Dall’8 al 17 settembre si è svolta la seconda edizione del meeting internazionale China-Us-Europe Young Leaders Exchange Program, al quale ha partecipato Marco Costa in qualità di responsabile area euroasiatica del CESEM, nonché di redattore della rivista Scenari Internazionali.
L’organizzazione promotrice dell’evento, la Chinese Association for International Understanding, è un’associazione fondata nel 1981 con sede a Pechino, composta da esponenti del Partito Comunista Cinese, da organizzazioni non governative a sfondo sociale, da rappresentanti delle differenti comunità etniche e religiose e da esponenti del mondo accademico, con lo scopo di promuovere a livello internazionale una conoscenza approfondita del modello socio-economico della Repubblica Popolare Cinese.
L’intenso programma di incontri, visite e conferenze si è svolto nella capitale Pechino e nella città di Xining, capoluogo della regione interna dello Qinghai. Il gruppo di studio vede tra gli invitati stranieri diversi esponenti del mondo politico dalle diverse appartenenze ideologiche, ma che soddisfano il requisito dell’età – nessuno aveva infatti oltre i 40 anni – e della particolare competenza rispetto al tema delle relazioni internazionali del sistema politico ed economico cinese attuale. Hanno partecipato Daniel Fost, Segretario del Partito Liberaldemocratico di Baviera (Germania), Holger Man, Deputato del Parlamento federale della Sassonia del Partito Socialdemocratico (Germania), Erik Stohn, Deputato del Parlamento federale del Brandeburgo del Partito Socialdemocratico (Germania), Alastair Crooks, coordinatore del gruppo parlamentare conservatore a Westminster, (Regno Unito), Benjamin Kieckhefer, Senatore nel Nevada del Partito Repubblicano (Stati Uniti), Charles Schneider, Senatore nell’Iowa del Partito Repubblicano (Stati Uniti). Da parte cinese, presenti Zhai Kun, Professore della Scuola di Studi Internazionali presso l’Università di Pechino, Mr. Lacan, Segretario del Comitato per gli Affari Religiosi, Guo Wei, Vicesindaco della città di Kaiyang del Guizhou e Professore di economia presso la scuola del Comitato Centrale del PCC, e Yang Xu, editore e componente della redazione del People’s Daily (organo ufficiale del PCC).
Le prime giornate sono state dedicate ai seminari, impostati secondo le modalità del workshop in cui dopo una prima parte di relazione dei singoli delegati vi era un dibattito sulle questioni in discussione. In particolare, i titoli dei seminari erano i seguenti: China’s Latest Development and Challenges, The “Belt and Road” Initiative: Opportunities and Challenges, Reform, Governance and Cooperation, Reform: Powered by Cooperation and Led by Innovation, Rule of Law and Modern Governance.
Sempre nella capitale Pechino, si è avuta l’occasione di visitare siti di straordinario interesse dal punto di vista istituzionale ed economico. Anzitutto la Zhongguancun Innovvation Way, ribattezzata la Silicon Valley cinese, in cui vengono sviluppati progetti d’impresa all’avanguardia prevalentemente nel settore informatico. In questo polo di ricerca ed innovazione, sostenuto dalle autorità locali, dall’Accademia della Scienza ed in collaborazione con l’Università di Pechino, ai giovani è offerta la possibilità di avviare delle start-up per quelle che saranno le imprese del futuro, o di sviluppare progetti e brevetti di interesse per le imprese del settore tecnologico e informatico.
Sempre a proposito del mondo giovanile cinese, è stata offerta l’opportunità di visitare lo Youth Center del quartiere Chaowai; queste strutture, analogamente ad altre centinaia nella città di Pechino, sono praticamente dei centri di aggregazione giovanile, animati dalle comunità locali e dalla Lega Giovanile del PCC. Tuttavia questi centri non hanno assolutamente finalità di formazione ideologica, ma gestiscono ampi spazi in cui ai giovani viene offerta la possibilità di socializzare attraverso lo sport, attraverso sale dedicate allo studio pomeridiano, attraverso l’organizzazione dei normali momenti ricreativi (ballo, giochi da tavolo e videogiochi, ecc.). Molto interessante anche lo spazio dedicato alla meditazione tradizionale, con tanto di maestro a disposizione. Questi luoghi, molto frequentati, trasmettono immediatamente l’idea della gioventù cinese di oggi, socievole, aperta e sorridente, ma altrettanto attenta alle regole e all’educazione civica.
Si ha poi avuta l’occasione di incontrare diverse organizzazioni del settore della cooperazione internazionale, associate nella Beijing NGO Association for International Exchanges. Poi la Beijing City University, visita davvero straordinaria. Agli occhi occidentali, abituati ai pittoreschi e disordinati panorami del mondo accademico, questa visita è risultata davvero unica. Anzitutto dal punto di vista architettonico questa Università – fondata nel 1984 col supporto del Governo cittadino – colpisce per i suoi immensi spazi, per la modernità e l’ampiezza dei suoi palazzi, per l’infinita offerta di spazi verdi curati in modo maniacale e di strutture sportive, per l’ordinato campus adiacente in cui possono alloggiare i suoi studenti. Così come colpiscono le strutture interne; se la facoltà di ingegneria è suddivisa in specializzazioni (automobilistica, manufatturiera, tessile, ecc.) in cui dopo una formazione generale si è praticamente già a contatto con quello che sarà il futuro impiego dello studente, anche le facoltà umanistiche offrono una formazione finalizzata al futuro impiego (interpreti per gli studenti di lingue, insegnamento per gli studenti di materie umanistiche, abilità teatrali e pittoriche per gli studenti delle materie artistiche, solo per fare alcuni esempi). L’università cinese sembra un micromondo in cui convivono armoniosamente innovazione e tradizione, in cui tanto lo studio dell’informatica quanto quello della calligrafia antica sono proiettati all’immissione di sapere nella società contemporanea. Parlando in libertà con qualche studente, chiedendogli quanto dovrà attendere per un impiego all’indomani della laurea, vi risponderà che purtroppo (!) potrebbe attendere anche tre o quattro mesi.
Per smaltire il trambusto cittadino, si è visitato il parco naturale dello Hanshiqiao Wetland, una riserva naturale immensa alle porte di Pechino e a circa trenta minuti da Chaoyang District, luogo incantato assolutamente tranquillo e indisturbato. Questo è un parco immenso dove una natura lussureggiante si districa tra i rivoli del lago Shuang Zi, dove l’orizzonte verde in cui si confondono le acque con le fronde degli alberi è interrotto solamente da bambini che giocano, famiglie che cercano un po’ di quiete, barche a disposizione dei turisti o degli appassionati di birdwatching.
La visita istituzionale di maggior prestigio è consistita nell’incontro ufficiale avvenuto presso il Dipartimento Affari Internazionali del Partito Comunista Cinese tra tutti i delegati e Mr. Liu Hongcai, Viceministro del Dipartimento Affari Internazionali del Comitato Centrale del PCC. L’incontro, una volta svolte le formalità del protocollo istituzionale, ha fornito l’occasione per dialogare apertamente rispetto al nuovo ruolo della Cina nel mondo multipolare, con la sua straordinaria crescita economica ma anche con la sua voglia di aprirsi oltre i suoi confini attraverso le diverse vie diplomatiche, della cooperazione e della cultura.
Da segnalare anche il fatto che nel programma sia stata inserita una giornata con alcune famiglie locali, che hanno ospitato i delegati per un’intera giornata. Come è ovvio, le visite guidate solitamente si limitano a fornire alcuni spunti, rimanendo nel distacco turistico o diplomatico a seconda dei casi. Da un punto di vista sociologico, nessuna occasione è migliore per conoscere la vita quotidiana di un cittadino medio se non vivere ed abitare con esso. Quello che ha colpito, oltre ad una straordinaria e quasi imbarazzante ospitalità da parte cinese, è stato il fatto che il tenore di vita delle famiglie sia significativamente elevato. Spesso infatti si ricorda l’aumento del PIL cinese negli ultimi decenni, non altrettanto frequentemente si rammenta il proporzionale aumento del potere d’acquisto e quindi del tenore di vita delle famiglie di lavoratori. Case ordinate e dignitose anche nei caseggiati più ampi, spazi verdi di quartiere (in grande espansione, anche per ovviare ai noti problemi di inquinamento), servizi scolastici e infantili di prossimità e, soprattutto, un aspetto, mai abbastanza sottolineato. In una megalopoli di quasi venti milioni di abitanti, anche il turista più sprovveduto ed ingenuo può percorrere qualsiasi strada di qualsiasi quartiere a qualsiasi ora in condizioni di massima sicurezza, senza temere vessazioni da parte di criminali o di sbandati, come solitamente avviene nelle nostre città.
Dopo un’intensa settimana di attività a Pechino, la delegazione si è spostata verso la città di Xining, capoluogo della Provincia del Qinghai. Su questa regione interna va fornito qualche dato di inquadramento, alla luce del fatto che rimane abbastanza sconosciuta ai più, ma che rivela senz’altro straordinarie potenzialità tanto dal punto di vista economico quanto dal punto di vista turistico. Il Qinghai è una provincia della Repubblica Popolare Cinese, e il nome della provincia deriva dall’omonimo Lago Qinghai (in mongolo Koko Nor, mare verde). La provincia del Qinghai confina con la provincia del Gansu a nord-est, la regione autonoma dello Xinjiang a nord-ovest, la provincia dello Sichuan a sud-est e la regione autonoma del Tibet/Xizang a sud-ovest. Il territorio della provincia del Qinghai occupa la parte nord-orientale dell’Altopiano del Tibet. Il Fiume Giallo nasce nella zona centrale della provincia, mentre le sorgenti dello Yangtze e del Mekong si trovano nella parte meridionale del Qinghai. L’altitudine media del Qinghai è di circa 3000 metri sopra il livello del mare. Tra le catene montuose di maggior rilievo vi sono le Montagne di Tangula e le Montagne di Kunlun. La temperatura è ovviamente rigida in inverno (in gennaio oscillano tra i -18,2 °C e i -7 °C) ma favorevole negli altri mesi (le temperature di luglio sono comprese tra i 5 °C e i 21 °C). Il lago Qinghai è il lago più esteso della Repubblica Popolare Cinese: copre una superficie di 4400 km², con un perimetro di 360 km. Nel lago vi sono 5 isolotti, uno dei quali è considerato riserva naturale. Fra le tante specie osservabili in quelle zone vi sono il cervo dalle labbra bianche, cammelli e yak selvatici, il leopardo delle nevi, asini selvatici, cigni, aquile. Si contano circa 200 specie di piante selvatiche, preziosissime per la medicina tradizionale. Il lago, raggiungibile comodamente in un paio di ore di autobus da Xining, presenta un paesaggio davvero straordinario, con il suo orizzonte praticamente infinito da cui emergono le cime delle montagne innevate, sulle cui pendici mandrie di yak brucano le erbe delle steppe, spettinate dal vento pungente. Questo territorio, accessibile con una buona viabilità, è tanto straordinario quanto ancora abbastanza vergine dal punto di vista turistico, fatta eccezione per alcuni gruppi di avventurosi ciclisti che risalgono le strade tortuose a sud di Xining. Fino ad alcuni anni fa, l’economia del Qinghai rimaneva una delle meno sviluppate di tutta la Cina. Il PIL nominale per il 2003 ammontava a 39,02 miliardi di renminbi, pari allo 0,3% del PIL dell’intera Repubblica Popolare Cinese. Il PIL pro capite nel 2003 corrispondeva a 7310 renminbi. Tuttavia anche questa regione sta conoscendo il suo Balzo in avanti, grazie a settori economici di rilievo quali l’industria pesante del ferro e dell’acciaio nei dintorni del capoluogo Xining, l’industria dell’estrazione del petrolio e del gas dal Bacino di Chaidamu, una florida agricoltura sostenuta con tecniche di avanguardia, la coltivazioni di erbe medicinali necessarie per la medicina tradizionale, le sue gigantesche centrali idroelettriche (178 nella regione) che producono qualcosa come 21.66 miliardi di kwh annui. Così come lo sviluppo di altre fonti energetiche alternative, quali centrali fotovoltaiche, geotermiche e eoliche.
Per quanto riguarda le infrastrutture, un modernissimo e funzionale aeroporto collega Xining con Pechino in circa tre ore di volo. Più celebre è un’altra infrastruttura presente in città, ovvero la linea ferroviaria Pechino-Lhasa, nota anche con il nome di Linea del Qinghai-Tibet, o Treno del Cielo o Tibet Express. Questa è una linea ferroviaria che collega Xining, capitale della provincia cinese del Qinghai, con Lhasa, capitale del Tibet. In tutto la linea serve 44 stazioni e può essere percorsa da otto treni contemporaneamente. La tratta finale della ferrovia, da Golmud a Lhasa è stata inaugurata il 1º luglio 2006, e riveste uno straordinario valore sia commerciale che turistico. L’idea della ferrovia nacque da Mao Zedong, che intraprese alla fine degli anni cinquanta la costruzione del Treno dei Cieli, ma che, a causa dei costi e dei problemi tecnici derivanti dal suolo impervio delle montagne himalayane, dovette abbandonare l’impresa limitandosi al tratto tra Xining e Golmud (815 km), concluso nel 1984, e il collegamento di Xining con Pechino. La Ferrovia del Tibet è la prima e unica ferrovia che collega il Tibet alle altre città cinesi. La seconda tratta, quella più ostica, di 1.140 km è stata cominciata nel 2001 e terminata nel 2006. Questa parte del percorso è oggi caratterizzata dall’avere l’80% del percorso a quota superiore ai 4000 metri, per una distanza complessiva di 960 km di ferrovia in alta quota. La tratta comprende anche 160 km su 675 ponti, necessari per sorpassare i numerosi fiumi e torrenti che provengono dai monti.
La grande varietà etnico-antropologica di questa regione è la premessa della sua grande offerta culturale. La popolazione della provincia del Qinghai ammonta a 5,2 milioni di abitanti. Il gruppo etnico dei cinesi Han è il maggiore, essendo circa il 50 % della popolazione complessiva, seguiti da tibetani (circa 20 %), tu, cinesi hui, salar e mongoli. La presenza tibetana è testimoniata dai numerosi templi buddhisti, oggetto di costanti lavori di recupero architettonico; inoltre la cultura della provincia del Qinghai è largamente influenzata dalla cultura tibetana. Il Qinghai è infatti la storica provincia tibetana di Amdo, e la statua di Tsongkhapa, fondatore della Setta Gelugpa (Berretti Gialli) si trova nel Monastero Kumbum vicino a Xining. Molte delle attrazioni turistiche della provincia del Qinghai si trovano nel capoluogo. Xining, vivace città schiacciata all’interno di una lunga valle, offre una sorprendente combinazione di culture appartenenti ai diversi gruppi etnici della provincia: Tibetani, Hui, Han e altre minoranze etniche. Soprattutto va segnalato il Museo di medicina tibetana, straordinario esempio di quanto nella Repubblica Popolare si stia facendo per preservare le culture tradizionali, in cui è presente una particolareggiata storia delle vita quotidiana del Tibet/Xizang antico e del suo antichissimo patrimonio religioso. Nel muoseo è presente un’opera pittorica straordinaria, un thangka di 618 metri di lunghezza, esposto in un suggestivo labirinto e realizzato dalla mano di 400 artisti che ripercorrono tutta la storia della cultura tibetana, dal mito fondativo della leggenda di Nyatri Tsenpo al primo monarca Songtsen Gampo di Yarlung fino ad arrivare alle epoche recenti, dando notizia artistica delle varie ramificazioni religiose dell’antica credenza Bön e poi delle diverse correnti (almeno 8) che hanno animato nel corso dei secoli – non sempre pacificamente tra loro – il panorama del Buddhismo tibetano.
Tra i siti turistici di maggior interesse di Xining vi sono anche Tempio della Montagna del Nord la Grande Moschea, che è stata visitata dalla delegazione. La Grande Moschea di Dongguan, è interessante anche dal punto di vista architettonico, combinando magnificamente le cupole tondeggianti tipiche dell’Islam con il luogo interno dedicato alla preghiera, ricavato in un tempio modulato con le classiche forme della pagoda cinese.
Ad un paio di ore da Xining, è presente un centro di preparazione sportiva all’avanguardia, fucina di tante delle medaglie olimpiche a cui ci hanno abituato gli atleti cinesi negli ultimi anni; il Duo Ba National Sports Training Basement offre agli atleti strutture avveniristiche per tutti gli sport olimpici, e non è un caso che il celebre nuotatore Sun Yang abbia fruito di questa piscina per preparare i suoi record mondiali.
Infine due incontri molto importanti avuti a Xining; la visita diplomatica a Ma Shunqing, membro del Comitato Centrale del PCC della provincia del Qinghai, e il convegno tenuto nella scuola di formazione del PCC di Xining, avente per titolo Integration into the One Belt One Road with Characteristics Advantages. La scuola di formazione del Partito, nel cui piazzale antistante capeggia una imponente scultura di Marx ed Engels, è un qualcosa di molto differente rispetto a strutture analoghe immaginabili in occidente. Questa sorta di accademia di specializzazione, a cui possono accedere i migliori studenti delle rispettive discipline aderenti al Partito, ha l’intento di formare i quadri e gli amministratori locali e nazionali. Non è un caso che il seminario sia stato incentrato sulle tematiche riguardanti la Nuova via della seta, a testimonianza della particolare attenzione prestata dagli studiosi del Paese di mezzo alle tematiche riguardanti l’integrazione geopolitica e le sue ricadute economiche e culturali sui singoli territori.
Solo poche considerazioni finali, certamente non esaustive. La Cina è un continente molto ampio, un mondo rispetto al quale molti si cimentano in giudizi improvvisati senza conoscerlo approfonditamente. Un celebre aforisma attribuito a Confucio, recita quanto segue: “Quando incontrate persone virtuose cercate di emularle, quando incontrate persone che tali non sono, guardate in voi e meditate. Se viaggiassimo in tre, certamente avrei sempre un maestro accanto: dell’uno coglierei i pregi per trarne esempio, dell’altro coglierei i difetti per emendarmi. Pertanto è essenziale l’altrui presenza, giacché è nel rapporto con l’altro che si attiva il pensare e l’agire dell’uomo”. Questo atteggiamento, saggio e consapevole, può essere attribuito alla Cina di oggi; guarda molto accanto a se, è straordinariamente curiosa di conoscere altri modelli economici ed istituzionali, ma è altrettanto consapevole delle sue virtù ormai consolidate, quali stabilità, progresso costante, pace sociale. Come è stato più volte ricordato nel nostro soggiorno, concetti quali società armoniosa, socialismo con caratteristiche cinesi, socialismo armonico di mercato, sono originali strumenti elaborati nel pensiero cinese contemporaneo per coniugare sete di innovazione e custodia della tradizione. Quello che è certo è che dal mondo cinese, dalle nuove direttrici della Via della seta (marittima e terrestre), non possiamo che iniziare ad ipotizzare occasioni diversificate anche in Europa, nelle rispettive economie e nelle rispettive culture, di vicendevole vantaggio.
Marco Costa
Il CeSE-M sui social