SpecialEurasia organizza il webinar “Afghanistan: interessi geopolitici, crisi umanitaria e sicurezza” con l’obiettivo di analizzare le dinamiche attuali afghane e comprendere quali sfide il paese dovrà affrontare nel breve e medio periodo così come l’impatto che l’attuale governo ad interim dei Talebani potrà avere a livello regionale.
Il giorno mercoledì 6 aprile 2022 alle ore 19.00 SpecialEurasia in collaborazione con Notizie Geopolitiche, il CeSEM – Centro Studi Eurasia Mediterraneo, ASRIE Analytica e European Affairs Magazine organizza il Webinar “Afghanistan: interessi geopolitici, crisi umanitaria e sicurezza” che mira ad approfondire l’attuale situazione afghana attraverso le presentazioni di esperti nel settore sicurezza e geopolitica.
L’Afghanistan ha sempre giocato un ruolo primario strategico in Eurasia ed è salito alla ribalta della politica internazionale lo scorso secolo quando l’Unione Sovietica nel 1979 invase il paese iniziando la Guerra Russo-Afghana (1979-1989) che evidenziò non solo l’oramai difficile situazione a livello militare ed economico dell’URSS, ma anche il significativo interesse di Washington nel paese tradotto nel sostegno ai mujahideen afghani.
L’abbandono dell’Afghanistan della maggior parte se non quasi totalità dei rappresentati occidentali a seguito della fine del conflitto scatenò una guerra civile che alla fine vide emergere i talebani i quali conquistarono il potere fino al 2001 quando, a seguito dell’attacco delle Torri Gemelle dell’11 settembre, gli Stati Uniti a guida di una coalizione internazionale attaccarono militarmente l’Afghanistan con il fine di catturare e/o uccidere Osama Bin Laden, leader del gruppo terroristico di Al-Qaida, e destituire il governo talebano colpevole di ospitare Bin Laden stesso così come diversi campi di addestramento di organizzazioni terroristiche.
Gli anni di presenza militare internazionale in Afghanistan hanno segnato il loro epilogo quando l’Amministrazione statunitense di Donald Trump ha siglato gli Accordi di Doha con la leadership talebana e, successivamente, il presidente statunitense Joe Biden ha dato il via al completo ritiro delle truppe statunitensi presenti sul suolo afghano. Dall’annuncio del ritiro statunitense, in pochi mesi, i talebani sono riusciti a conquistare diverse province afghane fino a quando nell’agosto del 2021 sono entrati a Kabul dando vita a un governo ad interim che fino ad oggi guida il paese tra problemi socioeconomici, minacce alla sicurezza rappresentante in primis dallo Stato Islamico del Khorasan (ISKP), ma anche da altri gruppi terroristici attivi nell’area, e tentativi di politica estera limitati dal mancato riconoscimento internazionale.
SpecalEurasia ha dedicato grande attenzione alle dinamiche afghane grazie al progetto “Afghanistan crisis“ di cui il Webinar “Afghanistan: interessi geopolitici, crisi umanitaria e sicurezza” è parte integrante e cercherà di investigare gli interessi di attori regionali e internazionali in Afghanistan, l’attuale politica interna ed estera dei talebani, i problemi di sicurezza e i diversi gruppi terroristici che operano nell’area, così come i possibili progetti energetici ed economici che riguardano il territorio afghano.
Il giorno mercoledì 6 aprile 2022 alle ore 19.00 SpecialEurasia in collaborazione con Notizie Geopolitiche, il CeSEM – Centro Studi Eurasia Mediterraneo, ASRIE Analytica e European Affairs Magazine organizza il Webinar “Afghanistan: interessi geopolitici, crisi umanitaria e sicurezza” che mira ad approfondire l’attuale situazione afghana attraverso le presentazioni di esperti nel settore sicurezza e geopolitica.
L’Afghanistan ha sempre giocato un ruolo primario strategico in Eurasia ed è salito alla ribalta della politica internazionale lo scorso secolo quando l’Unione Sovietica nel 1979 invase il paese iniziando la Guerra Russo-Afghana (1979-1989) che evidenziò non solo l’oramai difficile situazione a livello militare ed economico dell’URSS, ma anche il significativo interesse di Washington nel paese tradotto nel sostegno ai mujahideen afghani.
L’abbandono dell’Afghanistan della maggior parte se non quasi totalità dei rappresentati occidentali a seguito della fine del conflitto scatenò una guerra civile che alla fine vide emergere i talebani i quali conquistarono il potere fino al 2001 quando, a seguito dell’attacco delle Torri Gemelle dell’11 settembre, gli Stati Uniti a guida di una coalizione internazionale attaccarono militarmente l’Afghanistan con il fine di catturare e/o uccidere Osama Bin Laden, leader del gruppo terroristico di Al-Qaida, e destituire il governo talebano colpevole di ospitare Bin Laden stesso così come diversi campi di addestramento di organizzazioni terroristiche.
Gli anni di presenza militare internazionale in Afghanistan hanno segnato il loro epilogo quando l’Amministrazione statunitense di Donald Trump ha siglato gli Accordi di Doha con la leadership talebana e, successivamente, il presidente statunitense Joe Biden ha dato il via al completo ritiro delle truppe statunitensi presenti sul suolo afghano. Dall’annuncio del ritiro statunitense, in pochi mesi, i talebani sono riusciti a conquistare diverse province afghane fino a quando nell’agosto del 2021 sono entrati a Kabul dando vita a un governo ad interim che fino ad oggi guida il paese tra problemi socioeconomici, minacce alla sicurezza rappresentante in primis dallo Stato Islamico del Khorasan (ISKP), ma anche da altri gruppi terroristici attivi nell’area, e tentativi di politica estera limitati dal mancato riconoscimento internazionale.
SpecalEurasia ha dedicato grande attenzione alle dinamiche afghane grazie al progetto “Afghanistan crisis“ di cui il Webinar “Afghanistan: interessi geopolitici, crisi umanitaria e sicurezza” è parte integrante e cercherà di investigare gli interessi di attori regionali e internazionali in Afghanistan, l’attuale politica interna ed estera dei talebani, i problemi di sicurezza e i diversi gruppi terroristici che operano nell’area, così come i possibili progetti energetici ed economici che riguardano il territorio afghano.
Visualizza il panel del webinar
Il CeSE-M sui social