Dopo l’approvazione lo scorso 27 dicembre della controversa “legge sulla libertà religiosa”, con l’arresto di 18 deputati dell’opposizione, tutto il Montenegro è scosso da imponenti e quotidiane manifestazioni pacifiche che trovano il loro apice nelle processioni serali del giovedì e della domenica al grido “Ne damo Svetinje” (“Non cederemo i luoghi sacri”).
Per testimoniare questa situazione e raccogliere i pareri della popolazione, Stefano Vernole per il Centro Studi Eurasia Mediterraneo e Dejan Kusalo dell’Associazione umanitaria Koreni si sono recati in Crna Gora dal 7 al 10 febbraio 2020.
Durante la loro visita sono stati perciò intervistati tutti i principali esponenti dell’opposizione parlamentare ed extraparlamentare: Marko Milacic di “Prava Crna Gora” (“Il Vero Montenegro”), Vladislav Dajkovic (indipendente), Dragan Ivanovic Vice Presidente di SNP (Partito Popolare Socialista), Jovan Vucurovic parlamentare di Demokratski Front (Il Fronte Democratico montenegrino che raggruppa diverse sigle partitiche), il gruppo editoriale “Dan” (principale organo di stampa indipendente del Montenegro), Milivoje Brdza Brkovic coordinatore del gruppo “I Signori di Podgorica” e alcuni delle migliaia di partecipanti alle manifestazioni.
Nella serata del 9 febbraio, con l’obiettivo di approfondire le ragioni delle proteste, Vernole e Kusalo hanno inoltre preso parte al corteo che, partendo dalla Chiesa della Resurrezione di Cristo, ha attraversato tutta Podgorica (capitale del Montenegro) per concludersi con l’appello all’unità dei principali esponenti della Chiesa serbo ortodossa.
Degli incontri e delle interviste effettuati durante la visita in Crna Gora, verrà successivamente dato conto in un Focus di approfondimento attualmente in fase di definizione.
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