di Wang Jinbo
Traduzione di Armida Pia Faienza
Non c’è dubbio che i nuovi standard e le nuove regole guidati e stabiliti dal TPP, TTIP, TISA e BIT 2012 forniranno nuove strutture guida verso il nuovo round di negoziati del commercio mondiale e getteranno le basi per permettere agli Stati Uniti (e per certi versi all’Europa), di giocare un ruolo “dominante” nello sviluppo di norme globali
Attualmente, un nuovo modello di cooperazione regionale nella regione Asia-Pacifico è in corso, per cui il Trans-Pacific Partnership Agreement (TPP), il Regional Comprehensive Economic Partnership Agreement (RCEP) e il China-Japan-Korea (CJK) FTA corrono in parallelo. Come mantenere in equilibrio e gestire le relazioni tra sistemi di cooperazione regionale è di vitale importanza per la partecipazione della Cina e la promozione del processo di integrazione regionale, così come per la sua posizione di maggior rilievo nella cooperazione regionale dell’Asia Pacifica. Nel frattempo, la riorganizzazione del commercio internazionale e delle regole per gli investimenti guidati da TPP, dal Trans-Atlantic Trade and Investment Partnership Agreement (TTIP) e dall’ Agreement on Trade in Services (TISA) sta diventando un nuovo ed importante fattore esterno per lo sviluppo futuro della Cina, esercitando un impatto sul suo piano economico, sull’orientamento e sulla posizione strategica nell’amministrazione dell’economia globale.
I. Nuova tappa per la riorganizzazione della cooperazione dell’Asia Pacifica
Dal quando, nel 2009, gli Stati Uniti hanno iniziato a fare perno sull’Asia e hanno reso il TPP la via principale per l’integrazione economica dell’ Asia Pacifica, la cooperazione regionale è entrata in una nuova fase di “ristrutturazione”. Negli anni a venire, quando la cooperazione regionale sarà guidata dalla competizione, TPP, RCEP e CJK FTA coesisteranno e si svilupperanno fianco a fianco. I cambiamenti sullo scenario dell’Asia orientale e dell’Asia Pacifica provocati dal TPP, porranno inevitabilmente nuove sfide alle strategie dell’ integrazione della Cina e ai principi di progressiva integrazione regionale dell’ASEAN. Un nuovo modello basato su un duplice regime caratterizzato da un forte TPP e da un debole RCEP potrebbe affermarsi nella regione dell’Asia-Pacifico. La traiettoria transpacifica e quella dell’Asia orientale potrebbero convergere nella stessa destinazione attraverso cui gli obiettivi dell’APEC, per l’integrazione economica della zona Asia- Pacifico, saranno alla fine raggiunti. Ad ogni modo, ci sono svariati problemi e sfide riguardo al fatto per cui il TPP possa diventare la via preferita per l’integrazione economica e se il RCEP si trasformerà in un’architettura integrata per la regione. Servendo da base economica a sostegno della strategia americana di riequilibrio in Asia, il TPP, nell’alterare i modelli di cooperazione della regione dell’Asia-Pacifico, sta esercitando diversi impatti sulle possibili forme di integrazione dell’Asia orientale come CJK FTA e il RCEP. Il TPP è un accordo commerciale globale, di alto livello, a livello regionale guidato dagli USA, il quale è basato su un accordo di libero scambio tra i 4 Paesi del Pacifico (Singapore, Nuova Zelanda, Brunei e Cile conosciuti come la P4). Con la forte spinta di Washington e la sua leadership, sono stati condotti 19 round di negoziati e gli Stati membri per i negoziati sono aumentati dagli originari 9 agli attuali 12. Ora, gli Stati membri si stanno ancora sforzando nelle loro trattative che riguardano i rispettivi interessi nelle specifiche aree sensibili come l’accesso al mercato dei prodotti agricoli, il meccanismo della controversia sul pagamento investitore-Stato, gli standard lavorativi, la protezione ambientale, i diritti di proprietà intellettuale, le aziende statali e gli appalti pubblici. Queste sono esattamente le aree in cui gli interessi americani sono concentrati. Tuttavia, raggiungere l’accordo TPP è questione di tempo in modo da elaborare una versione finale degli standard. In considerazione dei continui progressi fatti nei negoziati TTIP e TISA, si pensa di completare le trattative TPP prima delle elezioni americane di metà anno, a novembre, e dichiarare la conclusione delle trattative tra i 12 membri incluso il Giappone, durante il meeting APEC di Pechino, che sarà in linea con la strategia globale di Washington.
Dopotutto, gli interessi di base degli Stati Uniti nel dare una spinta a nuovi negoziati riguardo al commercio internazionale e agli accordi per gli investimenti risiedono nella riorganizzazione del commercio mondiale, nelle regole di investimento e nel mantenimento della sua posizione dominante all’interno dell’economia internazionale e della configurazione di mercato. Diversamente dal TPP che si incentra sugli standard e sulle regole di sviluppo, la cooperazione RCEP riguarda l’effettiva divisione internazionale del lavoro nell’Asia orientale. La ricostruzione e il miglioramento delle reti di produzione nell’Asia orientale rivelano il reale valore del RCEP e l’istituzione di un mercato unificato nella regione dovrebbe essere molto probabilmente l’ultimo obiettivo del RCEP. Al momento, la produzione globale, quella più avanzata in particolare, è passata dalla competizione sul singolo prodotto alla competizione della catena industriale. Nel commercio internazionale, le attività tradizionali tra le industrie a vantaggio comparato sono diventate attività commerciali per conseguire vantaggi all’interno del sistema. Nel processo di socializzazione della regione e dell’internazionalizzazione della produzione nell’Asia orientale, le reti di produzione regionale dominate dalle corporazioni multinazionali stanno diventando variabili chiave nell’integrazione dei mercati est asiatici e nel cambiamento delle strutture dell’amministrazione regionale. Se il RCEP potesse, sulla base del “10+1”, estendere e intensificare la rete di produzione esistente nell’Asia orientale e spingere i membri RCEP a integrare ulteriormente la catena di produzione globale e regionale, ciò potrebbe dare un nuovo impulso allo sviluppo endogeno dell’economia est asiatica. I paesi dell’Asia orientale possono far uso della liberalizzazione del mercato del RCEP e delle misure per la facilitazione degli investimenti per ritoccare il layout industriale e la rete di produzione nella regione dell’ Asia-Pacifico, in conformità con il vantaggio competitivo e le condizioni geografiche, così da consolidare i vantaggi industriali del posto. Eppure, trovarsi di fronte alle sfide del TPP vuol dire aver bisogno degli sforzi comuni di Cina, Giappone e ROK ed è necessario il sostegno alla coordinazione dell’ ASEAN nel caso in cui il RCEP diventasse la via principale nell’integrazione est asiatica. Questo perchè l’attuale integrazione economica dell’ASEAN e la liberalizzazione del mercato difficilmente possono raggiungere il livello del target del RCEP, quindi se il CJK FTA potesse combinare gli alti standard del TPP e l’ampia copertura con la progressività e l’inclusività del RCEP, questo darà una spinta non solo al RCEP, ma fornirà anche un’intrinseca motivazione e solide fondamenta per il processo di integrazione est asiatica. Allo stesso modo, se l’ASEAN potesse prima ottenere un qualche consenso sulle questioni del programma del RCEP e sul grado di apertura del mercato sulla base dell’ Area di Libero Scambio ASEAN e nella trattativa in corso della Comunità economica ASEAN, l’ASEAN eliminerebbe senza dubbio le resistenze interne per la promozione del RCEP. In altre parole, il futuro del RCEP sta nella coordinazione strategica di Cina e Giappone e la costituzione della stessa comunità ASEAN. Parlando obiettivamente, sotto le condizioni dell’estrema instabilità attuale delle relazioni cino-nipponiche, la cooperazione est asiatica, basata sulla cooperazione “verticale” della catena industriale e su interessi comuni, potrebbe difficilmente assicurare che l’integrazione economica est asiatica si sviluppi senza difficoltà lungo il percorso del CJK FTA e del RCEP. Si rende quindi necessaria la rinuncia, da parte dei membri del RCEP, sin dalla fase iniziale dei negoziati, delle tradizionali posizioni “offensiva e difensiva” e bisogna cercare di evitare la situazione in cui il TPP prosperi mentre il RCEP perde importanza. Infatti, se non si riuscisse a portare a termine in tempo la costituzione della comunità ASEAN e la convenzione quadro del RCEP, non si può escludere la possibilità che qualche membro ASEAN come la Tailandia e le Filippine si unisca al TPP e la probabilità che l’ASEAN si rivolga direttamente a Washington o a Bruxelles per gli accordi bilaterali sul libero scambio. Ciò significa probabilmente che la stessa ASEAN è una piccola zolla nel determinare se la cooperazione regionale della zona dell’Asia-Pacifico sarà basata su un quadro duale o su un doppio binario. Attualmente, i negoziati tra TPP, RCEP e CJK FTA sono ancora in corso con la redazione dei testi finali e su una certa liberalizzazione commerciale ancora da determinare. Tuttavia, poichè il TPP è evidentemente esclusivo e chiuso dall’inizio, una volta completato, lancerà enormi sfide al meccanismo dell’attuale operazione economica cinese. Ed eserciterà un impatto particolarmente negativo sulle imprese statali, indipendentemente dal fatto che la Cina partecipi o meno. Il modello di sviluppo economico cinese a questo stadio determina che le imprese statali, che sono “collegate da vicino al ruolo del governo”, occupano la posizione dominante nel commercio di massa e nell’area di investimenti esteri e sono considerati “la fonte principale della competitività nazionale cinese”. Per questo motivo, il TPP intende regolare la condotta del Governo e delle aziende con l’adozione di misure sull’apertura delle frontiere e la multilateralizzazione dei principi di neutralità competitiva. Il TPP intende concordare la cancellazione delle sovvenzioni , la cancellazione delle speciali misure di finanziamento preferenziale per le aziende statali, la revocazione delle preferenze sugli approvvigionamenti statali, investimenti e status del commercio delle aziende statali e così via. Tutte queste misure saranno nuove sfide per le aziende statali cinesi e per il rendimento dei loro investimenti esteri. Avranno anche effetti enormi e potenziali sistematici sulle industrie cinesi di spicco e sull’attuale meccanismo di operazione economica. Allo stesso modo, nelle trattative del CJK FTA e RCEP, le domande strategiche sulla creazione di regole e standard da parte dei membri industrializzati del TPP, eserciteranno pressioni sostanziali sulla Cina per un’ulteriore apertura. Commercio dei servizi e invstimenti sono le aree in cui gli interessi degli Stati industrializzati del TPP e del RCEP si concentrano e in cui hanno più interessi in comune che con la Cina. Nei negoziati del CJK FTA, il Giappone e il ROK sono stati proposti specificamente per includere il trattamento nazionale prestabilito e la lista negativa, nel capitolo del commercio dei servizi e degli investimenti nell’Accordo del CJK FTA, che include servizi, investimenti, manifattura di lusso e altre aree in cui il Giappone e il ROK hanno i loro interessi vitali e i loro vantaggi competitivi.
Tuttavia, nelle trattative RCEP, la Cina ha a che fare con le richieste sopra menzionate dal Giappone, dal ROK, dall’Australia e da altri Stati membri industrializzati del TPP. Al momento, ci sono 26 accordi FTA nella regione dell’Asia-Pacifico in cui la previsione di investimento contiene il trattamento nazionale prestabilito e tiene da parte le misure di non- conformità nella forma di lista negativa, coinvolgendo la maggior parte dei membri TPP e RCEP. Sebbene la Cina abbia firmato 130 trattati bilaterali riguardanti gli investimenti e 12 accordi sul libero scambio, nessuno di questi ha sfiorato la questione del trattamento nazionale prestabilito e la lista negativa. Negli attuali cinque “10+1” FTA, solo la ASEAN FTA della Cina non riconosce il trattamento nazionale prestabilito agli investitori stranieri. Dunque, in futuro, la Cina dovrà far fronte alle pressioni riguardo all’impegno nel commercio dei servizi e nei negoziati di investimento nel TPP, RCEP e CJK FTA. È necessario per la Cina rendere il suo impegno fattibile e di alto livello nel campo del commercio dei servizi e degli investimenti con la possibilità di negoziare con il CJK FTA e il RCEP. Ciò potrebbe aiutarla nel prendere un’ iniziativa strategica per la creazione di nuove regole per l’ulteriore integrazione tra la zona dell’Asia-Pacifico e quella est asiatica.
II. Standard e normative: Contenuto di base dei negoziati
Attualmente, i nuovi accordi commerciali o di investimento rappresentati dal TPP, TTIP e TISA stanno guidando la formulazione di nuove regole, nuovi standard e nuovi modelli per il mercato e gli investimenti globali. Il TPP, TTIP,TISA o il “Modello del trattato bilaterale per gli investimenti 2012” statunitense (BIT2012), tendono a offrire un trattamento nazionale più ampio su basi reciproche per il mercato dei servizi e per l’accesso agli investimenti e per riservare misure di non conformità nella forma di lista negativa. Incalzata costantemente dai negoziati sequenziali statunitensi e dalla strategia europea della “ promozione di negoziati bilaterali da quelli multilaterali”, la terza generazione di norme sul mercato e sugli investimenti, con il “trattamento nazionale prestabilito più la lista negativa” come contenuto chiave, si è evoluta in approcci strategici da parte degli Stati Uniti e dell’Europa nella riorganizzazione del mercato e degli investimenti internazionali, così come modello economico mondiale. Mercato dei servizi e accordi per gli investimenti sono quindi diventate la questione principale nel nuovo round delle trattative del commercio e degli investimenti internazionali e della creazione di leggi, mentre il sistema del commercio multilaterale del WTO corre il rischio di essere emarginato. Come nuovo punto di riferimento per le regole del mercato internazionale dei servizi, il TISA, oltre a promuovere un trattamento nazionale completo da dare agli investitori stranieri, proporrà nuovi e alti standard e prerogative nelle regole, norme, aree e modalità. Questi si riferiscono alla creazione di regole nelle nuove aree come finanza, telecomunicazioni, servizi professionali, trasporti, e-commerce, informazione e comunicazione, aziende statali, appalti pubblici, sussidi dei servizi e movimenti di persone fisiche, che coprono i 2/3 del totale dei servizi del mercato globale.
Allo stesso modo, come i modelli dei più alti standard nel campo degli investimenti internazionali , il BIT 2012 non solo copre tutti i temi degli accordi di investimenti internazionali tradizionali (come gli standard minimi per il trattamento degli investimenti, MFN, raccolta, trasferimento, surroga, compensazione e il regolamento delle controversie relative ad investimenti), ma include anche nuove misure sul trattamento nazionale prestabilito, sulle aziende statali, sul lavoro, sull’ambiente, e sui requisiti di rendimento. Entrambi includono esattamente gli stessi contenuti come nel TPP e nel TTIP e le normative e gli standard, non sono solo più alti rispetto agli altri accordi sul libero scambio attualmente in fase di negoziazione o già firmati, ma più alti anche degli attuali standard WTO. Gli Stati Uniti e l’Europa, come tutte le più grandi economie mondiali, stanno cercando di espandere gli standard nordamericani-europei agli standard globali, attraverso l’integrazione del TPP e il TTIP, in modo da raggiungere l’obiettivo fondamentale della riorganizzazione del mercato internazionale e dei modelli economici mondiali. In altre parole, gli Stati Uniti e l’UE, usando l’integrazione regionale USA-UE e alleandosi col TPP, lavorano insieme per armonizzare gli standard e le normative di due delle più grandi economie e incorporarle con gli standard internazionali. Con ciò, vogliono attrarre o forzare le altre economie ad accettare le loro regole e i loro standard e sostanzialmente raggiungere gli obiettivi di riorganizzazione del commercio mondiale (WTO) e la costituzione di un nuovo ordine economico internazionale. Non c’è dubbio che i nuovi standard e le nuove regole guidati e stabiliti dal TPP, TTIP, TISA e BIT 2012 forniranno nuove strutture guida verso il nuovo round di negoziati del commercio mondiale e getteranno le basi per permettere agli Stati Uniti (e per certi versi all’Europa), di giocare un ruolo “dominante” nello sviluppo di norme globali. In sintesi, sia il TPP che il TTIP servono da piattaforme per Washington, nel suo tentativo, di sviluppare “la prossima generazione di regole e standard per il commercio” fuori dal framework del WTO e queste sono le iniziative più importanti attraverso cui gli Stati Uniti cercano di creare nuove opportunità per il mercato e gli investimenti “Transpacifici” e “Transatlantici”. Col TPP e il TTIP, gli Stati Uniti possono non solo stipulare nuove normative per gli investimenti e il commercio globale, ma mantenere anche la loro posizione centrale e la leadership nell’aministrazione economica globale. Come maggior beneficiario delle attuali regole internazionali e dei meccanismi di amministrazione globale, il dominio continuo e la leadership di Washington nella creazione di regole del mercato globale e degli investimenti, costituisce la parte cruciale della sua strategia sul mercato straniero. Per promuovere gradualmente ed estendere le norme bilaterali a un livello mondiale, attraverso i negoziati “selettivi”, il “meccanismo di esternalità” o l’effetto ricaduta del TPP,TTIP e TISA, il vero scopo della “politica di mercato competitivo” e dei conseguenti negoziati sarà scontato. Considerando la grandezza delle economie europea e nordamericana, (equivalente al 45% dell’economia globale) e la loro posizione dominante nella catena industriale mondiale e nella divisione del mercato internazionale del lavoro, gli alti standard e le nuove norme del TPP e del TTIP eserciteranno inevitabilmente un impatto profondo sui modelli del mercato internazionale e, la Cina, come Paese emergente, non può rimanere disinteressato.
Inoltre, “ il TPP è il negoziato sull’accordo del libero mercato condotto tra i primi e i secondi partner commerciali più grandi della Cina (che equivale approssimativamente al 26,6% del totale del mercato estero cinese)”, quindi la Cina diventa il portatore di interessi nei negoziati TTIP transatlantici. Il concetto dell’ “economia del mercato libero + grouping” e i temi riguardanti aziende statali, appalti pubblici, proprietà e trasparenza di mercato rappresentati dal TPP, TTIP o TISA sono strettamente connessi alla Cina ed ovviamente mirati alle economie emergenti. Temi, obiettivi e risultati finali di questi negoziati diventeranno fattori esterni rilevanti che riguarderanno lo sviluppo futuro della Cina. Dal momento che lo scopo ultimo del TPP e del TTIP è l’accordo delle regole e degli standard internazionali , la loro essenza è di “costruire barriere alle regole e agli standard esternamente”. Ciò avrà un impatto diretto sulla posizione della Cina nell’amministrazione futura regionale e globale e presenta un chiaro effetto di controllo sullo slancio in avanti all’interno della competizione globale e della divisione del lavoro riguardo al commercio internazionale. In vista di ciò, una volta che il TPP, TTIP o TISA verranno messi in pratica, la Cina dovrà far fronte a forti pressioni da parte delle “strategie dei due oceani” a livello regionale e globale, e ci si aspetta che la Cina affronti, nel suo pacifico sviluppo, un ambiente esterno e una situazione internazionale più complicati. I conseguenti negoziati americani accresceranno le difficoltà per la Cina anche per quel che riguarda i negoziati commerciali multilaterali. Se le regole del TPP e del TTIP sugli investimenti, ambiente, standard lavorativi, diritti di proprietà intellettuale, regole sulla competitività neutrale e aziende statali, sono progettati come standard globali, le aziende statali cinesi dovranno confrontarsi, in futuro, con un nuovo ambiente di business internazionale, una sfida per i modelli del commercio, degli investimenti e dello sviluppo cinesi. Non importa che sia il TPP o il TTIP, qualsiasi impegno per riservare il trattamento nazionale prestabilito nella forma di lista negativa eserciterà un’enorme pressione al fine di aprire i settori sensibili della Cina come finanza, telecomunicazioni e servizi legali e lo sviluppo delle industrie emergenti, così come le vie tecnologiche si troveranno di fronte a grandi incertezze. Tutto ciò richiederà alla Cina di adottare una “più ampia prospettiva” nel gestire gli sviluppi e i cambiamenti nelle regole internazionali e nei sistemi multilaterali e regionali e nel prendere le misure corrispondenti che sono più adatte ai suoi interessi. Come potenza emergente con una visione globale, la Cina deve avere una chiara comprensione degli impatti causati dalle nuove regole internazionali sulla sua partecipazione nei sistemi regionali e multilaterali. La futura cooperazione economica regionale della Cina deve avere “chiare linee guida” e deve essere condotta all’interno di un “contesto strategico ben definito”. Solo così facendo, la Cina potrà ottenere il suo posto nella futura amministrazione regionale e globale e avere voce in capitolo nella riorganizzazione delle regole internazionali.
III. Scelte della linea politica della Cina
Nella sua strategia di cooperazione strategica, la Cina è al momento impegnata con i negoziati Cina-ROK, Cina-Giappone-ROK, Cina-Australia e RCEP FTA per gli accordi riguardo alla liberalizzazione commerciale. Date le dimensioni economiche della Cina, la sua posizione geografica vantaggiosa insieme all’importante posizione nella catena industriale mondiale, senza la sua piena partecipazione nel TPP o RCEP, non ci sarà prova di alcuna efficienza paretiana in nessun meccanismo di cooperazione regionale dell’Asia-Pacifica. Dal momento che la Cina è il paese che ha la capacità per la selezione del sistema nell’ Asia orientale, la direzione della futura integrazione di quest’ultima, dipenderà fondamentalmente dalla crescita del potere della Cina e dalle scelte concernenti la linea politica da adottare. La Cina dovrebbe far sfruttare al massimo la sua posizione geografica strategica e il suo status economico di primo piano per sostenere e tirare in ballo il ruolo di coordinamento e di promozione che l’ASEAN gioca all’interno della cooperazione nell’Asia-orientale. Sebbene stia accelerando la costituzione di Cina-ROK, Cina-Australia e CJK FTA, la Cina dovrebbe promuovere attivamente il RCEP, promuovere la costituzione della liberalizzazione commerciale o l’integrazione istituzionale tra la Cina continentale, Taiwan, Hong Kong e Macao e completare al più presto il piano della strategia FTA cinese, così da creare spazio e guadagnare tempo per la partecipazione imminente della Cina nei prossimi negoziati FTA di più alto livello. Nel frattempo, prendendo in considerazione gli ultimi sviluppi del TPP e TTIP, le riforme e lo sviluppo industriale interno, la Cina dovrebbe esplorare, a tempo debito, la possibilità di firmare accordi commerciali e di investimento con le economie sviluppate degli USA e dell’UE e con le economie emergenti, in particolare i Paesi del BRICS. Obiettivamente, il nuovo trend del commercio internazionale e degli investimenti rappresentato dal TPP, TTIP e TISA non è incongruente con le idee di riforme future e la direzione strategica della Cina. Gli alti standard del TPP, TTIP o TISA non devono essere degli ostacoli per gli sforzi della Cina per il FTA e per l’intensificata cooperazione regionale. Si deve notare che l’attenzione verso i negoziati del TPP e TTIP e le difficoltà nell’integrazione del RCEP sono rappresentati anche all’interno della cornice del TISA o dell’ US BIT 2012. Quindi, la Cina dovrebbe, approfittando dell’opportunità di trattare la conclusione di accordi bilaterali di investimento con USA e UE e tenendo in considerazione le sue migliorate condizioni finanziarie industriali e delle riforme, impegnarsi in un’attenta considerazione e progettare un piano complessivo sulle questioni sensibili come il trattamento nazionale prestabilito, la lista negativa, le aziende statali, il meccanismo dell’appianamento della disputa investitori-Stato, il flusso transfrontaliero libero di dati, la finanza, gli standard di tassazione e di risarcimento, i diritti di proprietà intellettuale, le leggi sul lavoro, la salvaguardia ambientale nelle aree di accesso agli investimenti, la concorrenza leale, e la protezione degli interessi in cui la Cina differisce da USA e UE. Ciò aiuterà la Cina a creare condizioni favorevoli per la costituzione di un ordine bilaterale di investimenti nel futuro. Inutile dire che qualsiasi interazione positiva tra Cina e USA è un prerequisito base per un progresso pacifico nella cooperazione dell’Asia orientale. Anche se non c’è nessun accordo di investimento bilaterale o riguardante il TPP, Pechino e Washington dovrebbero mantenere un livello minimo di cooperazione. La loro coordinazione bilaterale riguardante politiche specifiche fornirà nuove opportunità e garanzie strategiche per la cooperazione est asiatica. Qualsiasi cooperazione regionale tra Cina e USA nelle aree tradizionali, non-tradizionali o funzionali potrebbe aiutare ad apportare nuovi input alla formazione di un nuovo tipo di relazioni tra i Paesi più importanti. La Cina dovrebbe comprendere correttamente il TPP, il TTIP e il TISA e fare una valutazione oggettiva di questi accordi. Allo stesso tempo, dovrebbe prestare più attenzione a una sua crescita economica nazionale sostenibile e compiere un maggiore sforzo per convertire l’influenza economica cinese in un’influenza strategica. Nel lungo periodo, la costituzione di istituzioni per lo sviluppo endogeno nazionale è la chiave, per la Cina, di far fronte alle sfide del TPP e del TTIP e gioca inoltre un ruolo importante negli sforzi della Cina per il processo di integrazione nell’ Asia orientale. Le manovre strategiche tra Cina e USA nella regione dell’Asia-Pacifico richiederanno un periodo lungo. Ci vorrà tempo perchè i paesi che confinano con la Cina si adattino gradualmente e riconoscano e accettino lo status della Cina come una potenza nascente, sia dal punto di vista psicologico che da quello fattuale. Nella cooperazione est asiatica, la fretta è cattiva consigliera. Approfondire la cooperazione in questa zona non vuol dire abbandonare il processo di liberalizzazione commerciale entro il sistema di riferimento miltilaterale. Con la crescita dell’economia cinese e degli interessi verso l’estero, per qualche tempo a venire, la Cina avrà maggiori e pressanti domande per il mercato estero e le risorse. Nel frattempo, i paesi del mondo avranno intensificato le controversie per il mercato, l’energia e la sicurezza delle risorse, i cambiamenti climatici, lo sviluppo degli standard e delle regolamentazioni e altre questioni mondiali. I paesi sviluppati lavorano sodo per formulare le nuove regole del gioco per l’economia mondiale e per le industrie strategiche emergenti fissando regole severe e standard tecnici così da aumentare il costo di accesso per i paesi in via di sviluppo o per le economie emergenti. La Cina, quindi, dovrebbe rivalutare i vantaggi strategici potenziali apportati dal trattamento nazionale prestabilito e dal trattamento nazionale post-stabilito. Nel frattempo, è auspicabile che la Cina approfitti delle trattative commerciali regionali, e partecipi attivamente nella formulazione di regole per gli investimenti regionali o multilaterali più aperti e allo stesso tempo ricostruisca l’ordine degli investimenti bilaterali regionali e di architettura unificata in modo da assicurare uno spazio mondiale e la sicurezza di investimenti esteri per lo sviluppo economico cinese futuro. Procedendo da una visione strategica e tenendo in considerazione le ultime tendenze in fatto di nuovi negoziati commerciali internazionali e accordi commerciali regionali, la Cina dovrebbe formulare il suo piano d’azione e di strategia basato sulla sua reale capacità contributiva e concentrata sui vertici futuri nel processo della riorganizzazione delle norme economiche internazionali. Tutto ciò accrescerà la capacità della Cina di creare regole all’interno dell’amministrazione mondiale e regionale e aumenterà il peso della Cina nella creazione degli standard mondiali e all’interno della cornice della ricostruzione della cooperazione regionale nell’area asiatica del Pacifico. Da una prospettiva pragmatica, la Cina potrebbe promuovere aperture ad alto standard in alcune aree a portata limitata entro gli accordi commerciali regionali del Cina-ROK e Cina –Australia e le RTA tra la Cina continentale, Taiwan, Hong Kong e Macao. Tecnicamente, la Cina potrebbe limitare le condizioni e la portata del trattamento nazionale prestabilito definendo gli “investimenti relativi”. La Cina potrebbe anche, sulla base della lista negativa sperimentata nello Shangai Pilot Free Trade Zone, concedere al trattamento nazionale prestabilito e all’ “accesso se non proibito” un periodo di prova , derivante dalle esperienze europee e americane nel “riesame della sicurezza nazionale” e nella “protezione critica infrastrutturale” e altre misure non conformi. Intanto, la Cina potrebbe, in linea con gli sviluppi dei negoziati dei trattati sugli investimenti bilaterali con USA e UE, pensare di prendere l’iniziativa nel cercare di riservare il pieno trattamento nazionale post-stabilito nella forma di misure non conformi negli accordi di mercato a stretto giro o RTA tra la Cina continentale, Taiwan, Hong Kong e Macao. Poichè il “Cross-Strait Economic Cooperation Framework Agreement” (ECFA) e il “Closer Economic Partnership Arrangement” (CEPA) tra la Cina continentale e Hong Kong sono stati già firmati, il commercio dei servizi e la cooperazione sugli investimenti saranno importanti guide per il successo nelle relazioni economiche commerciali cross-strait e nella cooperazione economica tra la Cina continentale, Taiwan, Hong Kong e Macao negli anni a venire. Dal momento che Taiwan e Hong Kong partecipano alle trattative TISA all’interno della cornice del WTO, accelerare l’integrazione commerciale delle quattro realtà cinesi potrebbe creare nuove condizioni e preparare le basi perchè possano partecipare alla cooperazione regionale della zona asiatica del Pacifico nel nome del “mercato comune”.
Fonte: China International Studies Marzo/Aprile 2014 85-98
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