Sommario
Il Sud Africa e l’India condividono una relazione bilaterale solida e cercano ora di espandere e di diversificare il loro commercio e le loro relazioni economiche. Per fare ciò il settore privato dovrà svolgere un ruolo cruciale, così come la società civile. Questo articolo esamina i modi per intensificare le relazioni nel settore privato tra l’India e il Sud Africa. E suggerisce proposte ai governi, alle imprese e alla società civile a tal proposito.
Introduzione
Basandosi su principi di solidarietà, il Sud Africa gode di una relazione positiva con l’India. Entrambi i Paesi hanno sistematicamente sottolineato l’importanza della loro relazione strategica bilaterale e dei loro impegni multilaterali tramite i raggruppamenti del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) e dell’IBSA (India, Brasile e Sud Africa). In futuro, la loro cooperazione bilaterale è pronta ad espandersi in diverse aree, come la diversificazione e la moltiplicazione delle relazioni commerciali ed economiche tra l’India e il Sud Africa al terzo India-Sud Africa Forum Summit (IAFS III) in programma nell’ottobre del 2015.
Entrambi i Paesi hanno adottato una posizione sempre più propositiva circa la diplomazia economica come mezzo per promuovere la crescita e ridurre la povertà – infatti il Sud Africa possiede un certo numero di documenti politici, tra cui il proprio Piano di sviluppo nazionale, che si riferiscono a questo aspetto e il nuovo Governo dell’India ha sottolineato l’importanza della diplomazia economica come il principio centrale della sua politica estera. Le piattaforme commerciali governative hanno svolto un ruolo significativo nel favorire le relazioni nel settore privato, ma è sempre più in ascesa il pensiero che la società civile dovrebbe impegnarsi nelle iniziative diplomatiche economiche. Questo articolo esamina le relazioni nel settore privato tra l’India e il Sud Africa e suggerisce delle opportunità di intensificare queste relazioni per tutte le parti in causa.
La diplomazia indio-sudafricana
L’India ha avuto una lunga relazione con la lotta per la liberazione del Sud Africa, che risale all’inizio del movimento (di resistenza non violenta) di Mahatma Gandhi Satyagraha in Sud Africa. L’India è stata il primo Paese a decretare le sanzioni commerciali contro il governo di apartheid nel 1946, seguito dal completo embargo nei confronti del Sud Africa. Dopo 40 anni le relazioni formali dell’India con il Sud Africa sono state ripristinate con l’apertura di un centro culturale e di un consolato a Johannesburg nel maggio del 1993. Nel maggio del 1994 è stata stabilita l’Alta commissione indiana a Pretoria, seguita dal Consolato generale di Durban e dal Consolato di Città del Capo nel 1996. Il Sud Africa possiede, da parte sua, un’Alta commissione a Delhi e un Consolato generale a Mumbai.
Conseguentemente Sud Africa e India hanno espanso le loro relazioni bilaterali in diversi modi. Nel 1994 i due Paesi hanno istituito una Commissione ministeriale congiunta (JMC) a livello dei ministri degli esteri, al fine di identificare le aree di cooperazione per il beneficio reciproco. Alla settima sessione tenutasi a Pretoria sono stati siglati tre accordi: sulla cooperazione doganale, sulla scienza e la tecnologia e sui viaggi senza visto per chi fosse in possesso di un passaporto diplomatico. Il programma del JMC si è espanso fino a ricoprire un’ampia gamma di tematiche, con sette nuove aree aggiunte nel 2015. Sud Africa e India si sono accordate per superare gli ostacoli dei meccanismi esistenti anche per mezzo dell’istituzionalizzazione di un Gruppo di lavoro congiunto (JWG) per promuovere il commercio e lo sviluppo. I due Paesi hanno anche concordato di sviluppare un Programma strategico quinquennale per la cooperazione, che comprenderà delle pietre miliari da riesaminare annualmente. E hanno deciso di incoraggiare le missioni commerciali, la partecipazione nel commercio equo e la promozione di prodotti competitivi per intensificare il commercio.
C’è stato anche un certo numero di cambiamenti a livello ministeriale, come la visita in India del Ministro sudafricano per le relazioni estere e la cooperazione Nkoana-Mashabane, nel gennaio del 2015. Nel 2010 il Presidente sudafricano Jacob Zuma ha visitato l’India, dove è stato accompagnato da sette ministri di Stato e una coorte di 200 imprenditori e funzionari. Durante la visita sono stati siglati tre memorandum d’intesa (MOUs) sulla cooperazione in agricoltura, nei servizi aerei e nella formazione accademica diplomatica e la delegazione sudafricana si è incontrata con i leader imprenditoriali indiani. Alla visita ha fatto seguito la resurrezione delle negoziazioni per un’area commerciale preferenziale (PTA) tra l’India e l’Unione doganale sudafricana (SACU) (ancora da concludere), che è stata in programma dal 2003, e nel ristabilimento del India-South Africa CEOs Forum.
Oltre a questi sviluppi, India e Sud Africa hanno intensificato la loro relazione su un livello multilaterale. Entrambe condividono il pensiero che questo status quo deve essere riformato al fine di rispecchiare lo spostamento nel potere economico e politico e per dare più voce in capitolo ai Paesi in via di sviluppo all’interno delle istituzioni globali. Questa visione condivisa ha stimolato la cooperazione dei due Paesi nei fora come l’Organizzazione mondiali del commercio (OMC), le negoziazioni sul cambiamento climatico, le Nazioni Unite (ONU), il G20 e le istituzioni finanziarie internazionali. Nel G20, ad esempio, i due Paesi si sono opposti alla svalutazione competitiva delle valute e ad un ritorno al protezionismo.
Sud Africa ed India fanno anche parte di due raggruppamenti multilaterali più esclusivi con un potenziale impatto globale enorme. Nel giugno del 2003 i ministri degli esteri di Brasile, Sud Africa e India si sono accordati per la formazione di un forum di dialogo per delle consultazioni regolari su diverse questioni condivise. Nel 2006 il forum è stato aggiornato al livello del Summit tra i capi di Stato e sono stati tenuti cinque Summit dell’IBSA finora, l’ultimo a Pretoria nel 2011. Il Sud Africa si è anche unito al raggruppamento del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), e nei primi 18 mesi della sua Presidenza, Zuma ha visitato tutti e quattro i Paesi membri del BRIC. Il Sud Africa è stato invitato ad unirsi al raggruppamento nel dicembre del 2010, formando l’odierno BRICS ed ospitando il quinto Summit del BRICS a Durban.
Nonostante questi avanzamenti nelle relazioni tra India e Sud Africa, Sidiropolous sostiene che dalla ripresa delle relazioni diplomatiche nel 1993, i due Paesi non abbiano attuato il pieno potenziale economico e politico della loro relazione. Imputa ciò ai limiti di capacità, ad una mancanza di chiarezza su che posizione abbia ciascun Paese su certe questioni, e al fatto che i due Paesi sono dei potenziali rivali o concorrenti nonostante la loro condivisa retorica sulla “cooperazione Sud-Sud”. Come spiega questo articolo, ci sono diversi modi in cui possono essere intensificate le relazioni economiche. Il commercio e l’investimento sono degli elementi importanti della diplomazia economica, in particolare in relazione alle attività commerciali. Qual è l’attuale stato delle relazioni commerciali tra India e Sud Africa?
Commercio ed investimento
Il commercio tra India e Sud Africa ha cominciato a prosperare dal sollevamento delle sanzioni economiche contro il Sud Africa dopo la fine dell’apartheid. Il commercio bilaterale è aumentato da un valore di 2.5 miliardi di dollari statunitensi nel 2003-04 ai 13.18 miliardi del 2012-13. Il Sud Africa è il più grande mercato d’esportazione dell’India in Africa e ammonta a più del 22% delle esportazioni di merci indiane. Nel 2011 l’India è diventata il quarto esportatore più grande in Sud Africa, dietro all’UE, alla Cina e agli USA. Il Sud Africa ha un’ampia domanda per i prodotti petroliferi raffinati, automobili, prodotti farmaceutici e macchinari elettrici e industriali prodotti in India.
Le importazioni dal Sud Africa all’India includono oro, carbone, minerali di rame e concentrati, acido fosforico, minerali di manganese, lingotti di alluminio e altri materiali.
Commercio indo-sudafricano (in milioni di dollari USA)
Commercio indo-sudafricano (in milioni di dollari USA)
Anno | 1994 | 1996 | 1998 | 2000 | 2002 | 2004 | 2006 | 2008 | 2010 | 2012 | 2014 |
Esportazioni sudafricane in India | 137 | 237 | 299 | 427 | 378 | 573 | 761 | 2188 | 3034 | 3754 | 3917 |
Importazioni sudafricane dall’India | 130 | 280 | 318 | 266 | 328 | 752 | 1762 | 2484 | 2847 | 4589 | 4710 |
Fonte: Dipartimento del commercio e dell’industria, Governo del Sud Africa
Nel 2015 più di 100 aziende indiane sono state presenti fisicamente in Sud Africa. Esse erano impegnate principalmente nei seguenti settori:
Estrazione mineraria
Fabbricazione generale
IT
Servizi finanziari
Una delle maggiori aree di crescita è quella dei prodotti farmaceutici – nel 2013-14 la Exim Bank ha riportato che il Sud Africa possiede una quota del 3.5% come destinazione nelle esportazioni di prodotti farmaceutici. I principali investitori indiani in Sud Africa includono Tata (automobili, IT, impianti di ferrocromo), il gruppo UB (birrifici, hotel), Mahindra (automobili) e un certo numero di aziende farmaceutiche (tra cui Ranbaxy e CIPLA) e di aziende IT. Vi è anche presenza di investimenti indiani nel settore minerario sudafricano.
Il Sud Africa è il terzo investitore africano in India con un investimento estero diretto (FDI) di 112 milioni di dollari USA. In India le compagnie sudafricane si impegnano principalmente nelle seguenti aree:
Servizi bancari e finanziari
Assicurazioni sanitarie e finanziarie
Alimenti e vini
Estrazione mineraria
Un certo numero di aziende multinazionali sudafricane stanno operando nel mercato indiano, e l’investimento estero diretto dal Sud Africa all’India sta crescendo ad un ritmo costante. Le compagnie sudafricane come Tiger Brands, Airports Company South Africa, Bidvest, SAB Miller, Firstrand Bank, Old Mutual, Balela Leisure, Anglo-American, Sasol e Nandos Group Holdings hanno fatto investimenti nel mercato indiano. Mentre Shoprite, il secondo gruppo di vendite al dettaglio del Sud Africa, che ha ritirato nel 2005 le sue operazioni in India, si sta rivolgendo di nuovo al mercato indiano dopo che il governo indiano ha annunciato dei piani per liberalizzare il proprio settore al dettaglio. Meno di 50 compagnie sudafricane operano in India attualmente, ma queste sono comunque importanti per le altre perché dimostrano le possibilità del mercato indiano.
Le relazioni commerciali tra India e Sud Africa sono quindi produttive, anche se vi sono ancora numerose opportunità di investimento per entrambi i Paesi nel futuro. Tuttavia, se queste relazioni sono pronte per decollare, devono essere superate le strozzature che ostacolano gli affari. Quali sono le sfide attuali che devono affrontare le imprese?
Gli ostacoli per il business
Le relazioni tra i settori privati di India e Sud Africa sono abbastanza buone, e ciò è rispecchiato nella costante crescita commerciale e di investimenti descritta di cui sopra. Tuttavia, le imprese indiane che operano nel continente africano si trovano di fronte ad alcune sfide. Per esempio, vi è una generale mancanza di informazione, in particolare online, per le compagnie indiane che fanno affari in Africa. Mentre in India ci sono agenzie che promuovono il Paese come una destinazione per fare affari (come Invest India), questo tipo di partner efficaci non esiste sempre nei Paesi africani e questo aspetto è migliorabile anche in Sud Africa, dove ci sono alcune agenzie nazionali, provinciali e municipali che cercano di attrarre investitori. Altri fattori che ostacolano gli investimenti indiani in Sud Africa comprendono servizi infrastrutturali inadeguati ed inefficienti, bassi livelli di sviluppo del capitale umano e poche politiche di investimento.
Per migliorare le opportunità di investimento per le imprese indiane in Sud Africa, l’Unione doganale sudafricana (SACU) ha discusso con l’India circa un Accordo commerciale preferenziale tra SACU ed India, ma queste negoziazioni si sono rivelate di non facile portata e si sono dimostrate difficili da concludere. Le decisioni sulle esenzioni dal visto per chi fosse in possesso di passaporti diplomatici e ufficiali, la cooperazione nella scienza e nella tecnologia e la cooperazione sulle questioni doganali dovrebbero essere raggiunte nel futuro prossimo. L’accesso ai visti di lavoro per il Sud Africa è una questione importante perché ha contribuito ad ostacolare gli affari nel passato, e ci sono delle proposte per istituire un visto lavorativo del BRICS (BRICS business visa) per facilitare gli impegni.
Generalmente, visto che il Sud Africa è visto come più sviluppato rispetto a molti Paesi africani, le imprese indiane vedono la possibilità di lavorare in Africa come una buona opportunità. Allo stesso tempo, il business indiano ha cercato sempre più di intensificare lo sviluppo sudafricano. Per esempio, un progetto finanziato dallo USAID sull’HIV/AIDS in Sud Africa ha utilizzato le tecnologie del settore privato indiano.
Mentre vi è un gran numero di compagnie indiane che operano in Sud Africa, il numero di compagnie sudafricane impegnate con l’India rimane abbastanza limitato. E’ stata fatta qualche ricerca riguardo le barriere, ma questa richiede di essere espansa ed aggiornata per determinare le sfide in corso. Al fine di intensificare le relazioni indio-sudafricane potrebbe essere utile determinare se le sfide di investimento in India si riferiscono alla limitata conoscenza del mercato indiano delle compagnie sudafricane, o a specifiche barriere per il business. Per esempio, le difficoltà comprendono i requisiti fiscali che variano nei differenti Stati indiani.
Di conseguenza l’India sta attualmente considerando una Tassa sulle merci e sui servizi (GST) che fornirà una politica fiscale uniforme. Il governo sudafricano potrebbe contribuire identificando le sfide che devono affrontare le imprese, anche se nel frattempo anche il Governo sudafricano soffre di mancanza di capacità. La società civile potrebbe quindi svolgere un ruolo nel condurre la ricerca e nel fornire consigli politici riguardo queste questioni. La prossima sezione prende in esame le piattaforme commerciali che hanno fatto dei tentativi per intensificare le relazioni indio-sudafricane.
Piattaforme per intensificare le relazioni
Le due più grandi piattaforme di business dell’India sono la Confederation of Indian Industry (CII) e la Federation of Indian Chambers of Commerce and Industry (FICCI). In generale le strutture impresarie indiane lavorano con la Business Unity South Africa e la Black Business Chamber, nonostante le strutture impresarie sudafricane siano discutibilmente meno organizzate e più deboli rispetto a quelle indiane. Queste organizzazioni partecipano insieme alle iniziative bilaterali come il South Africa-India CEOs Forum e anche sul piano multilaterale tramite il Consiglio d’affari del BRICS (BRICS Business Council) e il Business 20 o B20 (il consiglio d’affari per i membri del G20).
Queste piattaforme di business, con i governi dei due Paesi, hanno sviluppato delle iniziative per intensificare le relazioni indio-sudafricane. Per esempio, nel 2010 è stata ospitata in Sud Africa una mostra commerciale indiana per rafforzare i legami commerciali tra Sud Africa e India, e per stimolare il commercio e l’investimento tra i due Paesi.
L’evento comprendeva una conferenza sul “Condurre affari in India”, che era focalizzata sul finanziamento dell’infrastruttura e dell’investimento. Altri esempi degli impegni sudafricani includevano la ITI Investment and Trade Iniziative, la Mining Indaba, la WINDABA e l’Africa Electoral Mining. Nel 2002 il governo indiano ha lanciato il suo programma “Focus Africa”, che si impegna con 24 Paesi africani utilizzando queste strutture impresarie. Come parte del programma, il Governo dell’India facilita le visite in Africa, la partecipazione a fiere e mostre e agli incontri business-to-business.
Anche l’India-South Africa CEOs Forum, inizialmente condotto da Ratan Tata (Presidente del gruppo Tata) e da Patrice Motsepe (Presidente di African Rainbow Minerals) è stato rilanciato nel 2010 dopo essere rimasto in gran parte inattivo per parecchi anni. Sono stati stabiliti quattro gruppi settoriali nelle aree dell’energia, dei servizi finanziari, dell’estrazione mineraria e dell’infrastruttura.
Il Presidente del Sud Africa Jacob Zuma ha lanciato un messaggio alla conferenza per mostrare il proprio supporto. E l’esperienza dei CEOs indiani rappresentata al Forum è il simbolo della crescente importanza conferita ai mercati africani dalle strategie delle aziende multinazionali indiane (MNCs).
L’imminente IAFS – III, in programma nell’ottobre del 2015, è un’altra iniziativa mirata ad intensificare le relazioni tra i settori privati di India e Sud Africa. Questo sarà il terzo summit a livello dei capi di Stato (il primo è stato tenuto a New Delhi nel 2008 e il secondo nel 2011 ad Addis Abeba) e mira ad intensificare la cooperazione dell’India con l’Africa incoraggiando le imprese cooperative, il capitale umano e lo sviluppo dell’infrastruttura, la conoscenza culturale e l’interazione accademica. Mentre lo IAFS – III presenta un’opportunità per intensificare le relazioni economiche, il beneficio per il Sud Africa non sarebbe così grande come quello per gli altri Paesi dell’Africa, dal momento che l’IAFS Framework Agreement si concentra maggiormente sui Paesi meno sviluppati (LCDs, dall’acronimo inglese Least Developed Countries) e non include dunque il Sud Africa.
Come si può vedere i Governi dei due Paesi sono stati attivi in termini di impegno a queste iniziative di business, anche se rimangono molti modi in cui le relazioni possono essere migliorate ulteriormente. Da parte del Sud Africa, una migliore organizzazione e strutture impresarie più forti potrebbero intensificare l’impegno. Inoltre, è stato sostenuto che le strutture impresarie sudafricane abbiano bisogno di imparare come diventare autosufficienti e meno dipendenti dalla guida del governo sudafricano per avere più successo. In tutte queste iniziative la società civile o è stata inesistente o ha svolto un ruolo minore. Tuttavia, come discusso nella prossima sezione, ci sono molte opportunità per l’impegno della società civile tramite queste strutture impresarie.
Intensificare le relazioni indio-sudafricane nel settore privato
Ci sono diversi modi in cui le relazioni indio-sudafricane nel settore privato possono essere intensificate nel futuro. Il governo sudafricano ha già iniziato a sperimentarne alcune nuove iniziative.
Per esempio, l’India è il primo Paese in cui il Dipartimento delle relazioni internazionali e della cooperazione (DIRCO) ha utilizzato il settore privato per supportare le attività governative, con il settore privato che ha contribuito ai costi dei trasporti. L’India è anche uno dei Paesi in cui il Sud Africa ha collocato un Dipartimento di commercio e industria (DTI) ufficiale nell’ambasciata, in riconoscimento della crescente relazione commerciale e di investimento. Allo stesso tempo il business sudafricano deve diventare più efficace in termini di organizzazione strutturale se ha intenzione di avanzare i suoi obiettivi ed impegnarsi pienamente con il governo sudafricano. Il business sudafricano potrebbe anche imparare dall’India organizzandosi in modo provinciale ed inviando delle delegazioni provinciali agli Stati indiani, in collaborazione con il DIRCO. Il DIRCO ed il business farebbero anche bene a considerare come la società civile possa essere utilizzata per dare un maggior input in futuro e per avere voce in capitolo riguardo la concorrenza leale, lo sviluppo sostenibile e la buona governance. Impegnare la società civile per mezzo delle piattaforme impresarie potrebbe essere un buon punto di partenza.
Visto che il governo indiano adotta ed implementa un approccio più assertivo alla diplomazia economica, il Governo sudafricano avrà bisogno di vedere come le priorità del Governo indiano collimino con quelle nazionali sudafricane e quali opportunità esistano. Per esempio, di recente l’India ha firmato un accordo con le compagnie sudafricane nel settore della difesa di 80 milioni di dollari USA nel tentativo di migliorare le proprie capacità difensive. Il Governo sudafricano può quindi informare il settore privato sudafricano e la società civile riguardo gli sviluppi dell’approccio del Governo indiano sulla diplomazia economica, cercando modi per ottenere beneficio reciproco.
A tal proposito la società civile potrebbe svolgere un ruolo attivo nel dialogo politico, assicurando che questi impegni contribuiscono allo sviluppo sostenibile e al beneficio del popolo nel suo complesso, piuttosto che a quello di pochi specifici individui, e dando consigli al governo e alle imprese su come certi progetti potrebbero impattare le comunità locali. La società civile e le imprese possono andare di pari passo anche per assicurare una maggior supervisione, trasparenza e riduzione del rischio.
Il settore commerciale tra India e Sud Africa ha bisogno di essere ampliato e diversificato. A tal proposito le piccole e medie imprese (SMEs) possono svolgere un ruolo maggiore. Per i Governi dei due Paesi sarà importante anche considerare e consultare le imprese sulle ragioni profonde per non investire in certi casi nonostante le misure di facilitazione come la riduzione delle barriere commerciali. Devono esserci delle discussioni franche a riguardo. Il duty free quota free system (DFQFS) dell’India, per esempio, permette al 90% delle merci di essere esportate senza imposte e senza quote dai Paesi meno sviluppati (come il Lesotho e lo Swaziland nel SACU), ma questo non viene utilizzato da molti Stati africani. Per quale motivo? La società civile potrebbe essere utile per portare a termine delle analisi e delle ricerche accurate e approfondite sul perché certe politiche non siano efficaci, utilizzando queste informazioni per informare le posizioni governative. La società civile potrebbe anche essere utile per creare consapevolezza riguardo le opportunità del settore privato indiano, ad esempio facilitando uno studio economico del mercato indiano e migliorando la conoscenza dei collegamenti.
I Governi di India e Sud Africa devono anche considerare come utilizzare le proprie ambasciate per intensificare la loro diplomazia economica. Un’area dove ci si potrebbe concentrare maggiormente riguarda l’utilizzo della diaspora in India e Sud Africa per capire meglio le sfide e le opportunità per il settore privato.
Intensificare la diplomazia economica richiede una stretta partnership tra tutte le parti in causa rilevanti. Ciascuna di queste parti svolge un ruolo importante nell’assicurare che l’impatto delle relazioni venga massimizzato. In futuro, una collaborazione più stretta e un dialogo continuo saranno essenziali.
Amanda Lucey
Catherine Grant Makokera
Articolo tratto da:
http://www.fahamu.org/node/2311
http://www.fahamu.org/resources/SA_India_Relations.pdf
Traduzione per il CESEM di Nebojsa Radonic
Il CeSE-M sui social