di Andrew Korybko
Articolo Originale: http://oneworld.press/?module=articles&action=view&id=2127
Traduzione di: Marco Ghisetti
Il forte sostegno offerto dal ministro degli esteri russo Sergey Lavrov alla connettività tra l’Asia centrale e l’Asia meridionale mostra che il suo Paese è sul punto di completare il progetto del Grande Partenariato Euroasiatico per collegare il supercontinente.
Costruire il Grande Partenariato Euroasiatico è uno dei principali obiettivi della grande strategia russa, tramite cui vuole connettere il supercontinente per il tramite di progetti infrastrutturali e accordi commerciali al fine di accelerare l’avvento dell’ordine mondiale multipolare. Tale obiettivo fa il paio con quello della Cina di stabilire una comunità di destino comune per l’umanità, che migliorerà la stabilità strategica rendendo tutti i Paesi – compresi quelli tra loro rivali – interessati al successo reciproco. Il ministro degli affari esteri russo Sergey Lavrov ha appoggiato con entusiasmo l’interconnettività tra l’Asia centrale e l’Asia meridionale durante la conferenza di settimana scorsa nella capitale uzbeka di Tashkent, conferenza che si è rivelata un momento importantissimo per il Grande Partenariato Euroasiatico poiché essa aggiungerà il pezzo mancante al puzzle geo-economico.
Alcune delle parole del grande diplomatico meritano di essere evidenziate:
«La natura rappresentativa di questo evento è la vivida prova della crescente domanda di unificazione in Eurasia e nel resto del mondo… Stiamo considerando la questione della connettività tra l’Asia centrale e meridionale principalmente attraverso l’insieme dei processi di integrazione che hanno generato un forte dinamismo in tutta la regione euroasiatica. La Russia è stata sempre a favore della formazione del Grande Partenariato Euroasiatico, cioè di un progetto di integrazione di tutto lo spazio che va dall’Oceano Atlantico al quello Pacifico, e che sia al più possibile disponibile alla libera circolazione delle merci, dei capitali, della forza lavoro e dei servizi e aperto, senza eccezione, a tutti i Paesi del continente che condividiamo, l’Eurasia, e le unioni dei vari progetti di integrazione, tra cui l’Unione Economica Eurasiatica, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e l’Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico.
…
L’approfondimento e l’espansione della cooperazione in vista dell’integrazione nel quadro dell’Unione Economica Eurasiatica è una parte inalienabile del processo di nascita del Grande Partenariato Euroasiatico… In questo ambio contesto, una maggiore connettività tra l’Asia centrale e meridionale sta già aprendo nuove prospettive nello sviluppo dei processi commerciali, economici e di investimento nel continente euroasiatico. In primo luogo, ciò implica un’espansione delle vie di trasporto, in particolare ferroviarie, tra le due regioni. Ciò diventerebbe un elemento importante nella creazione di uno spazio logistico unito e senza soluzione di continuità che collegherebbe i porti meridionali dell’Iran e dell’India con le città settentrionali della Russia e dei Paesi dell’Unione Europea. Le ferrovie russe, insieme ai suoi partner, sono pronte a partecipare a studi circa la fattibilità dei relativi progetti.
Abbiamo accettato con interesse la proposta del Presidente della Repubblica dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev di allineare la ferrovia transiberiana e il corridoio Europa-Cina occidentale con nuovi progetti regionali. Siamo pronti a discutere dettagliatamente questa iniziativa. L’idea di allineare le infrastrutture energetiche dell’Asia centrale e meridionale è molto promettente. L’Unione Economica Euroasiatica sta lavorando per formare un mercato unificato dell’energia elettrica. Questo processo potrebbe essere sincronizzato con i progetti di approvvigionamento energetico in Asia centrale e meridionale… Allo stesso tempo, l’ulteriore sviluppo di legami reciprocamente vantaggiosi tra gli Stati dell’Asia centrale e meridionale e i loro vicini nelle varie sfere degli investimenti, delle infrastrutture, umanitarie e di altro tipo, aiuterà a promuovere i processi di unificazione in Eurasia, anche all’interno di un contesto politico più ampio. La Russia è interessata a promuovere questa costruttiva agenda. Sono fiducioso che i risultati di questa conferenza contribuiranno anche a questo.»
Come si può constatare, l’approfondimento della connettività russo-sud asiatica per il tramite dell’Asia centrale è ora una priorità per Mosca.
Finora c’erano stati due piani attraverso i quali la grande potenza eurasiatica aveva cercato di raggiungere indirettamente questa regione geostrategica del supercontinente. Il più noto è il Corridoio di Trasporto Nord-Sud che passa per l’Azerbaigian, l’Iran e il Mar Arabico fino all’India, mentre il più recente, del 2019, è il Corridoio Marittimo Vladivostok-Chennai che passa per il Mar del Giappone, il Mar Cinese Orientale, il Mar Cinese Meridionale, lo Stretto di Malacca, il Mare delle Andamane e il Golfo del Bengala. Ciò che la Russia sta praticamente cercando di fare è di ottimizzare la connettività attraverso l’Asia centrale e l’Afghanistan post-ritiro, esattamente come io avevo proposto di fare l’anno scorso con un documento pubblicato sul prestigioso Russian International Affair Council.
Questo documento, intitolato “Il ruolo del Pakistan nel Grande Partenariato Euroasiatico della Russia”, ho sostenuto che l’Asia meridionale è l’ultimo pezzo regionale del Grande Partenariato Euroasiatico russo, per cui consegue naturalmente da ciò che il miglioramento delle relazioni russo-pakistane è la vera e propria chiave per completare questa grande visione strategica poiché è giunto il momento che questi due ex rivali sondino la possibilità di instaurare una cooperazione strategica per via dei comuni interessi in materia di sicurezza in Afghanistan e di connettività tra l’Asia centrale e meridionale. Inoltre, il piano del Presidente Putin circa un corridoio Artico-Siberia-Oceano Indiano, piano che ha svelato per la prima volta durante il suo discorso alla riunione annuale del Valdai Club nell’ottobre del 2019, integra perfettamente il piano del Pakistan di espandere il corridoio economico Cina-Pakistan verso il nord (N-CPEC+).
Alcuni recenti sviluppi hanno aggiunto carne al fuoco a queste due visioni complementari. Il primo è stato l’accordo di febbraio tra Pakistan, Afghanistan e Uzbekistan per gettare un collegamento ferroviario trilaterale tra di loro (PAKAFUZ). Dopo un mese, l’Uzbekistan ha annunciato la conferenza sulla connettività transregionale che ha infine ospitato la scorsa settimana. A questa conferenza è seguito poco dopo il Pakistan, che ha svelato la sua nuova grande strategia geo-economica. Il ministro degli esteri Lavrov ha successivamente visitato il Pakistan per la prima volta in nove anni all’inizio di aprile, durante la quale gli Stati Uniti hanno annunciato i loro piano di ritiro completo dall’Afghanistan, infine, l’incontro virtuale del mese scorso tra i vertici diplomatici cinesi, pakistani e afgani ha visto Kabul impegnarsi a fare affidamento sul porto terminale di Gwadar del CPEC.
È improbabile che la Russia si sia sorpresa di questi rapidi sviluppi, ed è per questo che è stata in grado di adattarsi ad essi in modo così fluido, come si è visto nella scorsa settimana. Dopo tutto, il mio documento pubblicato presso RIAC nel giugno 2020 ha proposto il modello di connettività trans-afghana attraverso il quale l’integrazione dell’Asia centrale e meridionale potrebbe svilupparsi (modello che ora è chiamato PAKAFUZ e non, come era precedentemente, N-CPEC+), che a sua volta promuoverebbe l’integrazione russo-pakistana e quindi completerebbe il Grande Partenariato Euroasiatico. Il ministro degli esteri Lavrov è il presidente del consiglio di amministrazione del RIAC, quindi è del tutto possibile che lui, o più probabilmente quelli sotto di lui, abbiano studiato il mio lavoro e incorporato alcune delle mie proposte all’interno di alcuni progetti politici pertinenti al loro Paese.
Indipendentemente da come la Russia possa o meno rendersi conto del fatto che i suoi grandi obiettivi strategici in Eurasia possono essere realizzati solo rafforzando la connettività con il Pakistan attraverso l’Afghanistan, la cosa importante è che alla fine ha raggiunto questa conclusione e che oggi sta lavorando attivamente per promuovere tale obiettivo. Tutto ciò include non solo la cooperazione infrastrutturale, ma anche il coordinamento politico circa il processo di pace afgano al fine di stabilizzare questo insostituibile Stato di transito e quindi di aumentare le possibilità che offre il Grande Partenariato Euroasiatico all’Asia meridionale. Attualmente si stanno registrando grandi cambiamenti geo-economici nel cuore dell’Eurasia, e ciò che risulterà da essi modellerà direttamente il futuro dell’emergente ordine multipolare.
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