Il “Grande Medio Oriente” e il momento anti-islamico dello “scontro di civiltà” (il caso italiano)
di Enrico Galoppini
Alla luce della recente nuova ribalta del cosiddetto “terrorismo islamico” dovuta all’emergere d’un improbabile “califfato” sul territorio siro-iracheno, riteniamo sia d’un certo interesse riproporre, in versione aggiornata e corretta per l’edizione 2012-2013 del “Master Mattei” dell’Univ. di Teramo, il capitolo conclusivo del libro di Enrico Galoppini, Islamofobia. Attori, tattiche, finalità (Parma 2008), intitolato Il “Grande Medio Oriente” e il momento anti-islamico dello “scontro di civiltà” (il caso italiano).
Il presente elaborato – a distanza di qualche anno – conserva inalterata la sua validità, tanto più che, sia a livello mediatico sia a livello politico, assistiamo alle medesime dinamiche ivi descritte ed analizzate.
Ciò conferma che l’islamofobia, la “paura dell’Islam”, è a tutt’oggi un elemento indispensabile delle strategie geopolitiche atlantiche, che per aggredire la massa continentale eurasiatica hanno alimentato, prima, un “modernismo islamico” abile nel presentarsi come “tradizionale”, poi, una “Primavera araba” spacciata per l’inevitabile esito di un Mondo arabo e islamico che anelerebbe alla “democrazia” occidentale.
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