ROMA – Una superficie di 340.000 km2, 6,5 milioni di abitanti, 3 importanti bacini idrografici, 246 municipi, 32 distretti industriali, 800 imprese hi-tech con 10.000 professionisti attivi, 140 partner internazionali e un PIL che dal 2003 al 2013 è addirittura triplicato. Sono questi alcuni tra i più significativi numeri dello Stato del Goiás, uno dei 27 soggetti federali che compongono il Brasile e sicuramente tra i più dinamici sul piano dello sviluppo economico e sociale.
Lo scorso 12 febbraio, il governatore Marconi Perillo, giunto ormai al suo terzo mandato amministrativo, dopo una parentesi al Senato nazionale tra il 2007 e il 2010, ha raggiunto Roma accompagnato da una folta delegazione di leader politici e industriali per presentare alle imprese e alla stampa della Penisola le eccellenze del territorio che ha amministrato a più riprese dal 1999. Alla presenza dell’Ambasciatore del Brasile in Italia, Ricardo Neiva Tavares, il governatore ha sciorinato in poco più di mezz’ora tutte le potenzialità del Goiás. “Sono espressione del PSDB, il partito di opposizione alla maggioranza di governo nazionale – premette Perillo – ma come amministratore voglio sottolineare la mia positiva esperienza di piena e ferma collaborazione col governo centrale nel più alto interesse del Goiás e del Brasile, al di là delle differenze politiche o ideologiche”. È forse questa la considerazione che più colpisce la numerosa platea accorsa presso la suggestiva sede della Sala Oswaldo Aranha, all’interno dell’Amabasciata Brasiliana di Roma, e che meglio rende l’idea di come, spesso, la stampa generalista europea descriva probabilmente in modo epidermico ed inefficace i contesti politici dei Paesi emergenti.
Il Brasile è oggi la settima economia mondiale ed è l’indubbia punta di diamante di un continente, l’America Latina, capace di compiere passi da gigante nel giro di pochi anni. Noto per decenni come uno dei Paesi più diseguali sul piano della redistribuzione della ricchezza nazionale, l’innovativo piano di riforma sociale approntato negli ultimi dodici anni prima da Lula e poi da Dilma Rousseff ha cominciato a restringere il profondo divario esistente non solo tra le classi sociali, ma anche tra il Nord, arretrato e poco sviluppato, ed il Sud delle grandi concentrazioni industriali e finanziarie.
Il Goiás, collocato amministrativamente nella regione centro-occidentale, si posiziona nel cuore del Paese, nel centro geografico del Brasile. Malgrado includa al proprio interno la capitale Brasilia, questa costituisce un distretto federale a sé stante, un fattore – questo – che in passato ha inciso negativamente in termini di sviluppo, lasciando questo Stato in una condizione di secondaria importanza. Negli ultimi anni, invece, il Goiás si è progressivamente trasformato in uno snodo fondamentale nei principali corridoi ferroviari nazionali già attivi o in fase di realizzazione, come la tratta Brasilia-Anapolis-Goiania che andrà ad integrare il più vasto progetto della Ferrovia Norte-Sul, e in un motore economico di primo piano, capace di segnare ritmi di crescita persino più alti della media nazionale. In una congiuntura economica difficile per il Paese, come quella del 2013, dove il tasso di crescita brasiliano rimase fermo all’1%, quello del Goiás raggiunse addirittura il 5%. Più in generale, il PIL locale è passato dai 17 miliardi di Reais del 1999 ai 143 miliardi di Reais del 2013.
Le ragioni sono presto dette: tra tutti i soggetti federali del Brasile, il Goiás è infatti il quarto produttore di energia elettrica, si appresta a diventare il terzo maggior produttore nell’assemblaggio di veicoli in attesa dell’ingresso nell’area di due nuovi partner cinesi nel settore automobilistico, il secondo maggior produttore di etanolo, il terzo maggior polo minerario (in primis rame, oro e nichel) e, secondo la FAO, una delle più importanti frontiere agricole del mondo (attivo anzitutto nella produzione di pollame, mais, pomodori e legumi).
Non sono da meno i settori relativi alla formazione, che garantisce da diversi anni al Goiás uno tra i maggiori tassi di educazione del Brasile e una manodopera altamente qualificata sia per le imprese nazionali che per quelle estere in loco, ed al turismo, che genera un flusso di circa 2 milioni di unità all’anno, al momento in gran parte proveniente dal Brasile stesso. Il Goiás non si affaccia sul mare come le più note mete turistiche degli Stati di Rio de Janeiro, San Paolo o Bahia, ma presenta suggestivi paesaggi fluviali e lacustri, ed alcuni fra i più antichi centri storici del Paese.
L’obiettivo, sottolineato anche dall’Ambasciatore Ricardo Neiva Tavares, è non soltanto quello di incrementare il volume di interscambio con l’Italia, oggi segnato in prevalenza dall’export di commodities e dall’import di prodotti farmaceutici, ma anche di incrementare la diversificazione economica in atto per fare del Goiás un vero e proprio motore dello sviluppo del Paese.
Andrea Fais
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