Consiglio Mondiale del Panafricanismo (Co.Mo.Pa.) – Testo relativo all’Orientamento del Congresso: “Contesto e Giustificazione”

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Consiglio Mondiale del Panafricanismo (Co.Mo.Pa.)

Testo relativo all’Orientamento del Congresso: “Contesto e Giustificazione” del professor Honorat Aguessy

Congresso biennale nella Repubblica del BENIN da lunedì 27 aprile a sabato 2 maggio 2015

Temi: Per un’agricoltura panafricana, autosufficiente, competitiva e indirizzata allo sviluppo

 

Sottotemi:
I. L’agricoltura, vettore dello sviluppo endogeno e del panafricanismo: lo sviluppo dell’Africa attraverso l’agricoltura.
Pilastri: il ritorno dell’esperienza della diaspora, la creazione di hubs agricole (città agricole) regionali, l’autosufficienza alimentare, le implicazioni della Muraglia verde di Gheddafi.

II. Le politiche d’accesso alla proprietà fondiaria.
Pilastri: l’agro-industria, tecnologia agricola e meccanizzazione innovativa.
Le trasformazioni agroalimentari, lo statuto del contadino, l’accaparramento delle terre, la geopolitica agricola, l’arsenale giuridico fondiario.
Il ruolo dell’agricoltura biologica nella preservazione dell’ecosistema, dell’ambiente e della salute.
Lo sfruttamento agricolo e l’impatto sui cambiamenti climatici.
Giardino Botanico e sviluppo delle piante medicinali in Africa e nel mondo intero.

III. La problematica del finanziamento dell’agricoltura.
Pilastri: la creazione di banche per favorire il credito ai produttori agricoli, il protocollo di Maputo.

IV. La donna e l’agro-ecologia di fronte al pericolo industriale
Pilastri: il sapere endogeno, l’agricoltura familiare, l’autosufficienza alimentare, l’eugenetica scientifica, i fertilizzanti di sintesi.

V. I mestieri verdi nel sistema educativo, formativo, di reinserimento e correttivo.
Pilastri: l’agro-ecologia, l’agricoltura nell’ambiente scolastico, carcerario e marziale.

 

I – Contesto e Giustificazione

Da oltre 21 anni è stata riportata sulle fonti ufficiali, l’Istituto di Sviluppo e di Scambi Endogeni, una dinamica che vuole che l’uomo africano si riappropri delle conoscenze endogene secolari che hanno reso splendido il suo passato, ma oggi fuori luogo o divenute chiavi inefficaci che fanno dell’Africa moderna una civiltà porosa e sballottata dalle correnti della storia. Questa missione, tanto nobile quanto difficile, ha trovato il suo senso attraverso le attività organizzate nel corso degli anni in seno a questo Istituto. A questo proposito, è stata istituita dopo il mese di marzo 1995, una tradizione che vuole che i colloqui siano organizzati ogni due anni, riunendo in una logica d’azione emancipatrice e liberatrice, le forze vive pensanti e d’azione del continente africano e della diaspora africana in seno sia alla parte dispersa sia alla parte sedentaria.
Così dunque hanno avuto luogo (i seguenti congressi n.d.r.):
dal 27-31 marzo 1995: le piante medicinali africane: salvezza umana in un contesto di sviluppo durevole;
dal 23 al 27 aprile 1997: integrazione africana di fronte alla mondializzazione, in occasione del 25° anniversario della sparizione di Kwame Nkrumah;
26-30 aprile 1999: ritorno della diaspora (dolorosa) africana: contributo dei neri alla scienza e alla tecnologia durante il periodo della schiavitù e della tratta negriera;
23-27 aprile 2001: società civile in Africa: problemi, sfide e prospettive;
23-27 aprile 2003: forze portanti della diaspora africana: strategie per lo sviluppo pertinente e sicuro in Africa;
25-29 aprile 2005. Ricerca di una soluzione endogena e prospettiva durevole alla crisi dello sviluppo in Africa per una nuova definizione del Nepad: necessità di un afro-ottimismo pertinente, educato ed efficiente;
23-27 aprile 2007: nessuna Africa credibile senza il panafricanismo;
2009: relazioni Africa-Cina: problemi, sfide e prospettive;
2011: diaspora africana: imprenditorialità e strategie di investimento verso l’Africa;
23-27 aprile 2013: lo sviluppo dell’Africa tra le maglie delle NTIC: opportunità e beni, minacce e trappole.

E’ doveroso constatare come nel corso di questi 21 anni di intense attività cognitive e intellettuali, mai la problematica del solo mezzo immediatamente disponibile e alla portata dell’Africa per il suo sviluppo autocentrato e senza influenze esterne è stata affrontata, cioè quella dell’agricoltura.
In Africa, l’agricoltura è oggi il solo settore attorno al quale si accordano i politici, gli agronomi, gli economisti e la società civile per dire che è una garanzia di sviluppo.
Anche la scelta di un tema in rapporto all’agricoltura si giustifica per il fatto che grazie a questa l’Africa assumerà pienamente la sua responsabilità di madre dell’umanità in questi tempi in cui gli interessi mercantili hanno fretta di trasformare l’agricoltura in un utile geopolitico e geostrategico di destabilizzazione.

Di conseguenza, dal 27 aprile al 2 maggio, il nostro Congresso biennale si incentrerà sui temi e le questioni del tema annunciato.

 

II – Obiettivo globale del congresso

I) Mostrare che l’agricoltura è l’arma più efficace di cui dispone il panafricanismo nella sua visione di un’Africa fiorente e prospera. L’agro-ecologia va privilegiata alfine di sostenere uno sviluppo durevole.

II) L’agricoltura diviene il vettore per eccellenza del panafricanismo futuro, dall’intellettuale più burocratico al contadino più chiuso nella sua frazione fino ai confini del territorio dell’Africa.

III) Una migliore valorizzazione del potenziale agricolo dell’Africa per privilegiare il sapere culturale endogeno.

IV) Presa di coscienza da parte della Diaspora della necessità di impegnarsi nel mondo rurale e di contribuire alla sovranità alimentare.

V) Le Università africane si riappropriano del sapere culturale endogeno e riesaminano il posto della donna nello sviluppo dell’agricoltura.

VI) La gioventù si impegna nell’agricoltura e partecipa essa stessa al riassorbimento della disoccupazione.

VII) La società cittadina panafricana partecipa alla vigilia del combattimento per un’agricoltura ragionata ed un’alimentazione sana.

VIII) L’alimentazione vegetariana è considerata come uno dei mezzi più efficaci ed efficienti per lottare contro il riscaldamento climatico.

IX) L’investimento in Ricerca e Sviluppo (R&S) è protagonista almeno dell’1% del PIL agricolo e il potenziamento dei servizi di divulgazione dell’agricoltura è accresciuto.

X) La durevolezza e la resistenza climatica nei piani agricoli nazionali è integrata.

XI) Sono elaborati degli obiettivi di nutrizione nelle strategie del settore agricolo.

XII) Analizzare e comprendere come le questioni affrontate durante il Congresso panafricano di Londra nel 1900 sull’accaparramento di terre restino d’ attualità.

XIII) Mettere a contributo le personali risorse del mondo agricolo al fine di permettere la risoluzione delle diverse implicazioni e problemi che rappresentano l’agricoltura nel panafricanismo.

XIV) Adottare gli atti del colloquio che serviranno da bussola alle autorità dirigenti del Benin, della CEDEAO e della UA.

 

III – Obiettivi specifici

i. Condurre i decisori e la società civile a interiorizzare, dopo le istituzioni, l’importanza dell’implementazione di una politica agricola adeguata per l’Africa e di uno sviluppo durevole, i problemi decisivi che implicano le politiche agricole attuali per l’Africa.

ii. Rendere cosciente la gioventù e donargli una fonte permanente di radicamento identitario e di prospettiva sull’avvenire.

iii. Mettere in rete le istituzioni di ricerca agricola delle cinque grandi regioni dell’Africa e della sua Diaspora.

iv. Condurre gli Stati africani a rispettare i propri impegni firmati a Maputo che raccomandano di consacrare il 10% del loro bilancio all’agricoltura.

v. Integrare l’approccio di genere per rendere più dinamico il settore dell’agricoltura.

vi. Proporre un meccanismo di rinforzo della gestione delle terre e la sicurezza dei diritti di proprietà.

 

IV – Risultati attesi

2.1. Termini di riferimento dell’officina n. 1
L’agricoltura, vettore del panafricanismo: lo sviluppo dell’Africa per l’agricoltura.

2.1.1. Contesto
Raggiungere l’autosufficienza alimentare e nutrire in maniera adeguata le popolazioni è il primo modo di garantire la pace. Questo perché l’agricoltura è un settore primario. Di conseguenza consolidare la nostra agricoltura ci permetterà di controllare le forze produttive dei nostri territori africani ed evitare le ingiunzioni e le influenze imperialiste che ci frenano nella nostra marcia verso l’integrazione totale. Tuttavia questo nobile obiettivo non può essere raggiunto che attraverso una marcia sinergica in cui i saperi e il saper fare sono messi in comune sul piano regionale e continentale grazie al ritorno d’esperienza garantito dalla diaspora. L’Africa dispone di 700.000.000 di ettari di terre coltivabili.

2.1.2. Obiettivi dell’officina
Ispirandosi all’esempio della Cina e delle regioni tedesche proporre un meccanismo d’unificazione delle forze produttive interne, e di rottura con il sistema imperialista esterno, adatto al contesto africano.
Elaborare una strategia di messa in comune dei saperi e del saper fare a tutti i livelli per raggiungere l’autosufficienza alimentare in Africa.
Proporre degli assi di cooperazione e d’implicazione della diaspora negro-africana.
Rimettere in piena evidenza la Muraglia verde di Gheddafi.
Proporre dei meccanismi di sorveglianza e di valutazione.

2.2. Termini di riferimento dell’officina n. 2
Le politiche di accesso alla proprietà fondiaria.

2.2.1. Contesto
xii Un ambiente propizio all’integrazione dei piccoli operatori e gli investimenti responsabili del settore privato saranno favoriti.
xiii Dei piani nazionali di sviluppo dell’agricoltura saranno applicati allo scopo di ottenere dei risultati per i piccoli operatori.

 

V – Modalità tecniche di svolgimento dei colloqui

Per raggiungere gli obiettivi di questo congresso, è previsto un programma di lavoro che comporterà delle sessioni plenarie e delle officine tematiche.

Cinque sessioni plenarie saranno organizzate: 1) Una cerimonia di apertura. 2) Una seduta plenaria a Zomachi lungo la strada degli schiavi (il 27 aprile) che consacra il 43° anniversario della morte di Kwame Nkrumah ma anche un momento privilegiato di comunione con le anime degli antenati deportati durante la tratta transatlantica e di ricordo dei loro combattimenti per la libertà. 3) Una plenaria consacrata alle comunicazioni e alle conferenze. 4) Una seduta plenaria consacrata all’esame dei risultati dei lavori in Officina. 5) Una cerimonia di chiusura.

2- Le officine
Cinque officine saranno organizzate: 1) L’agricoltura, vettore del panafricanismo: lo sviluppo dell’Africa per l’agricoltura. 2-Le politiche d’accesso alla proprietà fondiaria. 3) La problematica del finanziamento dell’agricoltura. 4) La donna e l’agricoltura naturale di fronte al pericolo industriale. 5) I mestieri verdi nei sistemi d’educazione, di formazione, di reinserimento e di correzione.
Dopo le grandi lotte dei padri dell’indipendenza per la riconquista dei nostri spazi vitali accaparrati dopo l’accordo storico di libero scambio e commerciale di Berlino nel 1884-1885, bisogna constatare che le velleità di lussuria e di riconquista dei nostri territori non sono cessate e assumono oggi allo stesso tempo delle andature e proporzioni preoccupanti. Cinquant’anni dopo le indipendenze, le mancanze esistenti in seno all’intoppo “Diritto consuetudinario e Diritto rurale” hanno aperto la strada ad un periodo negativo di appropriazione delle terre africane da parte di coloro che ieri le avevano già balcanizzate.
Conseguenza: l’Africa è in procinto di essere strategicamente ricolonizzata e l’agricoltura in Africa è in procinto di essere gestita dalle multinazionali. Pertanto già dall’anno 1900 questa questione dell’accaparramento delle terre ha potuto unire gli africani a Manchester così da far loro escogitare dei piani di lotta e di messa in sicurezza di questi spazi vitali.

2.2.2. Obiettivi dell’officina
Fornire delle informazioni abbastanza approfondite sul livello attuale del fenomeno che è l’accaparramento di terre in Africa e fare delle proiezioni geostrategiche e geopolitiche sulle probabili conseguenze di questo stato di cose.
Tratteggiare un arsenale giuridico e funzionale che permetta di proteggere meglio le terre coltivabili dalle multinazionali.
Elaborare uno statuto del contadino e una bozza di legislazione per facilitare l’accesso alla proprietà fondiaria ai giovani che desiderano lavorare nel settore agricolo.
Proporre una valutazione finale.

2.3 Termini di riferimento dell’officina n. 3
La problematica del finanziamento dell’agricoltura.

2.3.1. Contesto
Perché la sua agricoltura spinga effettivamente lo sviluppo e consolidi il settore primario, l’Africa deve effettuare un salto qualitativo e quantitativo adottando un’andatura di seconda generazione caratterizzata dalla meccanizzazione; e ciò richiede enormi investimenti. Ora in Africa la questione agricola è sempre stata confinata nel cerchio familiare. E quando si apprende che più del 43% degli africani vivono nell’estrema povertà si comprende immediatamente che è necessario un programma di finanziamento massiccio per lo sviluppo di questa agricoltura. Così nel 2003 a Maputo in Mozambico, i capi di Stato e di Governo avevano deciso di destinare il 10% del proprio bilancio statale allo sviluppo dell’agricoltura.

2.3.2. Obiettivi dell’officina
Presentare il protocollo di Maputo facendone un punto d’onore sulle sue forze e debolezze.
Proporre un meccanismo di facilitazione e incentivo alla creazione di banche verdi.
Proporre una valutazione finale.

Termini di riferimento dell’officina n. 4
La donna e l’agro-ecologia di fronte al pericolo industriale.

2.4.1. Contesto
Nella nostra proposta precedente, abbiamo precisato che l’agricoltura in Africa resta confinata nella cerchia familiare. Conviene sottolineare con forza che il pilastro di questa agricoltura familiare rimane e risiede nella donna da tempi immemorabili. Oggi le merci in Africa sono prodotte per circa l’80% dalle donne con metodi endogeni di pratiche culturali.
Finché è la donna a gestire il sistema di produzione, le tecniche e i metodi culturali endogeni secolari sono sempre preservati. Con la donna l’agricoltura resta rispettosa dell’ambiente e della salute attraverso sistemi di rotazione delle colture e del compostaggio. Con la donna l’agro-ecologia è una realtà. Disgraziatamente questa dinamica millenaria tende ad essere danneggiata con l’introduzione sempre più massiccia di prodotti di sintesi nell’agricoltura. Degli spazi sempre più grandi sono seminati e l’agricoltura è sempre più industrializzata. Come in occidente, si tende verso una “fallocratizazione” dell’agricoltura che ha per conseguenza immediata la marginalizzazione delle regole di etica, di salute e di protezione della natura.

2.4.2. Obiettivi dell’officina
Fare uno studio comparativo tra l’agricoltura di sintesi e l’agro-ecologia e mostrare cifre in cui il sostegno è benefico per l’Africa.
Fare l’inventario sul livello di penetrazione e di salvaguardia del sapere culturale endogeno.
Proporre una valutazione finale.

2.5. Termini di riferimento dell’officina n. 5
I mestieri verdi nei sistemi di educazione, di formazione, di correzione e di reinserimento.

2.5.1. Contesto
L’agricoltura è il mezzo più immediato e disponibile di cui dispone l’Africa per concretizzare il panafricanismo e dare impulso allo sviluppo, rimane necessario allora sviluppare un altro immaginario di lavoro. E’ talmente ampio il divario tra l’intellettuale e il manuale che un certo rapporto tra centro e periferia rende oggi pressoché inattuabile ogni velleità di avvicinamento tra i due. Pertanto in questo rapporto tra centro e periferia, il manuale è colui da cui dipende di più il centro per la sua sopravvivenza. Urge in questi tempi d’incertezza di fronte al pericolo alimentare constatato in Africa una riconnessione affinché l’intellettuale sia anche manuale e l’agricoltura sia trasversale a tutti i settori di attività.

2.5.2. Obiettivi dell’officina
– Proporre un piano di introduzione e reintroduzione dell’agricoltura alla formazione di base.
– Elaborare un meccanismo d’interessamento delle Forze Armate all’agricoltura.
– Proporre un sistema di rieducazione e di reinserimento della popolazione carceraria basato sull’agricoltura.
– Proporre un piano di finanziamento di queste attività agricole.
– Proporre un monitoraggio e una valutazione finale.

Traduzione di Stefano Vernole

Il Centro Studi Eurasia e Mediterraneo (Cese-M) ha inviato una lettera di saluto al Congresso Panafricano che si terrà ad Ouidah (Benin) dal 27 aprile al 3 maggio; la lettera verrà letta durante i lavori del Convegno potete leggerla di seguito 

lettera congresso benin

e questa la risposta ricevuta

———- Forwarded message ———-
From: Roger Kuassi Sessou <xxxxxxxxxxx>
Date: 2015-04-23 20:27 GMT+02:00
Subject: Re: lettre pour Congres panafricain
To: Stefano Vernole <xxxxxxxxxx>, Araia <xxxxxxxxxx>


Bonsoir. je voudrais par la présente vous remercier  pour l’intérèt manifesté à travers cette belle lettre par vous adressée à toute la famille CoMoPa. Nous manquerons pas d’en donner lecture publiquement au cours de nos travaux à Ouidah (Benin).
Gardons donc le contact pour les initiatives futures

Sessou Kuassi Roger
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