Articolo originale di Konrad Rękas
NOTA: Stavamo lavorando alla traduzione dell’articolo presentato qui sotto quando gli eventi ucraini verificatisi la notte tra il 23 e il 24 febbraio hanno reso superati un paio di paragrafi; l’articolo, in generale e nella sostanza, non ne risente ed anzi si rivela prezioso scritto per comprendere le dinamiche del mondo che verrà e, per tale motivo, abbiamo deciso di pubblicarlo. Buona lettura!
Il problema è che i profeti della terza guerra mondiale avevano ragione. Solo – come nella poesia del poeta polacco-lituano Czesław Miłosz sulla fine del mondo che nessuno ha notato – che forse non ci sarà più guerra globale ma piuttosto una guerra permanentemente ibrida. E gli abitanti delle parti del mondo non infette dubiteranno che sia reale, ma una guerra senza fine per il Nuovo Ordine Mondiale si diffonderà ovunque su sempre più fronti.
Gli Stati Uniti e la Russia negoziano sulla limitazione della corsa agli armamenti, che ora è ancora più ovvia. I media centroeuropei minacciano l’opinione pubblica con lo slogan Nuova Yalta promettendo allo stesso tempo l’inevitabile vittoria dell’unico sistema giusto, quello euro-atlantico. Nel frattempo, la situazione geopolitica e geostrategica è sempre più complessa e molto più pericolosa e non solo per l’intera Europa essendo qualcosa di diverso dalla semplice nuova demarcazione di sfere di influenza tra i poteri.
Zona senza missili
La Guerra Fredda è sempre stata la più vicina alla transizione verso un periodo caldo quando si è trattato di equilibrio strategico di potere misurato dal dispiegamento e dalla portata dei sistemi missilistici. Questo è stato il caso del 1962 quando l’Unione Sovietica annullò un tentativo di localizzare missili americani in Turchia, ciò che è noto con il nome fuorviante di crisi cubana. Negli anni ’80, i simboli dell’imperialismo aggressivo di Reagan e Thatcher erano Pershing, Tomahawk e il Trident System. Ogni volta che i falchi di guerra prevalgono nella zona euro-atlantica, lo si può vedere nella traslocazione dei sistemi di combattimento offensivi che si muovono avvicinandosi sempre di più ai confini della Federazione Russa.
In pratica, dal momento che la politica anti-cinese di Donald Trump ha ucciso l’INF (ДРСМД), non esiste al momento un’efficace regolamentazione internazionale che governi la corsa agli armamenti in atto, sebbene non ufficialmente annunciata, tra gli Stati Uniti e il resto del mondo.
Certo, una corsa molto unilaterale, perché sebbene nessuno neghi la modernità e l’addestramento delle Forze armate della Federazione Russa e il potere dell’Esercito popolare di liberazione cinese, sono gli americani, tuttavia, che spendono di più (778 miliardi di dollari) sugli armamenti rispetto ai successivi undici paesi in questa lista messi insieme, otto dei quali sono alleati americani e paesi dipendenti. Questa massiccia dipendenza della politica statunitense dagli interessi del complesso militare-industriale, immutato dalla Guerra Fredda, lascia sempre un margine di preoccupazione se un arsenale così vasto alla fine indurrà qualcuno ad utilizzarlo. Fosse anche solo per fare spazio ai nuovi acquisti…
Si rendono, quindi, necessari negoziati per il disarmo o almeno per la non-proliferazione; negoziati urgenti come quelli tenutisi durante le crisi più pericolose dell’era dei due blocchi. Un esempio: negli anni ’50 ci fu il Piano Rapacki. Adam Rapacki, l’allora Ministro degli Esteri polacco, propose l’istituzione di una zona denuclearizzata nell’Europa centrale, che comprendesse i territori di entrambi i blocchi, ovvero entrambi gli stati tedeschi, la Polonia e la Cecoslovacchia.
Nonostante il sostegno di Mosca, Praga e Berlino Est, nonché un’accoglienza molto comprensiva da parte dei circoli occidentali contro la guerra, questa proposta fallì di fronte alla resistenza opposta dai militaristi atlantici. Tuttavia, varrebbe sicuramente la pena farvi riferimento oggi creando una tale zona esclusa dalla ricollocazione dei sistemi missilistici che comprenda almeno Polonia, Ucraina, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Scandinavia e Stati baltici.
A seconda della volontà degli Stati interessati, trattati simili potrebbero essere firmati anche in Asia e in altre regioni del mondo. Altrimenti, saremmo minacciati da uno stato permanente di guerra ibrida universale, con la possibilità che questa si trasformi in un conflitto globale in piena regola in qualsiasi momento.
I russi invaderanno l’Ucraina? Li invito a cena!
Naturalmente, gli USA, il Regno Unito e la NATO spiegano tutte le loro azioni espansive in Oriente con “i piani aggressivi della Russia nei confronti dell’Ucraina“. Dobbiamo aggiungere che questi piani sono così segreti e diabolici che grazie ai media e ai politici occidentali, la gente ne parla davanti a una birra in un pub e ai pranzi di famiglia. Sono così ovvi e conosciuti da tutti…
Probabilmente non è difficile intuire che se qualcosa è oggetto di una campagna di propaganda così chiara e invadente, possiamo essere assolutamente certi che non c’è alcuna relazione con la realtà.
L’ho ripetuto molte volte, negli ultimi sette anni, quando quasi ogni giorno dopo l’Euromaidan è stata annunciata l’invasione russa in Ucraina: se solo la Russia volesse, dopo l’appello mattutino a Rostov, i suoi soldati pranzerebbero a Kharkiv, cenerebbero a Kiev e avrebbero ancora abbastanza tempo per il tè pomeridiano da prendere nei caffè di Leopoli. E per cena li inviterei sulla linea dell’attuale confine polacco-ucraino, vicino al quale abito…
Sfortunatamente, tuttavia, la Russia non ha attaccato, perché i russi non sono responsabili della risoluzione dei problemi di altre nazioni. Dal momento che sappiamo di più sui primi anni delle Repubbliche popolari nel Donbas, più leggiamo e più sentiamo parlare del ruolo moderatore della Russia, che ha cercato di fermare l’escalation del conflitto.
Non è questa la sede per giudicare se fosse giusto afferrare le mani dei comandanti sul campo del Donbas, non lasciandoli andare troppo a ovest. Il fatto è, tuttavia, che è stato così. La Russia avrebbe potuto liberare tutta l’Ucraina (o conquistarla se qualcuno lo preferisce) molto tempo fa, e nessuno, almeno l’Occidente, avrebbe potuto farci nulla. Perché allora dovrebbe cambiare improvvisamente politica e interferire con tutto questo pasticcio ucraino, soprattutto annunciando il proprio ingresso con così tanto tempo di anticipo? Solo per aiutare i falchi della guerra occidentali, i produttori di armi e il divertente cacicco di Kiev che sogna la guerra per salvare il proprio sgabello?
Ad ogni modo, anche nei media occidentali possiamo sentire le trombe della ritirata adesso. Dopo diversi mesi di conti continui di quante migliaia di carri armati russi stanno per irrompere in una pacifica Ucraina – all’improvviso possiamo sentire e leggere che probabilmente era un “Putin’s bluff” e forse la Russia non vuole invadere nessuno. Per i lettori esperti nella lettura tra le righe – il cambiamento del messaggio è dunque chiaro: “Non ammetteremo mai di aver mentito, ma ora possiamo dire che non ci sarà la guerra”.
Ebbene, guardando l’impressionante bilancio bellico dell’Ucraina (323 miliardi di hryvnias, oltre 11 miliardi di dollari!) va notato che la “guerra russo-ucraina” ha già adempiuto ad alcuni dei suoi compiti. Il denaro che l’Occidente “presta” a Kiev ritorna all’Occidente sotto forma di acquisti militari; gli affari vanno a gonfie vele e il complesso militare-industriale con i media sui suoi servizi conta i profitti.
Per il Nuovo Ordine Internazionale
Pertanto, non c’è dubbio che il periodo dell’unipolarità mondiale è giunto al termine, ma il nuovo ordine internazionale non è ancora stato definito in modo chiaro. Tutte queste collisioni e conflitti sono un modo assolutamente naturale per stabilire nuove regole e definire nuove sfere di influenza. Gli imperi decadenti spesso lottano con tali problemi, specialmente in precedenza nascondendosi e negando la propria debolezza e decadenza. Gli Stati Uniti devono semplicemente assumere una faccia cattiva, flettere i muscoli e mostrare i missili più lunghi.
È così che intendono il loro prestigio, questi sono i loro bisogni interni, ed è così che vogliono garantire la subordinazione dei restanti vassalli. Uscire dalla crisi con un recente tentativo di espansione, distrarre i rivali, ritardare l’inevitabile: questi sono normali trucchi tattici. Sfortunatamente, cercare di spostare la realtà gettando tutto su una carta e creando una minaccia di guerra globale, anche questa è un’opzione sul tavolo. E non è un segreto che ci sono circoli americani che non esiterebbero a dare fuoco al mondo credendo che “tutto o niente” e “se non noi, nessuno!“.
Certo, però, ci sono anche i pragmatici, oltre a quella parte del capitale finanziario scettico sulle politiche messe in atto dagli Stati, che fanno notare che si tratta di grandi corporazioni, non delle grandi potenze, che sono diventate i veri soggetti dell’ordine internazionale. Questi grandi interessi decideranno GUERRA o PACE e finora (come possiamo vedere) le argomentazioni sono soppesate. Non solo tra Washington e Mosca, ma ancor di più tra Wall Street, City e Pechino/Shanghai.
E per quanto riguarda la povera Ucraina… Ebbene, sarà oggetto di un conflitto tra Occidente e Russia finché ci sarà ancora qualcosa da rubare. Sebbene il saccheggio organizzato sia andato avanti praticamente dai primi istanti dopo l’Euromaidan, l’Ucraina è ancora un paese potenzialmente molto ricco. Non ricordiamo come durante la precedente guerra mondiale i tedeschi addirittura sradicarono i terreni neri e li portarono via con i treni? Se gli stessi ucraini non faranno nulla al riguardo, il loro Paese sarà abbandonato a sé stesso solo quando l’ultimo treno con le loro risorse partirà per l’Occidente. E anche allora, all’Ucraina verrà assegnato il ruolo di campo di battaglia, compreso quello atomico.
Come sappiamo, il team di Zelensky ha già legalizzato la privatizzazione dei terreni, privilegiando le grandi proprietà straniere, precedentemente nascoste sotto forma di locazioni e joint venture. Nel 2022 ci sarà la possibilità di fare un affare con 700 delle 3.500 imprese statali rimaste, in particolare l’industria energetica, mineraria e metallurgica. Questo è un motivo per cui Zelensky ha annunciato il suo cabaret “guerra con gli oligarchi” e quindi nessuno impedirà al capitale occidentale di fare terra da pascolo della ricchezza ucraina. Per consumarsi in pace, il capitale deve minacciare la guerra. Questo è l’intero segreto dei “piani di aggressione russa contro l’Ucraina”…
Non ci sarà un’altra fine del mondo
Quindi, la minaccia di un conflitto globale è solo una specie di trucco di marketing? Non esattamente o probabilmente non solo. Alcuni anni fa, c’era una teoria abbastanza popolare secondo cui la terza guerra mondiale era già iniziata, ma non ne vediamo ancora tutti i sintomi. La mancanza di momenti più drammatici ha portato gli scettici a mettere in discussione questa ipotesi – dopo tutto meglio, o peggio, ma in qualche modo viviamo.
La situazione internazionale è abbastanza normale – anche se si passa di crisi in crisi – e in generale possiamo concentrarci su altre questioni, dalle celebrità passando per le questioni climatiche e la pandemia. Il problema è che i profeti della terza guerra mondiale avevano ragione. Solo, come nella poesia del poeta polacco-lituano Czesław Miłosz sulla fine del mondo che nessuno ha notato, forse non ci sarà più guerra globale se non una guerra permanentemente ibrida. E gli abitanti delle parti del mondo non infette dubiteranno che sia reale.
La guerra che già conosciamo dal Donbas, Siria, Yemen, Transcaucasia, ora anche Kazakistan, presto forse Taiwan, Ucraina o Stati baltici. Ma anche molti, molti altri conflitti in cui i nemici di un teatro operativo spesso e improvvisamente diventeranno alleati tattici altrove. Questa può essere una guerra non solo tra stati, perché sappiamo già che è possibile combattere quasi interamente con capitali privati, assumendo solo Stati per effettuare attacchi aerei più pesanti. Infine, è una guerra in cui intere città possono scomparire sotto bombe e missili, come è successo fino ad ora. Ma anche quella in cui qualche assassino silenzioso volerà da una finestra e questa cosa simile ad un gioco da bambini vincerà la battaglia decisiva.
E la maggior parte di noi, con un po’ di fortuna, potrebbe non accorgersene mai…
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