni, alla luce degli indiscutibili risultati che l’attuale leadership può vantare nell’ultimo decennio.

Partito o Partiti? Il Fronte unico

Contrariamente a quanto spesso venga rappresentato in occidente rispetto al quadro politico cinese, Il Partito Comunista non è l’unico partito legalmente esistente e nemmeno l’unico partito in senso al Governo. Per quanto il PCC detenga una sorta di ruolo guida in termini di numeri e di prestigio sulle attività politiche in seno alla RPC, esistono altri partiti che insieme al PCC determinano la coalizione che formalmente e sostanzialmente opera all’interno dell’Assemblea Nazionale del Popolo; tale coalizione di partiti si chiama Fronte Unito. Per avere una rappresentazione del rapporto tra il PCC e gli altri partiti esistenti, si potrebbe semplificare affermando che il sistema multipartitico di cooperazione e consultazione politica sotto la guida del Partito Comunista Cinese, denominato sistema di consultazione politica, è il sistema attualmente in vigore all’interno della vita politica pubblica cinese nonché all’interno dell’organo legislativo fondamentale, ovvero l’Assemblea Nazionale del Popolo.

Secondo questo sistema, il Partito comunista cinese è l’unico partito al governo della Repubblica Popolare Cinese e gli otto partiti democratici hanno lo status di partiti politici partecipanti sotto la direzione del Partito Comunista Cinese stesso; questo esercita certamente una leadership politica sui partiti democratici, ovvero persuade i partiti democratici attraverso la consultazione politica a essere coerenti con il PCC in termini di principi politici, direzione politica e politiche principali; tuttavia il PCC non può ordinare, interferire o controllare gli altri partiti democratici riconosciuti e deve garantire l’indipendenza organizzativa e l’uguaglianza giuridica dei partiti democratici.7 In questo quadro, il PCC guida il governo e detiene il potere, e gli altri otto partiti democratici hanno il ruolo di coadiuvare il partito guida nelle sue funzioni, avendo un ruolo che potremmo definire di compartecipazione. Più partiti possono coesistere all’interno dei vari organi legislativi e consultivi, ma il numero dei partiti partecipanti è fisso ed è di 8, e possono partecipare solo agli affari politici, ovvero a una «supervisione politica del Partito Comunista Cinese per mezzo di opinioni, critiche e suggerimenti».

Secondo l’articolo 11 del Regolamento sul lavoro del Fronte Unito del Partito Comunista Cinese: «Le funzioni fondamentali dei partiti democratici sono di partecipare alle deliberazioni, alla supervisione democratica e alla consultazione politica guidate dal Comunista Partito della Cina»; secondo l’articolo 13 «i partiti democratici e i patriottici avanzano opinioni e suggerimenti sui rapporti di lavoro del governo, sulle principali politiche e misure pertinenti e sui grandi progetti di costruzione che i governi a tutti i livelli intendono sottoporre all’Assemblea Popolare». Ancora secondo l’articolo 14 «La supervisione democratica da parte dei partiti democratici e delle persone senza appartenenza a partiti si intende sulla base dei “quattro principi fondamentali” e la supervisione politica del Partito Comunista Cinese si realizza per mezzo di opinioni, critiche e suggerimenti».8

Non è un caso che il Presidente Xi Jinping abbia recentemente definito il Fronte Unito come la terza “arma magica” del partito insieme alla costruzione del partito e alla lotta armata. Xi sembra aver usato questa formulazione tradizionale di Mao Zedong per guidare i suoi sforzi per rafforzare la Repubblica Popolare Cinese e ottenere il grande ringiovanimento del popolo cinese. Infatti in questa citazione richiama uno scritto di Mao Zedong del 1939, in cui il Grande Timoniere spiegava il rapporto tra le tre armi magiche in possesso della rivoluzione: «Il Partito è l’eroico guerriero che brandisce le due armi, il fronte unito e la lotta armata, per assaltare e frantumare le posizioni del nemico».9

In estrema sintesi, questo organo venne fondato nell’ultimo periodo della guerra civile contro il Kuomintang; in quella fase PCC raggruppò attorno a sé un’alleanza di partiti minori – rappresentanti di settori non strettamente proletari e entro certi limiti anche di settori considerati borghesi – che avrebbero dovuto lentamente integrarsi nel progetto della Nuova democrazia. Nel 1950 si svolse la Prima Conferenza del Fronte Unito, in cui venne formalizzato il novero degli 8 partiti legali che partecipavano al Fronte e alla Conferenza Politica Consultiva del Popolo Cinese, mentre nel 1951 entrò a far parte del Fronte la Federazione Cinese dell’Industria e del Commercio. Inizialmente i dirigenti degli 8 partiti assunsero anche posizioni da ministri nel Governo, adeguatamente compensati da membri del PCC come vice ministri. Con l’accelerazione della collettivizzazione nella seconda metà degli anni ’50, il Fronte Unico perse il ruolo di organizzatore di settori non proletari esterni al PCC per concentrarsi più specificamente sugli intellettuali, seguendo le alterne vicende della lotta ideologica. L’avvio della Rivoluzione Culturale segnò di fatto un’interruzione provvisoria della tattica del Fronte Unito, con la fine di ogni tipo di collaborazione con le classi non proletarie. Dopo la prima fase radicale della Rivoluzione Culturale, nel 1970 e nel 1972 furono ristabilite alcune funzioni per i partiti minori e la FCIC.

Con la stagione delle riforme economiche, si è stabilizzato il ruolo del Fronte e della sua rappresentazione nella Conferenza Politica Consultiva del Popolo Cinese. Il preambolo della Costituzione del 1992 prevede infatti, sotto la guida del Partito Comunista Cinese, «un ampio fronte unito patriottico, composto dai partiti democratici e dalle organizzazioni popolari che abbracciano tutto il popolo lavoratore socialista, tutti i costruttori del socialismo, tutti i patrioti che sostengono il socialismo e tutti i patrioti che lavorano per riunificazione della madrepatria».

Il Dipartimento di Lavoro del Fronte Unito (DLFU) è un dipartimento rispondente direttamente al Comitato Centrale del PCC. Dal 2018 ha assorbito l’Amministrazione di Stato per gli Affari Religiosi (che supervisiona le 5 chiese ufficiali) e l’Ufficio per gli Affari dei Cinesi d’Oltremare; ricade sotto questo dipartimento anche la Commissione per gli Affari Etnici di Stato. In termini strettamente istituzionali, gli 8 partiti minori che affiancano il PCC nel suo ruolo egemone sono presenti con ruolo e peso diverso in ciascuno dei due organi parlamentari: l’Assemblea Nazionale e soprattutto nella Conferenza Politica Consultiva.

Anche da un punto di vista politico, tale organo ha visto con la presidenza di Xi Jinping un rinnovato protagonismo. All’interno della Cina, infatti, il DLFU svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo delle politiche e nel coordinamento, in particolare per le minoranze etniche e religiose. All’estero, questo organismo ha contribuito a sviluppare legami politici e con i cinesi d’oltremare, apportando benefici agli investimenti e alla ricerca, oltre a coadiuvare il PCC nell’ambito della comunicazione esterna. Le ripetute sollecitazioni di Xi Jinping affinché il partito utilizzi il Fronte come arma magica per realizzare il Grande Ringiovanimento cinese, palesa il fatto che lo intende come uno strumento fondamentale di supporto al PCC. Non a caso, le ultime modifiche organizzative introdotte conferiscono ulteriore credito a questa opinione. Nel 2020, il PCC ha confermato che il ruolo di collaborazione con il Fronte Unito sarà sempre maggiormente rafforzato, partendo da una più capillare strutturazione di nuovi comitati nelle federazioni locali dell’industria e del commercio, così come negli altri settori produttivi privati: «Il lavoro del Fronte Unito dovrebbe essere rivolto a tutte le imprese private e al personale economico privato, e gli obiettivi di lavoro includono principalmente gli investitori e controllori effettivi delle imprese private, i principali operatori che detengono partecipazioni in imprese private, i principali azionisti di istituzioni di investimento private, i dirigenti delle organizzazioni sociali nel campo industriale e commerciale con professionisti economici come organismo principale, dirigenti di organizzazioni di servizi sociali pertinenti, partner principali di agenzie di intermediazione private, uomini d’affari di Hong Kong e Macao che investono nella terraferma e individui rappresentativi di industrie e famiglie commerciali».

Vediamo quindi, nello specifico, quali sono gli 8 partiti che affiancano il PCC nella coalizione del Fronte.

– Società 3 Settembre (Jiusan).

Questo partito prende il nome alla data della vittoria cinese nella seconda guerra sino-giapponese (3 settembre 1945); il nome originale del partito era “Democracy and Science Forum” e infatti si configura come rappresentativo dei settori intellettuali di alto e medio livello nei campi della scienza, della tecnologia e dell’istruzione. Di tutti i partiti politici minori legalmente riconosciuti nella RPC, la Società Jiusan ha il maggior numero di seggi all’Assemblea Nazionale, ovvero 64.

– Lega Democratica Cinese

La LDC venne fondata nel 1941 come gruppo di coalizione del Partito Nazionalsocialista Cinese, del Partito della Gioventù Cinese e del Partito Democratico dei Contadini e dei Lavoratori cinesi per combattere l’esercito di occupazione giapponese. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, si unì al Fronte Unito insieme alle altre forze di sinistra e patriottiche.

– Associazione di Costruzione Nazionale Democratica della Cina

Nota anche con l’abbreviazione cinese Minjian, è stata fondata a Chongqing nel 1945 dalla Società per l’Educazione professionale; ancora oggi rappresenta prevalentemente gli imprenditori del settore edile, manifatturiero, finanziario e commerciale sia nel settore privato che in quello statale.

– Associazione Cinese per la Promozione della Democrazia

È stata costituita il 30 dicembre 1945 e rappresenta principalmente intellettuali di alto livello impegnati nell’istruzione, nella comunicazione e nell’editoria.

– Partito Democratico Cinese dei Contadini e dei Lavoratori

Sebbene tragga le sue origini nel lontano 1928 ad opera dei membri di sinistra espulsi dal Kuomintang, attualmente si fa rappresentante dei lavoratori di alto livello nel campo medico, scientifico e sanitario.

– Comitato Rivoluzionario del Kuomintang Cinese

Venne fondato nel 1948 dai membri dell’ala di sinistra che si separarono dal Kuomintang durante la guerra civile cinese, specialmente tra gli oppositori della politica di collaborazionista di Chiang Kai-shek. Il partito si dichiara come il degno erede del pensiero repubblicano di Sun Yat-sen.

– Partito della Cina per l’Interesse Pubblico (Zhi Gong)

La storia di questo partito minore risulta particolarmente interessante; fondato nel 1925 a San Francisco, fu inizialmente guidato da Chen Jiongming e Tang Jiyao, due ex signori della guerra del Kuomintang che si erano ribellati. Il loro primo programma era il federalismo e la democrazia multipartitica. Il partito spostò la sua sede ad Hong Kong nel 1926, ma dopo l’invasione giapponese della Manciuria nel 1931, iniziò a dedicarsi alla propaganda ed ai boicottaggi anti-giapponesi. Il partito fu quasi spazzato via durante la terribile occupazione giapponese di Hong Kong. Si spostò su posizioni di sinistra rivoluzionaria durante il suo terzo congresso nel 1947. Dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, su invito del PCC, i suoi rappresentanti presero parte alla prima sessione plenaria della CPCPC nel 1949 e parteciparono attivamente all’elaborazione del programma comune della Conferenza e all’elezione del Governo popolare centrale. Come parte della riorganizzazione del Partito Comunista Cinese dei partiti minori allineati, il Partito per l’Interesse Pubblico trovò la propria vocazione quale partito di ritorno per i cinesi d’oltremare e per gli intellettuali che avevano legami con l’estero.

– Lega Autogovernativa e Democratica di Taiwan

Nota anche come Taimeng, fu fondata nel 1947 dai membri del Partito Comunista di Taiwan sopravvissuti alle repressioni del febbraio di quell’anno avvenute sull’isola per mano dei nazionalisti. Non è un caso che una delle sue battaglie principali sia quella della completa riunificazione dell’isola con la madrepatria.

Il Fronte Unito comprende poi anche altre due organizzazioni:

– Federazione cinese dell’industria e del commercio

Essa è composta principalmente da industriali e uomini d’affari cinesi sotto la guida del Dipartimento del Lavoro del Fronte Unito del PCC, oltre ad essere un’organizzazione costituente del Comitato Nazionale della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese e titolare di numerosi seggi all’Assemblea Nazionale del Popolo. L’organizzazione si propone di collaborare con il Governo nella gestione dell’economia del settore privato e funge da collegamento tra le entità del settore privato e quello pubblico.

– Organizzazioni popolari

È un ampissimo insieme di organizzazioni sociali e civili, rappresentanti varie istanze, interessi, settori produttivi che, essendo parte del Fronte Unito, esprimono anche seggi nella Conferenza politica Consultiva. Tra queste, vanno almeno nominate la Federazione dei Sindacati, la Lega della Gioventù Comunista, la Federazione Cinese delle Donne, la Federazione degli Scrittori e l’Associazione cinese per la Scienza e la Tecnologia.

NOTE AL TESTO

1 Vedi https://www.chinadaily.com.cn/china/2017-09/29/content_32652069.htm

2 Nell’ultimo Congresso, il numero di candidati superava di oltre il 15 % quello dei seggi a disposizione. Vedi Cheng Li, Preparing For the 18th Party Congress: Procedures and Mechanisms, in China Leadeship Monitor, Hoover Institutions, ottobre 2017.

3 Nel corso degli anni questo numero è variato da un minimo di 5 membri ad un massimo di 9.

4 Questa norma è stata introdotta nel 2002 nel corso del 16esimo Congresso.

5 Vedi http://www.news.cn/english/2021-11/11/c_1310305166.htm

6 Ibid.

7 Per approfondire l’equilibrio esistente tra Pcc e gli altri partiti si consiglia di consultare http://www.gov.cn/guoqing/2017-07/27/content_5213764.htm#1

8 Vedi http://cpc.people.com.cn/n/2015/0923/c64107-27622040.html

9 Vedi https://www.marxists.org/chinese/maozedong/marxist.org-chinese-mao-19391004.htm

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