Si è tenuta giovedì 21 settembre, a Modena nell’aula convegni della facoltà di Giurisprudenza la conferenza pubblica dal titolo Cosa succede in Venezuela? Nel labirinto di una crisi senza fine.
Evento promosso dal Centro Studi Eurasia e Mediterraneo e Azione Universitaria, patrocinato da b, è stato contrassegnato dall’intervento del dr. William Bavone, collaboratore di “Scenari Internazionali”, che nella sua analisi storica e geoeconomica si è avvalso anche di alcune slides. Per il futuro del Venezuela risulteranno decisive le elezioni regionali, fissate nell’ottobre 2017 ma soprattutto le elezioni presidenziali del 2018.
L’incontro è stato introdotto dal docente di Giurisprudenza, Prof. Giuseppe Pellacani e da Lorenzo Rizzo di “Azione Universitaria”.
Stefano Vernole, che ha moderato il dibattito per il CeSEM, si è brevemente soffermato su alcuni punti focali:
1) Il Venezuela rappresenta oggi un importante laboratorio geopolitico alla luce del confronto storico tra gli USA, sostenitori dell’unipolarismo e il progetto multipolarista portato avanti dai Paesi BRICS. Quanto il mondo stia avanzando in quest’ultima direzione è testimoniato non solo dal Venezuela (e nell’attuale mancata caduta di Maduro nonostante le ripetute provocazioni statunitensi), ma anche dalle contemporanee crisi coreana, ucraina e siriana. In tutti questi casi il blocco eurasiatico è riuscito, almeno temporaneamente, ad evitare la vittoria delle forze atlantiste.
2) In particolare la Cina sta oggi sostenendo il Venezuela con ingenti prestiti e una serie di progetti di cooperazione economica, finanziaria, culturale e infrastrutturale, la Russia soprattutto attraverso l’interscambio commerciale e la cooperazione energetica. Non a caso il Governo di Caracas sta iniziando a quotare e a vendere il proprio petrolio in yuan, anche per aggirare le sanzioni statunitensi.
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