Lorenzo Salimbeni, Presidente del Centro Studi Eurasia Mediterraneo, ha incontrato venerdì 14 giugno 2013 l’Ambasciatore Nikolaj Nikolaevich Borduzha, Segretario Generale dell’Organizzazione per il Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO).
Durante l’incontro i due hanno convenuto come sia sufficiente consultare alcuni dati sull’incremento del narcotraffico e sulle vittime civili per poter affermare che il bilancio dell’intervento NATO in Afghanistan sia senza dubbio negativo.
L’Ambasciatore Bordhuza ha spiegato che il CSTO sta sviluppando dei programmi da implementare in seguito al ritiro delle truppe NATO:
- Componente militare,
- Lotta al narcotraffico,
- Analisi dello scenario per prevenire il sorgere di problemi futuri.
In questo senso è possibile prefigurare cinque scenari, più o meno verosimili, nel breve periodo:
- Cooperazione internazionale di successo, caratterizzata da una stretta collaborazione CSTO e NATO
- Caduta continuata, caratterizzata dall’impossibilità di determinare gli interlocutori detentori del potere effettivo nel Paese
- Intensificazione del “grande gioco” con la partecipazione di tutti i principali attori regionali, quali Cina, India, Pakistan, Iran
- Intensificazione del narcotraffico con effetti di spill over di azioni terroristiche nelle zone di confine
- Radicalizzazione della componente islamica fondamentalista, con l’intervento di guerriglieri provenienti dal conflitto in Siria.
Al momentola cooperazione NATO-CSTO è in sordina ma la Russia assicura la sua disponibilità per facilitare il ritiro delle truppe NATO attraverso tutti i canali terrestri e aerei. In ogni caso i problemi sono tali che richiedono il lancio di negoziati seri che portino all’adozione di passi concreti verso un coordinamento duraturo,in particolar modo nella lotta al narcotraffico. Solo una ferma e credibile volontà politica delle potenze regionali può condurre a decisioni sostenibili e risolvere le sfide in maniera definitiva.
Tutte le potenze regionali percepiscono la presenza delle basi USA in Afghanistan come fattore destabilizzante ed ostacolo alla normalizzazione. In questo senso il rafforzamento della cooperazione delle potenze regionali,dalla Cina al Pakistan,dall’India all’Iran è indispensabile per assicurare tutti i loro interessi di sicurezza.
Su questa cooperazione eurasiatica Salimbeni e Bordhuza hanno auspicato possa presto tenersi un convegno in Italia organizzato dal Cesem in collaborazione con l’Organizzazione per il Trattato di Sicurezza Collettiva.
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