Il rapporto sempre più stretto tra Cina e Marocco

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di Giacomo Leccese

Il recente accordo del 5 luglio 2021 sulla produzione del vaccino cinese antiCovid-19 in Marocco mette in luce una collaborazione tra i due Paesi sempre più stretta e articolata. Il legame tra i due Stati è, infatti, il frutto di varie strategie di natura politica ed economica in seno ai due paesi.

Il recente avvicinamento

Al momento del lancio della Belt and Road Initiative (BRI), nel settembre 2013, il Nord Africa era in larga parte escluso dal progetto. La regione, infatti, fino ad allora era sempre stata un’area piuttosto marginale nella politica estera cinese, nonostante alcuni primi segnali di cambiamento negli anni Duemila, come ad esempio il China-Arab States Cooperation Forum (CASCF) e il Forum on China-Africa Cooperation (FOCAC). L’evoluzione della BRI negli ultimi anni e la conseguente espansione degli interessi cinesi, però, hanno portato ad una crescente attenzione del gigante asiatico verso l’area, come testimoniano gli accordi bilaterali siglati dal 2014 in poi con tutti gli Stati nordafricani.1

Infatti, come sottolineato da Liu Ming, la BRI verso la regione MENA si è evoluta verso un nuovo modello di cooperazione, costituito da 1+2+3 elementi: la cooperazione energetica in termini di idrocarburi; la costruzione di infrastrutture e l’investimento sul commercio; e l’industria del nucleare, i satelliti spaziali e le nuove fonti di energia.2 Questo ha portato ad un allargamento del focus cinese, che, dai Paesi del Golfo, interessanti per la loro appetibilità in termini di petrolio e gas, si è allargato anche sui Paesi nordafricani non esportatori di idrocarburi, come il Marocco.

Le relazioni sino-marocchine, che risalgono al 1958, quando il Marocco fu il secondo Paese africano a riconoscere la Repubblica Popolare Cinese, hanno, infatti, conosciuto una svolta significativa nel 2016 con la visita in Cina del re Mohammed VI. L’evento è stato l’occasione per stipulare molteplici accordi bilaterali in ambito economico, rafforzati nell’anno seguente con la firma del Memorandum of Understanding sulla realizzazione congiunta della Belt and Road Initiative. A testimoniare la repentina crescita dei rapporti economici tra i due stati c’è l’aumento degli investimenti diretti esteri cinesi verso il Marocco, passati dai 4,3 milioni di dollari del 2003 ai 318 milioni del 2017, più che raddoppiati tra il 2015 e il 2017. Il reciproco interesse, poi, si declina, anche in termini di soft power, come testimonia da un lato l’apertura di tre Istituti Confucio nel regno e dall’altro l’aumento del 300% dei turisti cinesi in Marocco tra il 2015 e il 2016 (frutto della decisione marocchina di eliminare la necessità del visto per questi ultimi). La vicinanza tra i due Stati si riflette, infine, anche politicamente nell’arena internazionale, dove entrambi i Paesi, nel rispetto del principio di non interferenza negli affari interni, evitano di prendere posizioni sfavorevoli all’altro riguardo a questioni al centro del dibattito globale: il Governo marocchino ha sempre evitato commenti sulle accuse di violazioni di diritti umani nei confronti delle minoranze islamiche nello Xinjiang (nonostante i riferimenti della stampa marocchina) e, allo stesso tempo, la Cina si è astenuta da qualsiasi intromissione nella questione del Sahara Occidentale.3 A conferma della forza della relazione sino-marocchina c’è il fatto che, secondo alcuni analisti, il Marocco supererà l’Algeria nel ruolo di maggiore partner cinese nel Maghreb, essendo un Paese molto più stabile politicamente e innovativo.4

Le ragioni dietro l’interesse cinese

Alla luce di questo rapporto sempre più stretto vi è una reciproca convenienza da parte di entrambi gli attori coinvolti, che traggono da questa collaborazione importanti vantaggi economici e geopolitici.

Riprendendo il modello 1+2+3, si comprende perché la Cina sia particolarmente interessata ad inserire il Marocco all’interno della “Nuova Via della Seta”: il Paese africano, infatti, presenta caratteristiche molto invitanti dal punto di vista infrastrutturale, commerciale e, infine, da quello delle energie rinnovabili. Le aziende cinesi sono coinvolte in Marocco con vari progetti infrastrutturali su larga scala: ad esempio dopo che il gruppo cinese Cover-Mbec ha costruito il più grande ponte strallato dell’Africa a Rabat, la China Railway Construction Corporation (CRCC), nel luglio 2017, ha concordato con la principale società di costruzioni del Marocco una torre alta 250 metri nella capitale marocchina di Rabat, che dovrebbe diventare il grattacielo più alto d’Africa.5 Alcuni investimenti infrastrutturali, però, sono strettamente legati al settore commerciale, come nel caso della Mohammed VI Tangier Tech City. Il progetto, inizialmente previsto negli accordi bilaterali del 2016 ma poi partito soltanto nel 2019, prevede, con un investimento cinese di 10 miliardi di dollari, la costruzione di una nuova città tecnologica, che ospiterà 200 aziende cinesi operanti in vari settori, dall’alimentare, all’automobilistico e all’aeronautico.6 La città sorgerà a pochi chilometri dallo stretto di Gibilterra e, dunque, avrà l’enorme vantaggio di sfruttare il collegamento con il porto di Tangeri, diventato, con l’espansione terminata nel 2019, il primo porto del Mediterraneo e dell’Africa. Tanger Med, infatti, collega il Marocco a 77 Paesi e 186 porti e intercetta circa il 20% del traffico marittimo globale, ponendosi come una porta per l’Europa e l’Africa, ma anche per l’Asia e le Americhe.

Figura 1: Connettività del porto di Tangeri. Fonte: Tanger Med Port Authority

Produrre in Marocco, come nel caso delle aziende all’interno della Tangier Tech City, costituisce per la Cina un’importante mossa strategica perché, oltre a poter sfruttare quest’importante hub del Tanger Med, può in questo modo anche avvalersi di alcuni vantaggiosi accordi commerciali in vigore nel Regno, evitando eventuali dazi verso i prodotti cinesi. Il Marocco ha, infatti, un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti e soprattutto gode dello Status Avanzato di Associazione con l’Unione Europea. Inoltre, nel febbraio 2017, ha richiesto di entrare a far parte della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ingl. ECOWAS), per poi firmare, nel marzo 2018, l’accordo per l’istituzione di una zona di libero scambio continentale africana (ingl. AFCFTA). Quest’accordo, entrato in vigore a gennaio 2021, ripercorrendo in un certo senso il percorso europeo ha creato un mercato comune di oltre 1 miliardo di consumatori, che si prevede porterà entro il 2022 all’incremento di oltre il 52% del commercio intra-africano.7 Dunque, per la Cina il Marocco, oltre ad un accesso privilegiato ai mercati europei e statunitensi, costituirà anche una porta di accesso all’enorme e in forte espansione mercato africano.

Infine, il Regno marocchino, considerato l’enorme potenziale di energia solare ed eolica, è molto interessante dal punto di vista degli investimenti cinesi nell’energia rinnovabile. Infatti, per realizzare l’intenzione, annunciata da Xi l’anno scorso, di trasformare la Cina in un Paese carbon neutral entro il 2060,saranno necessari, come sottolineato da Alessandro Gili, enormi investimenti interni, ma anche oltre i confini nazionali. Nel 2017, ad esempio, la State Grid Corporation of China ha lanciato un ambizioso progetto da 50mila miliardi di dollari, il Global Energy Interconnections, mirante alla creazione di un modello di produzione di energia elettrica derivante al 90% da energie rinnovabili e distribuita immediatamente, attraverso elettrodotti ad altissima capacità, dai luoghi di produzione come il Marocco a luoghi di consumo come la Cina. In questo contesto il gigante asiatico svolgerà un ruolo fondamentale anche nell’esportazione di tecnologie e know how nella produzione e nel trasporto di energia rinnovabile, favoriti dagli investimenti interni nella “rivoluzione verde”.8 Ad esempio, in Marocco, le aziende cinesi sono state coinvolte nella costruzione di Noor, il più grande impianto solare termodinamico del mondo, ma anche in altri progetti come l’ampliamento e la manutenzione della centrale termica di Jerada o la creazione di un’unità di produzione industriale ad energia solare per il riscaldamento dell’acqua.9

La reciproca convenienza per il Marocco

D’altra parte, allo stesso modo, la collaborazione con la Cina fornisce al Marocco importanti vantaggi. Innanzitutto gli permette di ridurre la loro tradizionale dipendenza dalla vicina Unione Europea e dagli Stati Uniti. Basti pensare che dal punto di vista militare quasi la totalità delle importazioni di armi in Marocco nel 2020 proveniva da Paesi occidentali (90% USA, 9,2% Francia, 0,3% UK)10 e lo stesso trend è visibile dal punto di vista commerciale, dove tra i cinque principali partner commerciali nell’import-export del 2019 soltanto la Cina costituiva un’eccezione (terzo importatore nel Paese).11 Per il regno quest’alleanza con la RPC è ancora più importante se si considera il potere politico della Cina nello scenario internazionale e il fatto che questa abbia anche il potere di veto in sede ONU, che potrebbe rivelarsi utile in futuro nella disputa del Sahara Occidentale. Gli investimenti e la collaborazione delle aziende cinesi, inoltre, costituiscono un importante aiuto per portare a termine i progetti di rinnovamento e diversificazione economica portati avanti da Mohammed VI. In particolare, come visto, l’aiuto cinese è fondamentale nella produzione di energia rinnovabile e il re, vista la quasi totale dipendenza dall’estero per gli idrocarburi (95%), punta a soddisfare il 52% del fabbisogno energetico marocchino attraverso le rinnovabili entro il 2030.12 Infine, la collaborazione economica e tecnologica con la Cina aiuterà il Paese anche nella politica di influenza verso l’Africa Subsaharianache il re sta portando avanti negli ultimi anni. Infatti, in un contesto politico dove il Marocco è rientrato nell’Unione Africana dopo 33 anni di assenza e gli IDE marocchini in Africa tra il 2003 e il 2017 hanno raggiunto 37 miliardi di dirham (circa il 60% degli investimenti esteri del Paese), il “dragone rosso” fornisce al Marocco, oltre ad aiuti in termini di infrastrutture e know how in termini di energia rinnovabile, anche altri elementi di influenza.13 Un esempio è il recente accordo tra i due Paesi, siglato il 5 luglio 2021, per la produzione in Marocco del vaccino cinese antiCovid-19, tramite una collaborazione tra il Gruppo Farmaceutico Nazionale Cinese (SINOPHARM) e la società farmaceutica marocchina SOTHEMA. Con una previsione di circa 5 milioni di dosi al mese, l’accordo non solo garantirà l’autonomia marocchina in termini sanitari, ma fornirà allo Stato nordafricano un importante strumento di influenza e di soft power verso l’Africa Subsahariana, rendendolo uno dei principali fornitori del vaccino nel continente.14

Conclusioni: Il recente interesse cinese in Nord Africa è particolarmente evidente nel caso delle relazioni con il Marocco. La collaborazione tra i due Stati è destinata a durare e a rafforzarsi nel tempo, poiché costituisce una collaborazione win-win, da cui entrambi traggono grandi vantaggi. Da una parte, il Regno alawita viene incontro ai diversi patterns del modello 1+2+3 della BRI: in particolare in ambito commerciale, permette ai cinesi di sfruttare i vantaggiosi accordi del Marocco con UE, USA e Africa Subsahariana e il cruciale snodo marittimo del Tanger MED, ma anche in termini di energie rinnovabili risulta particolarmente attrattivo grazie al suo enorme potenziale solare ed eolico. Dall’altra, la Cina permette al Marocco di affrancarsi dall’eccessiva dipendenza politica ed economica da UE e USA e costituisce un utile aiuto per il Regno nella sua politica di influenza verso il resto del continente. Un esempio lampante di questa reciproca convenienza viene proprio dal recente accordo sulla produzione in Marocco del vaccino cinese antiCovid-19. L’intesa, infatti, fornisce al Marocco un elemento di influenza verso l’Africa Subsahariana e allo stesso tempo un mercato enorme alla Cina per l’utilizzo del suo vaccino.

1 Sidło K.W. (2020), The Chinese Belt and Road Project in the Middle East and North Africa, IEMed Yearbook 2020, https://www.iemed.org/publication/the-chinese-belt-and-road-project-in-the-middle-east-and-north-africa/

2 Liu Ming (2020), Area MENA: Pechino riparte da tre, ISPI, https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/area-mena-pechino-riparte-da-tre-24939

3 Hammond J. (2017), Morocco: China’s Gateway to Africa?, The Diplomat, https://thediplomat.com/2017/03/morocco-chinas-gateway-to-africa/

4 N.A. (2020), Algerian-Chinese strong partnership waning in favor of Morocco, The North Africa Post, https://northafricapost.com/45832-algerian-chinese-strong-partnership-waning-in-favor-of-morocco.html

5 N.A. (2018), Spotlight: Morocco, China give new impetus to bilateral partnership in 2017, Forum on China Africa Cooperation, https://www.fmprc.gov.cn/zfhzlt2018/eng/zfzs_1/t1523062.htm

6 Hamama B. (2021), Tangier Tech City, la Shanghai del Marocco, Il Giornale dell’Architettura, https://ilgiornaledellarchitettura.com/2021/01/07/tangier-tech-city-la-shanghai-del-marocco/

7 Osservatorio economico (2019), Relazioni internazionali (Marocco), MAECI, https://www.infomercatiesteri.it/relazioni_internazionali.php?id_paesi=110#

8 Gili A. (2020), Così Pechino punta alla leadership sul clima, ISPI, https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/cosi-pechino-punta-alla-leadership-sul-clima-28026

9 Ambasciata del Marocco (2016), Firma accordi Marocco-Cina, https://www.ambasciatamarocco.it/firma-accordi-marocco-cina/

10 Kuimova A., Wezeman P., Wezeman S. (2020), Trends in International Arms Transfers 2020, SIPRI Fact Sheet, https://sipri.org/sites/default/files/2021-03/fs_2103_at_2020.pdf

11 Moroccan Foreign Trade in Figures, Santander Trade Portal, https://santandertrade.com/en/portal/analyse-markets/morocco/foreign-trade-in-figures#classification_by_country

12 Ramaioli M. (2017), Il Marocco svolta verso le energie rinnovabili, Mondo Economico, https://mondoeconomico.eu/archivio/quadrante-futuro/il-marocco-svolta-verso-le-energie-rinnovabili

13 Dworkin A. (2021), Ritorno in Africa: perché il Nord Africa guarda a Sud, European Council on Foreign Relations, https://ecfr.eu/rome/publication/ritorno_in_africa_perche_gli_stati_del_nord_africa_guardano_a_sud/

14 N.A (2021), Ombre cinesi in Marocco,Rabat sarà fra i primi a produrre il vaccino Sinopharm in Africa, Agenzia Nova, https://www.nova.news/ombre-cinesi-in-marocco-rabat-sara-fra-i-primi-a-produrre-il-vaccino-sinopharm-in-africa/

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