di Andrew Korybko
Traduzione di Marco Ghisetti
Articolo originale: http://oneworld.press/?module=articles&action=view&id=2054
Il dirottamento, assistito da un jet di combattimento bielorusso, di un volo Ryanair a Minsk in risposta ad una apparente presenza di bomba sull’aereo e il seguente arresto di un membro estremista del movimento di Rivoluzione Colorata bielorussa dopo l’atterraggio potrebbe aprire un Vaso di Pandora, creando così un precedente per cui i Paesi occidentali potrebbero seguirne le orme per motivi puramente politici e perseguire i russi o chicchessia che sanzionano unilateralmente.
Questa domenica la Bielorussia ha ordinato ad un proprio jet di scortare a Minsk un volo Ryanair che stava transitando sul suo spazio aereo diretto verso Vilnius in seguito ad un allarme circa una bomba a bordo dell’aereo. All’atterraggio, un membro estremista del movimento della Rivoluzione Colorata bielorussa, Roman Protasevich, è stato arrestato dalle autorità. L’aereo è stato poi autorizzato a proseguire verso Vilnius dopo che nessuno bomba fu trovata a bordo. La reazione occidentale è stata rapida ed un numero crescente di Paesi si è allineato per condannare all’unisono la Bielorussia per quello che, secondo loro, costituisce un’operazione di intelligence volta ad arrestare Protasevich; operazione che avrebbe messo in pericolo vite innocenti. Minsk ha ignorato le accuse e Mosca ha sottolineato i doppi standard dell’Occidente.
Ci sono diverse prospettive da cui analizzare quest’evento. La prima è di fidarsi della parola delle autorità bielorusse, cioè ritenere che sia solo una coincidenza che esse siano state informate della presenza di una bomba a bordo del volo in cui vi era anche Protasevich proprio mentre l’aereo sorvolava lo spazio aereo bielorusso. La seconda è di complimentarsi con Lukashenko per l’operazione con la quale il suo governo ha consegnato alla giustizia un estremista del movimento della Rivoluzione Colorata bielorussa. La terza è di condannarlo per aver presumibilmente simulato il pericolo al fine di arrestare il suddetto estremista politico.
Quale sia la prospettiva corretta, l’evento potrebbe segnare un punto di svolta perché potrebbe aprire un Vaso di Pandora, creando un precedente per cui altri Paesi potrebbero, per motivi puramente politici, seguirne le sue orme. Per esempio, ci sono alcuni russi che sono sotto sanzioni statunitensi, per cui gli Stati Uniti potrebbero fare qualcosa di simile, cioè inventarsi un falso allarme al fine di arrestarli nello stesso modo in cui è stato arrestato Protasevich. Gli Stati Uniti sono noti per sostenere il loro diritto alla “giurisdizione extraterritoriale”, per cui potrebbero almeno in teoria posizionare alcuni agenti segreti nei vari aeroporti europei di modo da arrestare i loro obiettivi, fermo restando l’autorizzazione del Paese ospitante. Ma potrebbero anche farlo senza chiederne l’autorizzazione.
Tecnicamente parlando, sono stati proprio gli Stati Uniti ad aprire per primi questo Vaso di Pandora. Tempo fa l’aereo dell’ex Presidente boliviano Evo Morales venne dirottato e costretto ad atterrare in Austria poiché si sospettava che Edward Snowden fosse a bordo con lui. Non lo era, ma l’incidente ha mostrato che gli Stati Uniti non hanno problemi a fare queste cose per le proprie ragioni politiche. Tenendo questo a mente, Lukashenko ha in un certo senso dato un assaggio della stessa medicina agli Stati Uniti, ordinando l’operazione eseguita domenica per arrestare uno dei delegati USA che stavano lavorando per imporre un cambio di regime in Bielorussia. Tuttavia, tutti sappiamo che gli Stati Uniti applicano regolarmente il principio di due Paesi due misure. Si spiega così la ragione per la quale i suoi alleati europei hanno appena interdetto il proprio spazio aereo alle compagnie aeree bielorusse.
A differenza dell’incidente Snowden-Morales, oggi il mondo è indiscutibilmente in mezzo ad una nuova guerra fredda, il che significa che Stati Uniti e loro alleati potrebbero nutrire persino una maggiore volontà politica di replicare ciò che Lukashenko ha appena fatto, il quale – è opportuno ricordare – non ha fatto altro che fare quanto ciò a cui gli Stati Uniti fecero da pioniere. Tutte le persone sanzionate unilateralmente che sorvolino lo spazio aereo di un Paese amico degli Stati Uniti rischiano quindi che la stessa cosa accada anche a loro, riducendone di molto la libertà di movimento e, in alcuni casi, de facto intrappolandoli nel proprio Paese, qualora essi non si sentissero sicuri a viaggiare.
Magari non succederà nulla del genere, ma è molto improbabile che gli Stati Uniti non sfruttino a proprio vantaggio l’incidente di domenica. Gli Stati Uniti accusano continuamente gli altri di fare quanto gli Stati Uniti hanno fatto per primi, o di fingere che quando lo fanno gli altri sia la prima volta che succeda, giustificandosi così quando gli Stai Uniti decidono di farlo di nuovo. E per giustificarsi all’opinione pubblica nell’ottica di farlo di nuovo, una guerra d’informazione potrebbe scoppiare presto, magari accusando anche la Russia di essere in qualche modo coinvolta nell’incidente di domenica. Ovviamente la Russia non lo era, ma i fatti non hanno mai ostacolano gli Stati Uniti dal nutrire le loro strambe idee circa la grande potenza eurasiatica che è la Russia e probabilmente non lo faranno nemmeno stavolta.
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